Nei piani del Governo c’è in programma la cancellazione di tutta una serie di “microtasse” tra cui il superbollo introdotto una diecina anni fa. Ma il decreto non è ancora stato approvato


11 maggio 2023

In un comunicato il presidente dell’ACI Angelo Sticchi Damiani si complimenta per l’abolizione del superbollo sulle auto potenti (oltre i 185 kW/252 CV) che è in vigore da più di dieci anni e si è rivelata una tassa demagogica e del tutto controproducente. 

Il Presidente dell’ACI ha detto ““Finalmente! dopo ben 11 anni, si mette mano al superbollo dell’auto, una tassa tanto iniqua quanto inutile. La sua abolizione riconsegnerà piena libertà nella produzione e nell’acquisto dell’auto, senza artificiali limitazioni” e ha aggiunto un grande ringraziamento al governo da parte di tutti gli automobilisti italiani.

A dire il vero il provvedimento non è stato ancora varato, poiché fa parte di uno strumento di legge più ampio che dovrebbe annullare tutta una serie di altri micro-tasse che non portano gettito rilevante alle casse dello Stato (nel caso del superbollo è stato calcolato che ai poco più di 100 milioni di euro introitati all’anno hanno fatto riscontro perdite per IVA e altri oneri di 450 milioni di euro). Il deputato e viceministro di Fratelli d’Italia Maurizio Leo ha aperto alla cancellazione del superbollo insieme al deputato Andrea De Bertoldi che ha affermato “…L’abolizione del Superbollo potrebbe essere inserita nella legge delega tramite emendamento oppure rientrare nell’elenco dei micro-tributi che la stessa delega si propone di eliminare”. A quanto sembra però il provvedimento non sarà preso prima dell’estate e potrebbe richiedere ancora tempo per entrare in vigore. 

Nel frattempo, nel periodo do vigenza, questa sovrattassa ha scoraggiato moltissimi italiani dall’acquisto di auto di potenza superiore ai 185 kW, che – lo ricordiamo, sono certamente costose ma generano un forte introito nelle casse dello stato. Una Ferrari Purosangue, per esempio, versa alle casse dell’Erario ben 70.000 euro dei 390.000 euro del listino. Oltretutto un simile sistema di penalizzazione ha portato negli anni a cercare (e trovare) sotterfugi per immatricolare le vetture in Paesi esteri, pur continuando a circolare sul territorio italiano.

Clicca qui per visitare la pagina dell’autore