È morto oggi a 90 anni (ne avrebbe compiuti 91 a novembre) Bruno Sacco, tra i designer auto italiani più apprezzati di sempre, il cui nome è legato in maniera indissolubile a Mercedes. Nato a Udine nel 1933 è entrato a far parte del centro stile della Stella nel 1958, dopo esperienze in Ghia e Pininfarina.
A Stoccarda è rimasto fino al 1999, anno della pensione, dove dal 1975 era a capo del design Mercedes, dando vita ad alcuni dei modelli più iconici della Casa.
I modelli più importanti
Tra i primi lavori di Sacco quello forse più importante riguarda la Mercedes SL “Pagoda” 113 dei primi anni ’60, seguita poi dalla Mercedes 600, all’epoca ammiraglia della Stella. Modelli che videro il designer italiano parte del gruppo di lavoro, sotto la guida di Friedrich Geiger.
La grande svolta arriva nel 1975 con la nomina a responsabile dello Stile Mercedes, ruolo che come detto Bruno lascerà nel 1999 per andare in pensione.
Nominare tutti i modelli disegnati in 24 anni di carriera sarebbe impossibile, tra i lavori più importanti non possiamo non citare prima di tutto la Mercedes Classe G, l’iconico fuoristrada nato nel 1979 capace di attraversare le epoche mantenendo praticamente intatto il proprio stile.
È però la Mercedes 190 del 1982 – prodotta in quasi 1,9 milioni di unità – l’auto che rese più orgoglioso di se stesso Sacco. La “baby Mercedes” diventata poi negli anni la Classe C.
Non si può non nominare la Mercedes Classe A del 1997, primo modello a trazione anteriore della Casa con meccanica particolare e un inizio non facile dovuto al fallimento del test dell’alce. Fu un vero successo, con 1,1 milioni di unità vendute.
Anche le Mercedes SLK e CLK sono nate dalla matita di Bruno, sportive capaci di dare una svolta allo stile non solo della Casa ma dei propri segmenti di appartenenza. Come la Mercedes Classe E del 1996 (serie 210), declinata poi in versione station wagon.
Infine la MMC smart, la rivoluzionaria citycar a due posti prodotta non sotto il brand Mercedes, ma figlia della direzione stilistica di Bruno.