Motor1.com Logo

Quali sono le auto più “folli” del mondo? Sicuramente le Homologation Specials, quei mezzi pazzi, fuori dal comune, prodotti dalle Case per soddisfare le richieste della FIA per accettare in una determinata categoria l’evoluzione da corsa di un modello stradale.

Tra queste, ce ne sono nove che hanno fatto breccia nel cuore di tantissimi appassionati, con nomi celebri, potenze esagerate e motori fuori dal comune. Vediamole nel dettaglio in ordine cronologico.

Ford Escort RS 1800 – 1975

Dopo le fortunate RS 1600 e RS 2000, la prima Ford a scendere in strada derivata direttamente dalla corrispettiva auto da rally è la Escort RS 1800, nel 1975. La MK2 della Escort arriva sul mercato con un bialbero 16 valvole da 115 CV che costituisce la base di quella che sarà la versione da competizione gruppo 4 nel mondiale rally.

Numerosi sono i successi sportivi della 1800 che si aggiudica il titolo mondiale rally costruttori e quello piloti con Bjorn Waldegard nel 1981 con Ari Vatanen.

Opel Kadett GT/E – 1975

A competere su strada e poi sulle piste sterrate con la Ford Escort c’è una Opel, dai colori gialli e neri tipici del reparto sportivo della Casa. E’ la Opel Kadett nella sua versione più estrema, la GT/E. Dotata di un motore 1.9 litri a iniezione elettronica Bosch, con 115 CV e 119 Nm di coppia, è dotata di un cambio ZF molto preciso a 5 marce, che ne fa una vera “arma” affilata.

Nel 1975 scende in pista prima con 160 CV e successivamente con 210 CV, ottenendo risultati piuttosto incoraggianti. Le prime vere vittorie però arrivano solo nel 1976 quando la coupé del Blitz arriva seconda nel Mondiale Marche, dietro alla iconica Stratos.

Opel Kadett GT/E

Fiat 131 Abarth Rally Stradale – 1976

Un anno più tardi rispetto alla Opel e alla Ford, scende in strada anche la prima italiana del gruppo, la Fiat 131 Abarth Rally Stradale nel 1976. Costruita in appena 400 esemplari e basata sulla allora Fiat 131, si ispira alla celebre auto da rally che negli stessi anni conquista tre mondiali costruttori, una Coppa Fia Piloti e un mondiale piloti tra lo stesso 1976 e il 1982.

Dotata del 2.0 litri 4 cilindri in linea da 140 CV, con carburatore a doppio corpo, abbinato a un cambio manuale a 5 marce con innesti frontali e differenziale autobloccante, è in grado di raggiungere una velocità massima di 190 km/h, su gomme da 15 pollici, quasi un record per l’epoca.

Abarth 131 Rally

Talbot Sunbeam Lotus – 1979

Tre anni dopo la Opel, anche Chrysler decide di entrare nel campionato del Mondo Rally. Per farlo prende una Talbot Sunbeam e la elabora seguendo le regole dell’epoca. I risultati? La piccola tre porte gareggia per cinque stagioni dal 1979 al 1983, e vince il titolo costruttori nel 1981.

L’auto di serie da cui deriva è la Chrysler Sunbeam, una berlina sempre a tre porte dedicata alle famiglia in versione Talbot Lotus, la più potente. Equipaggiata con un 2.2 litri aspirato da 155 CV abbinato a un cambio manuale a 4 marce e con quattro freni a disco.

Talbot Sunbeam Lotus

Toyota Celica GT-Four – 1992

Facciamo un salto temporale e arriviamo al 1992. Il nome Celica è già affermato e dopo una prima generazione molto fortunata, che ottiene 13 successi dal 1988 nel campionato mondiale di rally, Toyota presenta la seconda generazione, che subito debutta nel campionato rally con alla guida il pluripremiato Carlos Sainz.

Per permettere l’omologazione FIA la Casa giapponese porta sul mercato una versione stradale della Celica GT-Four. Equipaggiata con un 2.0 litri turbo 4 cilindri da 208 CV e 278 Nm di coppia, è munita di trazione integrale permanente che le permette uno 0-100 in appena (per l’epoca) 7,9 secondi. La fortunata Celica di seconda generazione ottiene numerose vittorie con Carlos Sainz, tanto da portare il costruttore alla creazione di una versione speciale in suo onore, oggi richiesta da tantissimi appassionati e rarissima.

Toyota Celica GT-four

Ford Escort RS Cosworth – 1992

Negli stessi anni della Celica, a competere su strada e sullo sterrato c’è una rivale di tutto rispetto; la Ford Escort RS Cosworth, conosciuta tra gli appassionati per la sua ala posteriore di grandi dimensioni.

Per permettere l’omologazione dell’auto ai fini FIA, Ford a metà dello stesso anno avvia la produzione di 2500 esemplari stradali dell’auto. L’intera meccanica proviene dalla fortunata Ford Sierra RS Cosworth, sul cui pianale a passo accorciato viene montata una carrozzeria disegnata da Ian Callum, elaborata con parafanghi allargati, minigonne, prese d’aria sul cofano motore e la mitica doppia ala posteriore denominata “ad’anatra”.

Meccanicamente viene dotata di un 2.0 litri 4 cilindri bialbero 16v sovralimento con turbocompressore e intercooler da 220 CV e trazione integrale permanente.

Ford Escort RS Cosworth

Renault Clio Williams – 1992

Restando sempre nel 1992, per celebrare la conquista del titolo costruttori di Formula 1 del team Williams-Renault, la Losanga Francese prepara una pepatissima Clio. Il progetto estetico e il motore vengono seguiti interamente dalla neonata divisione Renault Sport, che crea una delle auto più riconoscibili della sua epoca.

Pensata per essere prodotta in origine in appena 4.500 esemplari, alla fine Renault ne realizza circa 12.000, grazie al vasto successo riscontrato in tutta Europa. Equipaggiata con il celebre 2.0 litri 4 cilindri aspirato da 147 CV e 155 Nm di coppia, è oggi un vero oggetto di culto per tantissimi appassionati.

Renault Clio Williams

Mitsubishi Lancer Evolution VI – 2000

Derivata dalla fortunata EVO V, nel 2000 arriva sul mercato la versione stradale della EVO VI, nuova evoluzione della Lancer. Equipaggiata con un 2.0 turbo 4 cilindri da 280 CV e 364 Nm di coppia massima, abbinato a un cambio manuale a 5 marce e alla trazione integrale permanente.

Nella sua vita ottiene numerose edizioni speciali in onore delle tante vittorie nei rally. La più celebre? La Tommi Makinen Edition, con un diverso paraurti anteriore, con sedili Recaro neri e rossi in tessuto con il logo Tommi Makinen, cerchi in lega da 17″ bianchi Enkei, volante Momo in pelle e un particolare turbocompressore in titanio unico nel suo genere.

Mitsubishi Lancer GSR Evolution VI

Subaru Impreza WRX STi – 2003

L’ultima della nostra lista è l’Impreza più “Impreza” di sempre, la WRX STi del restyling del 2003. Dopo anni di successi nei rally Subaru abbandona i fari anteriori tondi che tanto facevano impazzire i tifosi a bordo strada in favore di uno stile più europeo.

Nel corso della sua carriera vince diverse coppe mondiale, tra cui quella con alla guida Peter Solberg che nel 2003 induce la Casa a realizzare una edizione speciale, appunto la Peter Solberg Edition, divenuta oggi un vero oggetto da collezione.

Subaru Impreza WRX STi

Clicca qui per visitare la pagina dell’autore