Il mondo dei trasporti sta vivendo uno dei periodi più controversi della storia. All’aumento costante del numero di veicoli in circolazione in tutto il mondo, dovuto alla crescente industrializzazione anche dei Paesi meno sviluppati, si contrappone in maniera decisa la necessità di contenere i livelli di emissioni di sostanze inquinanti.

Le normative, dunque, sono sempre più restringenti, con l’obiettivo di puntare entro il 2030 a ridurre del 37,5% i valori di emissioni di CO2, per arrivare ad un livello massimo di 59 g/km. La sfida per i costruttori, però, è duplice, perché proprio il differente livello di sviluppo della mobilità nelle varie aree del mondo fa sì che non si possa puntare su una soluzione soltanto.

Lo conferma Bosch, tra i principali fornitori di componenti e sistemi propulsivi completi, che ogni anno investe più di 400 milioni di euro nella mobilità a zero emissioni, ma che al tempo stesso non si concentra soltanto sull’elettrificazione nel percorrere la strada verso la “carbon neutrality” .

Elettrico sì, ma non dappertutto

Oltre a sviluppare powertrain completamente elettrici e ad investire in ricerca per quanto riguarda le fuel cell ad idrogeno, l’azienda tedesca continua ad ottimizzare la tecnologia dei propulsori a combustione interna – che in molte aree rimarranno a lungo la scelta predominante – e lavora anche sulla produzione degli e-fuel, carburanti ottenuti da fonti rinnovabili.

L’elettrificazione dei powertrain

Nel settore dei veicoli a batteria Bosch è presente come produttore di diversi componenti, dai semiconduttori al carburo di silicio ai motori, fino ad arrivare ai cosiddetti “rolling chassis”, con la completa integrazione dei sistemi all’interno delle piattaforme delle Case automobilistiche partner.

Ma siccome le vetture 100% elettriche fanno ancora fatica ad affermarsi su larga scala, visti i costi elevati e l’infrastruttura di ricarica ancora non all’altezza, resta elevato anche l’impegno su altre forme di elettrificazione, come l’ibridizzazione.

In questo senso, Bosch ha avviato una collaborazione a lungo termine con uno dei più grandi produttori di batterie cinese, CATL, per la batteria a 48V utilizzata nei sistemi mild hybrid.

L’idrogeno per il trasporto pesante

Sul fronte della tecnologia fuel cell, orientata principalmente al settore dei trasporti pesanti, Bosch sta collaborando dal 2019 con l’azienda svedese PowerCell Sweden AB per sviluppare e produrre il cuore di questi sistemi. I moduli, chiamati Fuel Cell Power Module, vengono assemblati negli stabilimenti di Stoccarda e di Wuxi in Cina, con la prima applicazione prevista sui camion della Nikola Motors.

Non solo powertrain 100% elettrici

Secondo le stime, il periodo di transizione energetica nel mondo dell’automobile porterà ad avere nel 2030 circa un 75% dei veicoli circolanti dotati di powertrain ibridi, dunque con ancora a bordo motori endotermici. Più o meno da quella data, infatti, molti Paesi hanno annunciato di voler mettere al bando le auto spinte da soli motori a scoppio, il che comunque non significa pensare di passare al 100% di vetture completamente elettriche tutto d’un colpo.

Dunque, oltre all’ottimizzazione dei motori Diesel (che come già accennato in molti Paesi in via di sviluppo sono ancora i preferiti), Bosch sta lavorando su alcune evoluzioni dei propulsori a benzina e su nuovi sistemi di trattamento dei gas di scarico, che consentano di ridurre anche del 70% le emissioni in condizioni di guida reale rispetto agli attuali Euro 6d.

Freni più ecologici

La soluzione per “salvare” i motori endotermici non passa però soltanto dai propulsori, ma anche – e forse soprattutto – dai combustibili, così come l’inquinamento non è soltanto quello prodotto dai motori. Osservazioni che hanno portato l’azienda tedesca a rivolgere la sua attenzione anche allo sviluppo degli e-Fuel, carburanti sintetici ricavati da materie prime rinnovabili, e a nuove tecnologie come gli iDisc. Questi ultimi sono innovativi freni a disco che, grazie all’utilizzo di un composto più duro basato sul carburo di tungsteno, permettono di ridurre del 90% la produzione di polveri sottili generate dalla frenata.

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