La famiglia si allarga

Fin dal 1985 la M di Motorsport, il reparto sportivo delle BMW, sigla le versioni più veloci della Serie 3 a due porte e della sua erede: la Serie 4 Coupé. L’ultima della stirpe non fa eccezione, ma ha una gamma più estesa. Per coloro che al cambio manuale e al pedale della frizione non vogliono rinunciare, c’è la M4 “base” (96.500 euro), con un 3.0 biturbo a sei cilindri da 480 CV e la trazione posteriore. La più grintosa BMW M4 Competition che abbiamo guidato ha 510 CV (50 in più della precedente versione CS) e un cambio automatico con convertitore di coppia a 8 marce; costa 101.000 euro e, per la prima volta nella storia del modello, si può avere anche integrale (per 4.500 euro in più). Il sistema 4×4 dispone di tre modalità di funzionamento.

Normalmente, la frizione a controllo elettronico trasmette il moto all’avantreno solo quando le ruote posteriori iniziano a slittare. In Sport avviene lo stesso, ma con una distribuzione della potenza che privilegia maggiormente il retrotreno. Disattivato il controllo di trazione, poi, si può scegliere la 2WD, in cui tutta la potenza della BMW M4 Competition è inviata ai soli pneumatici posteriori.

Come in passato, c’è pure la versione cabriolet, con 510 CV e solo 4×4: 113.000 euro. In ogni caso sono di serie gli interni in pelle, il climatizzatore trizona e il raffinato impianto multimediale con navigatore.

A pagamento sono invece ausili alla guida come il monitoraggio dell’angolo cieco dei retrovisori (920 euro nel pacchetto Driving Assistant), l’M Driver’s Package (2.550 euro), che include la partecipazione a un corso di guida veloce e l’innalzamento della velocità massima da 250 a 290 km/h (ottenuto eliminando il limitatore elettronico), oltre ad altri accessori che caratterizzano in senso più sportivo la BMW M4 Competition.

Regolazioni di fino

L’autentico plus di questa BMW M4 Competition è la gestione elettronica M Drive, che permette di personalizzare nei minimi dettagli la risposta dell’auto. Premuto il tasto setup nel tunnel, attraverso lo schermo dell’impianto multimediale il guidatore può variare separatamente e fino a tre impostazioni (Comfort, Sport e Sport+) la risposta di motore, cambio, sterzo, sospensioni a controllo elettronico (di serie) e persino dei freni. Inoltre, può regolare su ben 10 livelli la soglia di intervento del controllo di trazione, per ottenere in pista sovrasterzi di potenza spettacolari ma anche sicuri. Il sistema arriva persino a mostrare la velocità e la durata del drifting, assegnando un voto alla manovra. Sembra complicato, ma c’è la possibilità di memorizzare le due impostazioni preferite, da richiamare poi tramite la coppia di tasti rossi che spuntano dietro le razze del volante.

Ancora più tagliente

Le linee slanciate e le fiancate lisce della BMW M4 Competition restano quelle delle Serie 4 Coupé meno potenti. Specifico il cofano con due incavi sul bordo, che evidenziano la mascherina a doppio rene ingigantita. Diverso anche il paraurti, con prese d’aria più spigolose e spoiler di generose dimensioni. Nella parte posteriore spicca il diffusore aerodinamico, che ospita due coppie di tubi di scarico. Il tetto, poi, è in fibra di carbonio. Dello stesso materiale, con il pacchetto Esterni in carbonio (4.800 euro) si possono avere le calotte dei retrovisori, lo spoiler anteriore e quello sul bordo del baule, oltre a un inserto nel diffusore posteriore. 

Un super sedile

Sportivo e ben rifinito, l’abitacolo della BMW M4 Competition resta nella sostanza quello della altre Serie 4 Coupé e offre quattro posti veri. A differenzarlo sono i morbidi rivestimenti in pelle Merino, ma lo si può rendere unico con il pacchetto M Race Track (16.800 euro). Oltre al pratico head-up display, include estese finiture in fibra di carbonio (anzichè nero lucido) e, soprattutto, i sedili M Carbon visibili nelle foto: sono molto contenitivi, ma comunque, confortevoli e regolabili elettricamente. Fra le loro peculiarità, spiccano il guscio per lo schienale in fibra di carbonio, i fianchetti della seduta forati (per contenerne il peso), il logo M4 Competition illuminato nello schienale e la possibilità di staccare l’imbottitura del poggiatesta, per lasciare spazio al casco quando si guida in circuito. Restano alcuni limiti comuni alle altre versioni, come la grafica poco chiara e con limitate possibilità di personalizzazione del cruscotto digitale e la corona del volante molto spessa, che può non piacere a tutti.

Buon divertimento

Ma è il momento di “assaggiare” la BMW M4 Competition nella variante a trazione posteriore sul circuito di Misano Adriatico. Va detto che il comportamento cambia parecchio in base ai settaggi descritti più sopra e che i 1725 kg, non pochi per una sportiva, in pista non si sentono troppo: l’auto è bilanciata e infonde fiducia. Nella prima parte del test, su un insidioso asfalto umido, scegliamo le impostazioni meno sportive; così facendo, la BMW M4 Competition ha un’erogazione della potenza senza dubbio corposa, ma anche progressiva, e gli slittamenti del retrotreno all’uscita delle curve sono facili da gestire (oltre che divertenti). A pista asciutta e con regolazioni più aggressive il sei cilindri si fa rabbioso e la salita verso la zona rossa del contagiri si accompagna a una maggiore e più coinvolgente sonorità dello scarico.

Gli inserimenti in curva sono pronti, la BMW M4 Competition si mantiene stabile e lo sterzo ha la precisione che serve, senza risultare troppo pesante. Rapido e non brutale l’inserimento delle otto marce con le levette dietro il volante (comode, anche se le avremmo preferite più lunghe), mentre i freni carboceramici svolgono un ottimo lavoro, con il pedale che nella modalità sportiva richiede uno sforzo maggiore: l’ideale per avere il giusto feeling nella guida in pista. Poi, superata la curva, la grande trazione garantita dai pneumatici 285/30 R 20 (optional a 2.000 euro) permette di accelerare presto con decisione; i 510 cavalli consentono di divorare in un lampo il rettilineo principale, e alla svolta successiva il divertimento ricomincia. 

Secondo noi

PREGI

> Freni. In pista mordono decisi e il pedale è ben modulabile.
> Motore. Ha verve in abbondanza, erogata con progressività.
> Settaggi. Le raffinate regolazioni elettroniche cambiano carattere all’auto, adattandola ai gusti del guidatore e alle situazioni di guida.

DIFETTI
> Cruscotto. La grafica virtuale non è sempre chiara e non delle più personalizzabili.
> Optional. Accessori irrinunciabili per un’auto di questo genere sono a pagamento.
> Volante. Ha una corona molto spessa, che non tutti gradiscono.

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