ELETTRICITÀ E DOMANDE – Le auto elettriche sono destinate ad entrare nelle vita di tanti automobilisti nei prossimi anni. Molti sanno che a spingerle c’è un motore elettrico e ad alimentarle ci pensa una batteria (che va ricaricata), ma ci sono ancora tante domande che circondado questo “nuovo mondo”. Vediamo dunque di fare conoscenza con alcune delle peculiarità delle auto elettriche che meritano di essere approfondite. Per questo abbiamo risposto ad alcuni dei tanti quesiti che arrivano in redazione.

Si rischia la scossa sotto la pioggia o centrando una pozzanghera profonda? 
No, anche se le batterie lavorano ad alta tensione (300-400 volt e più) esse sono racchiuse in resistenti involucri ermetici (foto qui sopra). Questi contenitori sono robusti (è anche per questo che le batterie pesano molto) e i componenti ad alta tensione hanno circuiti di sicurezza che “spengono” la batteria in caso di malfunzionamento. In rete circola il video di una Tesla Model 3 che si muove tranquillamente con l’acqua che le arriva al cofano nel bel mezzo di un’inondazione. Questi dispositivi ad alta tensione non sono una novità assoluta: ricordiamo, con i dovuti distinguo, che nei fari allo Xeno ci sono tensioni fino a 30.000 volt ma la cosa non crea problemi.

Si può fare la manutenzione del motore elettrico? 
I motori delle auto elettriche moderne (nel disegno qui sopra uno spaccato), raffreddati a liquido, non raccolgono polvere come quelli “aperti”. Sono chiusi in involucri a tenuta stagna (vedi sopra) e la manutenzione è ridottissima: l’unica parte in movimento, il rotore, gira su cuscinetti e non viene a contatto con altri organi. Non è consigliabile armeggiare intorno ad un motore elettrico perché è attraversato da tensioni elevate. Anche fare tuning meccanico è praticamente impossibile: questi motori appaiono semplici, ma nascono da progetti molto sofisticati.

Le auto elettriche hanno il cambio? 
Il motore elettrico ha la coppia massima da subito e questo permette di eliminare la frizione. Non ha organi in moto alternato (come la distribuzione e il gruppo pistone-biella) ma solo il rotore ben bilanciato: questo permette di raggiungere in scioltezza regimi di 15.000 e più giri/minuto. Il cambio a più rapporti può essere inutile e infatti la grandissima maggioranza delle elettriche ha una trasmissione a rapporto fisso. Questo, insieme all’eccessivo consumo di energia che si verifica andando forte, limita in genere la velocità massima a un valore più basso rispetto alle auto a combustione di potenza paragonabile. Le Tesla sembrano sfuggire a questa relativa lentezza così come la sportivissima Porsche Taycan, che è l’unica con un cambio a 2 velocità, automatico e abbinato al motore posteriore.

Le auto elettriche sono più spaziose internamente?
Non necessariamente, dipende dal design: se un’elettrica è progettata come tale fin dall’inizio allora generalmente la batteria è sotto il pavimento dell’abitacolo. Questo non solo abbassa il baricentro (la guida migliora) ma libera anche spazio per ingrandire l’abitacolo, che è spesso più spazioso rispetto ad un’auto convenzionale paragonabile. In alcuni casi, sfruttando la compattezza della meccanica, si riesce a creare un piccolo portabagagli anteriore.

È più o meno impegnativa la manutenzione di un’auto elettrica? 
Molto meno. Infatti, il gruppo della trazione elettrica non ha molte esigenze di manutenzione, a parte il controllo del fluido di raffreddamento/lubrificazione. Lo stesso si può dire per la batteria e la parte elettronica mentre la trasmissione semplificata è molto longeva. La Nissan USA, per esempio, prescrive per il primo tagliando della Leaf (12.000 km o 6 mesi) la sola rotazione degli pneumatici. In condizioni più gravose, con stop-and-go continui in climi molto caldi e/o uso in strade dissestate/polverose, sporche di sale e simili, si aggiungono controllo dei freni, dei filtri e dei livelli. I tagliandi successivi, da eseguire ogni 12.000 km o  6 mesi, aggiungono una volta si e una no il controllo del livello olio della trasmissione, il cambio dei filtri e l’ispezione delle sospensioni, dei semiassi, dello sterzo, della presa di ricarica e un check della batteria.

Ci sono precauzioni speciali da seguire quando si carica la batteria? 
Le case affermano che la ricarica è semplice e sicura, anche sotto la pioggia. È comunque necessario bloccare le porte e inserire il freno di stazionamento. Sappiamo poi che per allungare la vita delle batterie (qui per saperne di più) è opportuno programmare la carica in modo da non superare l’80%. Ricordiamo che se si carica da colonnine pubbliche il gestore potrebbe applicare un sovrapprezzo se non la si rimuove subito dalla piazzola dopo il completamento della carica. Enel X, per esempio applica “penali” crescenti da 9 a 18 cent/minuto a seconda del tipo di colonnina.

Il riscaldamento, i fari e in generale gli accessori influiscono sull’autonomia? 
Si, ed è facile capire il perché: in un veicolo elettrico tutto funziona con l’energia immagazzinata nella batteria, dal motore al riscaldamento fino all’impianto audio. È per questo, per esempio, che si sta diffondendo la pompa di calore per l’impianto di climatizzazione: essa riscalda l’aria in modo molto più efficiente rispetto alle classiche resistenze.

Quanto durano le batterie? 
Sono piuttosto longeve (qui per saperne di più) e, in effetti, una garanzia di 8 anni o 160.000 km sembra essere la norma. In assenza di “eventi traumatici” ci si può aspettare un lento decadimento della capacità di carica mentre la rottura completa è molto improbabile. 

Cosa accade alle batterie esaurite?
Diciamo subito che le batterie vengono considerate non più adatte a essere impiegate su un’auto elettrica se scendono sotto il 70-80% della loro capacità nominale dato che l’autonomia diminuisce. Costruttori come Volkswagen, Fiat, Renault, Mercedes forniscono per la batteria una garanzia di 8 anni o 160.000 km: la sostituzione avverrà qualora la capacità residua sia scesa sotto il 70% (66% per Renault) di quella iniziale. Le batterie si stanno dimostrando longeve e quindi le case sono abbastanza sicure di non dover fronteggiare troppe sostituzioni in garanzia. La sostituzione fuori garanzia può essere onerosa, ma alcuni marchi pensano già al riutilizzo delle batterie per usi stazionari (per immagazzinare l’energia dei panneli solari per esempio, come nella foto qui sopra) e quindi ipotizziamo una sorta di “rotazione” come accade già oggi. Se le elettriche si diffonderanno molto potrebbero poi nascere riparatori specializzati sulle batterie, in grado di intervenire solo sui moduli e non sull’intero pack. Le prossime generazioni di batterie (è una tecnologia in piena evoluzione) potrebbero poi essere più economiche e facili da riciclare, ridimensionando quella che è una grande ansia degli automobilisti.

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