L’abito non fa il monaco nemmeno per le auto, ma ai giorni nostri è certo più facile incontrare un modello con un aspetto pretenzioso e qualità ordinarie piuttosto che il contrario.

Eppure in qualche caso è accaduto proprio l’opposto, donandoci modelli capaci di regalare emozioni e raffinatezze che le apparenze forse non suggerivano, almeno non del tutto. Eccone un assaggio.

Volkswagen Corrado

Sarà che escludendo la Golf GTI la Casa di Wolfsburg non era vista come un marchio ambizioso in termini di performance ma nonostante una fisionomia accattivante, anche la Corrado ha rischiato di passare per la solita 3 porte tedesca di buone qualità ma nulla di più, invece aveva un vero animo da supercar.

Raccolta e muscolosa, sfoggiava tra le altre cose uno spoiler mobile ad azionamento elettrico che si sollevava da solo a 120 km/h e un telaio dalla messa a punto molto accurata.

Con la Golf II – che nasceva sulla stessa base – ha condiviso i motori, compreso l’interessante 1.8 G60 dotato di compressore a G e 160 CV, mentre con il restyling è diventata, assieme alla Golf III, la prima compatta a offrire l’insolito 6 cilindri VR6 da 2,9 litri e 192 CV.

L’assetto alto e le ruote piccole non le hanno impedito di offrire un comportamento dinamico di tutto rispetto, specie per la VR6 che aveva carreggiate, gomme e passaruota un po’ più larghi e qualche elemento delle sospensioni della Golf più recente. Toccava i 233 km/h con 0-100 km/h in meno di 7 secondi.

Volkswagen Corrado Classic Coupé
Volkswagen Corrado Classic Coupé

Honda S2000

I conoscitori del marchio sanno che da ogni Honda ci si deve aspettare qualcosa di speciale, ma questa spider dalle linee sobrie è un autentico gioiello, progettato da zero per festeggiare i 50 anni del marchio e senza utilizzare alcuna base già esistente.

Fiore all’occhiello il motore 2.0 i-VTEC lo stesso della Civic Type-R ma in versione più spinta, capace di toccare 240 CV a 8.300 giri – con un finecorsa a 9.150 giri e senza bisogno del turbo – che sono sufficienti per portare la S2000 a 240 km/h, con uno 0-100 km/h in 6,2 secondi.

Un motore che altri avrebbero montato su una coupé o una berlina più che su una due posti aperta, ed è una delle peculiarità che la rendono speciale, oltre al fatto di essere stata offerta in un’unica variante senza opzioni, come si fa con le supercar di razza.

Honda S2000 Edition 100
Honda S2000 Edition 100

Honda Integra Type R

A vederla sembra una piccola coupé giapponese come tante altre, pretenziosa ma non particolarmente bella né accattivante. Tant’è che in alcuni paesi – come il nostro – la terza serie della Honda Integra è stata importata tra il 1997 e il 2001 soltanto nella versione più potente Type R.

Questa versione era dotata di un alettoncino sul baule e di uno scudo frontale con quattro piccoli fari tondi, entrambi un po’ posticci, nel disperato tentativo di farla sembrare un po’ più grintosa di una Toyota Paseo.

Anche qui sotto, però, c’è in realtà un’autentica belva: motore 1.8 VTEC dotato di teste specifiche e doppie molle per le valvole, capace di tirar fuori 190 CV e toccare i 233 km/h, accelerando da 0 a 100 km/h in 6,7 secondi.

Honda Integra Type R
Honda Integra Type R

Nissan SX

Di coupé giapponesi con portellone panoramico ne abbiamo viste a dozzine e, dopo la Datsun 240 e la Mazda RX-7 Savanna, ci parevano pure un po’ tutte uguali. Eppure la Nissan SX (o Silvia, a seconda del mercato) era un autentico concentrato di finezza, specie nel telaio, pur senza arrivare ai livelli della più potente 300ZX.

La prima serie (nota come S13) del 1988 aveva sospensioni a ruote indipendenti con bracci multipli al posteriore e servosterzo progressivo, mentre il motore 1.8 turbo da poco meno di 180 CV assicurava prestazioni da sportiva di rango.

La S14 aggiungeva ulteriori affinamenti e un motore con fasatura variabile, abbinata ad un sistema di sovralimentazione modulare che rendeva disponibile l’80% della coppia a soli 2.000 giri.

L’ultima, la S15, ci ha aggiunto addirittura il retrotreno con sistema autosterzante.

Nissan SX Silvia
Nissan SX Silvia

Opel Calibra

Chi ha detto che una coupé deve essere per forza scomoda per chiunque non sieda davanti? Dopo aver mescolato sportività e praticità con la Manta CC a tre porte, Opel ha spinto oltre il concetto creando la Calibra, che condivideva la base della generosa Vectra offrendo abitacolo e bagagliaio spaziosi nei suoi 4,5 metri.

Ma dove davvero la coupé tedesca è stata innovativa è nella carrozzeria, disegnata con la massima attenzione all’aerodinamica che oltre ad un cx di appena 0,29 ha determinato una linea affusolata e modernissima.

Il resto lo ha fatto la scelta di puntare anche sulle prestazioni, dotandola di motori non inferiori ai 2,0 litri che anche nella versione meno potente, da 116 CV, riuscivano a garantire velocità di punta superiori ai 200 km/h. La 2.0 Turbo 4×4, invece, sfiorava i 250 km/h e accelerava da 0 a 100 km/h in meno di 7 secondi.

Opel Calibra
Opel Calibra

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