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Uno dei modelli più iconici che ha segnato la storia delmarchio francese Bugatti, da poco diventato parte dell’azienda Bugatti-Rimac, con l’intento di realizzare le hypercar 100% elettriche ed elettrificate del futuro, è la EB110, antenata delle più recenti Veyron e Chiron.

Si tratta dell’unica vettura prodotta nello stabilimento di Campogalliano dal 1991 al 1995 dopo che nel 1987 l’imprenditore Romano Artioli e l’ingegnere Paolo Stanzani hanno tentato di risollevare l’azienda dopo anni di buio profondo.

Forse però, non tutti sanno che negli ultimi anni di attività e prima della cessazione della produzione nel 1995 e l’acquisizione del marchio da parte di Volkswagen nel 1998, sono state costruite su richiesta di alcuni clienti due versioni speciali destinate alle gare endurance: la EB110 LM e la EB110 SC GTS-1.

Il modello stradale 

Facciamo un passo indietro. Nel 1991 Bugatti presenta in anteprima mondiale la EB110: EB sta per Ettore Bugatti, fondatore del brand, mentre 110 sono gli anni che avrebbe compiuto nel 1991. Una vettura innovativa sotto tutti i punti di vista proposta nelle versioni Gran Turismo e Super Sport.

Sotto il cofano trova posto un 12 cilindri a V di 60° da 3,5 litri con monoblocco in alluminio e magnesio abbinato a 4 turbocompressori che, a seconda della versione scelta, eroga una potenza massima di 560 CV o 610 CV. I dati sono incredibili: 0-100 km/h in 3,26 secondi e velocità massima di 351 km/h. Tra le caratteristiche innovative della vettura troviamo anche la struttura monoscocca in fibra di carbonio.

Nel 1991 stabilisce il record di velocità per una vettura di serie con 336 km/h. Per vedere un’altra Bugatti conquistare il primato occorrerà aspettare 14 anni e la supersonica Veyron, che per prima sfonderà il tetto dei 400 km/h.

Le versioni per il motorsport

Basata sulla variante SS (Super Sport), la EB110 SS Le Mans nasce per partecipare, appunto, alla 24H di Le Mans del 1994 nella classe GT1 con i piloti Alain Cudini,
Éric Hélary e Jean-Christophe Boullion. Le modifiche principali prevedono la riduzione del peso a 1.280 kg, circa 200 in meno della versione stradale, e diversi interventi al motore. 

Bugatti EB110 SS LM e EB110 SC GTS-1, le versioni da pista

Tra questi spiccano le speciali flangiature sui condotti di aspirazione e la diminuzione della pressione del turbo che garantisce più affidabilità senza penalizzare troppo la potenza che resta di 600 CV tra i 6.200 e i 7.200 giri al minuto. In qualifica la vettura ottiene il 17° posto generale e 5° nella classe GT1, ma in gara è costretta a ritirarsi dopo 23 ore e 30 minuti a causa di un guasto ad un turbocompressore.

Bugatti EB110 SS LM e EB110 SC GTS-1, le versioni da pista

La EB110 SC GTS-1 corre invece in Nord America, nel campionato IMSA 1995, e nel 1996 partecipa anche alla 24H di Daytona con un team composto dal francese Olivier Grouillard, lo statunitense Derek Hill e il monegasco Gildo Pallanca Pastor, di nuovo senza troppa fortuna visto che deve ritirarsi dopo 154 giri per problemi al cambio dovuto, a quanto si dice, alla rottura di un componente che costava appena 50 centesimi di dollaro.

In forma come allora

Pur senza una particolare fortuna agonistica, le auto sono state considerate da subito pezzi da collezione e dunque non hanno rischiato, come invece accade a molte vetture da competizione, di finire abbandonate in qualche capannone e far perdere le loro tracce. Attualmente appartengono entrambe a un collezionista berlinese che le ha riunite e le conserva con la massima cura ma che non manca di metterle in pista in occasione di speciali manifestazioni o prestarle per servizi e documentari.

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