Gli autotrasportatori sono sul piede di guerra: nelle scorse ore le associazioni di categoria Confartigianato, Fai/Conftrasporto e Fiap hanno proclamato lo stato di agitazione ed hanno programmato un blocco delle merci dall’1 al 5 luglio nel porto di Genova per chiedere la reintroduzione sulla regolamentazione dei costi minimi su cui da anni si gioca una complessa battaglia legale sulla legittimità, la salvaguardia dei termini di pagamento e controlli per debellare dumping e concorrenza sleale da parte di imprese estere.

«Nonostante le difficoltà subite dopo il crollo del ponte Morandi, la chiusura di importanti nodi autostradali, l’autotrasporto non si è mai fermato e ha continuato a operare anche in presenza della pandemia del Covid-19», scrivono i responsabili delle associazioni di autotrasporto.

«Le continue richieste di sconti e dilazione sui tempi di pagamento non fanno i conti con la compressione dei ricavi, giunta al limite della sopravvivenza delle imprese. Il libero mercato, in primis deve salvaguardare la libera contrattazione nel rispetto del quadro normativo», lamentano gli operatori.

I lavoratori del settore picchetteranno tutti gli accessi agli scali portuali per le merci di Genova. Si prevedono ripercussioni sul traffico dei passeggeri in transito per le vacanze, dal momento che le vetture dirette agli imbarchi si dovranno concentrare verso gli ingressi riservati ai veicoli leggeri.

Intanto la deputata del M5S Carmela Grippa annuncia un emendamento al decreto rilancio che vorrebbe introdurre un extra bonus di 15 centesimi di euro per litro di carburante e l’attuazione di un sistema di riduzione compensata dei pedaggi autostradali pagati dal 5 maggio fino al 5 giugno.

«Durante il lockdown il settore dell’autotrasporto ha continuato in alcuni casi a provvedere al sostentamento di alcuni servizi essenziali per la popolazione: dalla fornitura di beni alimentari ai supermercati e di beni primari ai negozi tutta Italia al trasporto di ogni bene necessario durante l’emergenza, spiega l’onorevole Grippa.

«Attraverso due emendamenti a mia prima firma al decreto Rilancio – annuncia la deputata -, puntiamo a dare il giusto e doveroso riconoscimento a chi in questa categoria non ha smesso di viaggiare, sostenendo costi al momento non coperti dai pagamenti rimandati delle aziende clienti e sopportando pure alcuni disagi come quelli provocati dalla chiusura dei punti di ristoro lungo le autostrade e dalla difficoltà di trovare luoghi di sosta altrove. Un settore che sta continuando a lavorare spesso anche in perdita, non riuscendo a controbilanciare il viaggio di andata con quello di ritorno».

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