Batterie per le auto elettriche: basta litio, arriva l’alluminio?

SI CAMBIA CHIMICA – Il litio è un ottimo materiale per costruire batterie, ma non è certo l’unico. Anche il ben più comune alluminio ha infatti alcune frecce al suo arco. È molto meno caro, più abbondante e meno aggressivo del litio e, se accoppiato con i materiali giusti, potrebbe segnare una svolta nel settore. Si parla infatti di pericolosità quasi nulla, facilità nel recupero delle materie prime a fine vita, ricarica velocissima e longevità a prova di bomba. A dirlo è l’australiana Graphene Manufacturing Group sulla scorta di risultati di ricerche condotte in collaborazione con l’Università del Queensland. Su prototipi di celle al grafene e ioni di alluminio. I numeri sembrano parlare chiaro: la densità di potenza è di circa 7.000 W/kg, un valore incredibile se si pensa che le attuali batterie al litio arrivano a circa 700 W/kg.

POCO DENSE, PERÒ… – Questo valore è legato direttamente alla velocità di ricarica, che infatti è dichiarata essere 10 volte più veloce rispetto alle batterie agli ioni di litio. Anche la longevità sembra da primato: i prototipi hanno sopportato 2.000 cicli di carica/scarica senza degrado misurabile. Un tallone d’Achille è però la densità di energia, quantificata in 160 Wh/kg: nulla di eccezionale se pensiamo che le attuali celle al litio più capaci superano i 250 Wh/kg. Questo danneggia l’autonomia: è come se nel “serbatoio” dell’auto, a parità di peso, ci stesse meno energia. Ci sono però alcuni fattori che migliorerebbero le cose. Il primo è che il recuperare autonomia sarebbe molto facile grazie alla velocità di ricarica. La seconda è che la stabilità intrinseca di queste celle potrebbe eliminare la necessità di un sistema di climatizzazione ad esse dedicato che, secondo il ceo di GMG Craig Nicol, intervistato da Forbes, incide per circa il 20% del peso di un battery pack. 

MOLTE COSE DA CHIARIRE – Nicol sostiene anche che è molto probabile che queste celle non avranno bisogno di raffreddamento né riscaldamento, dato che funzionano bene anche a temperature sotto zero. A parità di peso della batteria, quindi, ci sarebbero “più celle” e questo compenserebbe almeno in parte i Wh/kg inferiori degli elementi agli ioni di alluminio. Rimangono le incognite sul prezzo del grafene: è assolutamente atossico (è fatto di carbonio), ma è difficile da produrre e costa più di litio e cobalto. Il fatto che queste celle non contengano rame, il cui prezzo è in rialzo in questo periodo, non arriva a compensare i costi del grafene. Pro e contro, quindi, l’effetto dei quali sarà chiaro solo fra qualche tempo. Da GMG fanno sapere che i primi prototipi di valutazione (pile a bottone tipo orologio ricaricabili in 10 secondi) saranno in produzione fra 6 mesi mentre per le celle adatte a smartphone e portatili occorrerà aspettare. E che queste celle sarebbero compatibili con la piattaforma MEB della Volkswagen e con molte altre dato che la loro forma può essere qualsiasi: staremo a vedere.
 

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