Quasi tutte le aziende specializzate in tuning hanno i loro marchi prediletti, qualcuno però negli anni si è legato con particolare forza a pochi brand, riuscendo a stringere collaborazioni ufficiali. Pochi, però, si sono concentrati unicamente su una Casa, offrendo raffinati “upgrade” della quasi totalità dei suoi modelli.

Una di queste è Alpina, tuner che dalla fine degli Anni ’70 lavora esclusivamente sulle vetture BMW, che evolve sia sotto l’aspetto dell’allestimento, con soluzioni da sportive a lussuose ma non troppo pacchiane, e ritocca le prestazioni mettendo mano a motori e telai. Ecco come tutto è cominciato.

Anima bavarese

L’attività di Alpina inizia nel 1961, quando il giovane Burkard Bovensiepe, neanche trentenne, apre la sua attività nella cittadina bavarese di Buchloe, a circa 60 km da Monaco di Baviera dove ha sede la BMW. La Casa dell’Elica è già affermata come costruttrice di berline eleganti e veloci spider, ma le manca ancora qualcosa per riuscire a porsi quale reale alternativa a concorrenti blasonati come Mercedes.

BMW 2000 tii Touring by Alpina 1973

Negli anni ci arriverà da sola, ma in questo particolare momento, il lungimirante imprenditore tedesco coglie e interpreta il desiderio di una parte della clientela di alzare leggermente il livello e rendere le auto, apprezzate per le doti dinamiche e il design, un po’ più ambiziose.

Alpina B6 1975

Nel 1975, dunque, dopo essersi fatta le ossa elaborando vari tipi di auto, Alpina si focalizza su BMW e inizia a realizzare una propria serie di modelli su base Serie 3 e Serie 5. Il cambiamento è delicato, non stravolge le linee delle vetture di base limitandosi a rafforzarne un po’ il carattere, perché il legame con il modello originale resti evidente.

Alpina B7 S Turbo Coupe 1978

Alpina B7 S Turbo Coupe 1978

La svolta: solo BMW

Sul finire degli Anni ’70, Bovensiepe decide di dedicarsi esclusivamente alle BMW, diventando a tutti gli effetti costruttore, qualifica che viene riconosciuta alla sua azienda intorno all’83 anche se la gamma basata sulle vetture di Monaco è di fatto già prodotta e commercializzata dal ’78. In quegli anni si rafforza il legame con la Casa stessa, già portata anche sui campi di gara dove Alpina ha debuttato come scuderia poco dopo la fondazione.

Alpina B6 2.8 (E36) 1992
Alpina cerchio e logo

Da quel momento, la gamma si allarga ancora andando da versioni delle berline fino a modelli sportivi come le Serie 6 e anche 8, che Alpina rende più esclusive realizzandole spesso in un numero molto limitato di esemplari.

Alpina B12 5.0 1994

Con il tempo, si affina anche lo stile dell’azienda, che introduce alcuni elementi destinati a diventare suoi “tratti somatici” distintivi come i cerchi in lega a 20 razze o il particolare colore blu metallizzato esclusivo, offerto con una crescente selezione di tinte e armonie interne anche personalizzate. Inoltre, sulle Alpina il limitatore di velocità è assente o tarato con limiti più elevati rispetto alle normali BMW.

Alpina B6 Bi-turbo Cabrio Edition 50 2019

Alpina B6 Bi-turbo Cabrio Edition 50 2019

Non facili da “riconoscere”

Se le BMW by Alpina si fanno notare, le sigle usate per identificarle negli anni sono un po’ complicate: i modelli più popolari basati sulle Serie 3 sono quasi sempre siglati B3, tuttavia in alcuni casi cambiano codice, come accade per la B8 del ’95, realizzata trapiantando il V8 4.6 della Serie 7 su una 328 serie E36.

Sulle altre vetture invece la codifica non segue un ordine regolare. Le Serie 5 sono battezzate B7, B9 e B10, alcune occasionalmente usate anche per derivate delle Serie 6 e Serie 7.

Alpina Roadster (Z1) 1990

Alpina Roadster (Z1) 1990

Alpina Roadster V8 (Z8) 2000

Alpina Roadster V8 (Z8) 2000

Negli anni, Alpina arriva a proporre una sorta di gamma alternativa ricca quasi quanto quella originale, con varianti di quasi tutti i modelli BMW compresi i SUV. Ci sono anche le scoperte Z4 e le interpretazione di modelli già molto esclusivi come la Z8 del ’99, chiamate semplicemente Roadster.

Alpina XB7 2020

Il legame si rafforza

Nel 2022 l’azienda consacra il suo rapporto con il costruttore di Monaco attraverso un accordo che lo porterà a tutti gli effetti a diventare parte del BMW Group. Questo prevede infatti l’acquisizione di Alpina, che conserverà l’attività di tuning “di lusso” e della sede storica per altri tre anni e in seguito diventerà una vera e propria divisione di BMW che si occuperà anche di heritage e restauro di vetture classiche.

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