La questione è di quelle spinose. Perché il mondo dell’auto da tempo ha intrapreso la strada dell’elettrificazione come modello più rapido (certamente non semplice) per avviarsi verso una inesorabile conversione 100% elettrica.

Scelte tecniche, che nel formato ibrido plug-in sono state messe in discussione dall’associazione Transport & Environment (trasporto e ambiente) come riporta Automotive News Europe.

Ricerca approfondita

Da tre decadi T&E opera nel settore dei trasporti, non soltanto su gomma e, negli anni, ha lavorato attivamente anche con il governo europeo. La ricerca sul campo è stata affidata a Emission Analytics, società indipendente che opera proprio nel settore dei rilevamenti in ambito emissioni.

Tali misurazioni hanno avuto per protagoniste tre auto ibride plug-in vendute in Europa. Pertanto stiamo parlando della BMW X5 45e, della Mitsubishi Outlander PHEV e della Volvo XC60 T8 Plug-in. Dai risultati rilevati nessuna delle tre auto in oggetto sarebbe stata capace di rispettare i risultati “promessi”: sia con batteria carica, che con batteria scarica.

BMW X5 xDrive45e

Mitsubishi Outlander PHEV 2019 Test

Mitsubishi Outlander PHEV

Volvo XC60 T8 Twin Engine

Volvo XC60 T8 Twin Engine

Risultati discordanti

Le differenze rispetto al dichiarato sono piuttosto importanti. Il dato che riguarda la CO2, quando ci si riferisce al pacco batteria pienamente carico, varia tra il 28 e l’89% in più rispetto al dichiarato. E quando si appronta la modalità di guida necessaria per ricaricare la batteria in movimento, in modo tale (eventualmente) da accedere al centro cittadino nel solo modo EV, emettono da tre a 12 volte di più rispetto ai dati certificati dalle case.

Mentre con la batteria completamente scarica la differenza si discosta dalle tre alle otto volte in più rispetto ai valori ufficiali. In quest’ultimo caso è stato rilevato che i veicoli PHEV possano percorrere tra gli 11 e i 23 km a batteria completamente scarica prima di entrare nel range di emissioni di CO2 al di sopra di quelli dichiarati.

Le case (non) rispondono

Secondo quanto riportato da Automotive News Europe, in difesa dei propri prodotti hanno risposto solo due case su tre di quelle protagoniste della prova. Attualmente l’unica ad aver disertato è stata BMW. Mentre Volvo e Mitsubishi ribattono sostanzialmente che le loro vetture rispettano tutti gli standard delle legislazione vigente (Volvo) e che non si affidano a risultati di cui non hanno preso parte ai rilevamenti (Mitsubishi).

Seconda ricerca

Di fatto il lavoro realizzato da Transport & Environment con la collaborazione di Emission Analytics, avvalora la tesi di un altro studio proprio sulla stessa materia. Protagonisti l’istituto Fraunhofer ISI in Germania e l’International Council on Clean Transportation (ICCT), che rileva sostanzialmente che le auto ibride plug-in non siano più rispettose dell’ambiente rispetto alle vetture con motore a combustione tradizionale, a causa della loro limitata autonomia in elettrico.

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