Il voto da parte dell’Unione Europea sulla conferma dei dazi alle auto elettriche cinesi, che se approvati avranno durata di 5 anni, si avvicina sempre più. Proprio per questo motivo Europa e Cina, secondo quanto riferito da Automotive News, stanno intensificando gli incontri per giungere a un accordo che soddisfi entrambe le parti.
Uno degli ultimi meeting è stato quello intercorso tra Valdis Dombrovskis, commissario al commercio dell’Unione e il suo omologo cinese Wang Wentao giudicato produttivo da Dombrovskis. Dal canto suo Wentao ha affermato come entrambe le parti vogliano continuare a discutere per trovare un possibile accordo. La realtà dei fatti dice però che a oggi tutto rimane come prima.
Gli impegni cinesi
Non che non ci siano tentativi di avvicinamento. Recentemente la Cina si è detta pronta ad adottare un prezzo minimo per le proprie auto elettriche vendute in Europa, assieme a un numero massimo di esportazioni annue. Pare però che questo non basti all’Unione Europea.
Anche per questo Wentao sta girando l’Europa, per provare a ricucire lo strappo con le autorità del Vecchio Continente, girando di Paese in Paese alla ricerca dell’appoggio necessario.
Il voto in sede europea – inizialmente previsto per il 25 settembre ma suscettibile di rinvio – se dovesse seguire le intenzioni della Commissione spianerebbe di fatto la strada al via libera definitivo ai dazi. Per evitare che ciò accada la Cina ha bisogno che una maggioranza qualificata (vale a dire 15 stati membri che rappresentano il 65% della popolazione dell’Unione) si opponga. Wang però affermato come attualmente la Commissione Europea non abbia mostrato alcuna volontà politica di risolvere la disputa.
Così il ministro cinese starebbe intensificando i colloqui con gli esponenti dei vari Stati membri, ben conscio dell’appoggio che riceverà da Germania e Spagna. L’Italia invece ha ribadito il proprio sostegno all’Europa.
Perché si, perché no
I favorevoli ai dazi sulle auto elettriche cinesi vedono in tale azione un necessario freno a una concorrenza sleale – la Commissione Europa ha le prove del sostegno da parte di Pechino ai propri costruttori – evitando così che le Case continentali soffrano ulteriormente.
I contrari vedono nei dazi invece l’inizio di una nuova guerra commerciale, in parte già iniziata, con la Cina pronta a rispondere pan per focaccia aumentando le tasse sulle importazioni di prodotti di origine europea. Non solo appartenenti al mondo auto, ma anche all’agroalimentare.