Il mondo dell’auto è da sempre animato da partnership, fusioni, collaborazioni tecniche e acquisizioni. La necessità di essere competitivi a livello globale e di praticare economie di scala sostenibili ha spinto le Case ad avere legami più o meno stretti tra loro sin dagli albori dell’industria automotive.

L’avvento dell’auto elettrica ha semplicemente mischiato le carte e spostato certi equilibri, ma non ha cambiato le regole del gioco: per sopravvivere ci si deve alleare. E se da una parte c’è la voglia di distinguersi per sfruttare al meglio un eventuale vantaggio competitivo sulla concorrenza, dall’altra si deve trovare il modo di contenere gli ingenti investimenti sostenuti per batterie, software, digitalizzazione e piattaforme. Ecco, a proposito di piattaforme, tanti sono gli accordi che i vari costruttori stanno stringendo tra loro per ampliare l’offerta di modelli a zero emissioni.

Ford compra da Volkswagen

Il caso più eclatante di collaborazione sul tema delle piattaforme per auto elettriche è quello che vede protagoniste Volkswagen e Ford. La Casa tedesca ha investito molto (e anche prima degli altri) per realizzare la propria MEB, base su cui nascono le auto della famiglia ID, che già conta ID.3 e ID.4 ma che presto si allargherà con l’arrivo di nuovi modelli. La Casa americana, che ha una propria piattaforma multi-alimentazione su cui ha dato vita alla Mustang Mach-E, acquisterà proprio la MEB targata Wolfsburg per i propri modelli elettrici di piccole e medie dimensioni.

Ford, che ha recentemente annunciato che sarà completamente elettrica in Europa a partire dal 2030 e nel solco di questa strategia realizzerà il primo modello su base MEB nel 2023. Sarà – a differenza della Mustang Mach-E – un’auto di larghissima diffusione. C’è già chi scommette su una sorta di Focus a zero emissioni, cugina della ID.3, o su una Kuga a batteria, cugina della ID.4. Non si esclude, ma è più improbabile, che arrivi una citycar: una Segmento B stile Fiesta che condivida la variante compatta della MEB, la MEB A0, con la già annunciata Volkswagen ID.2.

BMW e Toyota per l’idrogeno

BMW e Toyota hanno iniziato a collaborare su vari progetti. Uno di questi, che di elettrico ha ben poco, è quello che ha portato alla nascita della Z4 da una parte e della Supra dall’altra. Sportive a parte, le due Case hanno stretto un’alleanza per lo sviluppo condiviso di auto a idrogeno. Toyota, in particolare, sfruttando anche gli ingenti investimenti pubblici a sostegno di questa tecnologia da parte del governo nipponico, ha da poco presentato la nuova Mirai, una vera e propria ammiraglia fuel cell.

Nuova Toyota Mirai 2021

BMW, dopo gli strani esperimenti targati H2 di inizio anni 2000 (ci si riferisce alla Hydrogen 7 del 2006), si è convertita a una tecnologia propulsiva a idrogeno più tradizionale (a fuel cell appunto) e si appresta a mettere in commercio il suo primo modello con questo powertrain nel 2022.

Almeno, questo dovrebbe succedere se la Casa rispetterà le tempistiche annunciate al Salone di Francoforte del 2019, dove ha mostrato la i Hydrogen Next Concept, una sorta di X5 con un cuore a celle di combustibile. Sia quel che sia, il Ceo della Casa di Monaco Oliver Zipse ha già detto che l’accordo con Toyota si protrarrà anche oltre il 2025, limite stabilito al momento della stipula del contratto.

Stellantis ottimizza PSA e FCA

La fusione non è nata per l’elettrico che però rappresenta di sicuro uno dei punti-chiave della strategia futura. Con la nascita del gruppo Stellantis anche le ex-FCA e PSA sono costrette a riorganizzare l’intera gamma per ottimizzare i costi. Con 14 marchi automobilistici da gestire, la condivisione di piattaforme e powertrain animerà l’intera gamma, sia quella ad alimentazione tradizionale sia quella elettrica.

Peugeot e-208, elettrica non solo per la città

Quello che è diventato il quarto gruppo automobilistico mondiale una vera e propria piattaforma elettrica non ce l’ha ancora, ma in Francia hanno architetture multi-alimentazione che potrebbero essere usate anche per i prossimi modelli elettrificati del gruppo italo-americano. Da Torino, viceversa, potrebbero arrivare piattaforme dedicate a modelli dei Segmenti D ed E, che PSA potrebbe sfruttare per nuove vetture alto di gamma.

Renault e Nissan finalmente insieme

Se Stellantis, appena nata, già guarda alla condivisione di componenti per aumentare la marginalità, Nissan e Renault, alleate dal 1999, fino a oggi hanno seguito (quasi inspiegabilmente) due strade separate. La Casa della Losanga ha realizzato la Zoe e tutta una serie di altre vetture elettriche; lo stesso ha fatto il brand nipponico con il progetto Leaf.

Il concetto di Nissan Ariya

Le due auto hanno riscosso entrambe un enorme successo commerciale (la Leaf è stata a lungo la più venduta al mondo tra le auto a batteria, la Zoe è stata la più venduta in Europa nel 2020) ma non hanno componenti comuni. Le cose sono cambiate solo di recente, con la presentazione della nuova piattaforma CMF-EV che Nissan porta all’esordio con la Ariya ma che sarà adottata anche da Renault, che la userà per la Megane eVision. Chissà che oltre a grossi volumi di vendita ora si incrementino anche i guadagni.

Tra domanda e offerta

Fino ad ora abbiamo parlato di Case automobilistiche “tradizionali”, ma l’auto elettrica ha portato tanti new player ad affacciarsi sul mercato. Da una parte ci sono le startup a zero emissioni che stanno seguendo le orme di Tesla (a proposito, Elon Musk ha dichiarato pubblicamente che piattaforma, batteria e powertrain delle auto di Palo Alto sono in vendita, ma al momento nessuno pare interessato) e per accelerare la crescita sono disposte a vendere le loro piattaforme skateboard.

Hyundai piattaforma E-GMP

Così sta facendo Rivian, ad esempio, che però con l’ordine monstre ricevuto da Amazon, che ha chiesto 100.000 furgoncini per le consegne da qui al 2030, ha già il suo bel da fare. Così fanno anche altre, ma dichiarazioni ufficiali inerenti accordi commerciali non sono ancora state divulgate.

Se qualcuno cerca di vendere, altri cercano di comprare. Il caso più famoso di azienda a caccia di una piattaforma è Apple, che ha ripreso a lavorare a pieno regime sul Project Titan, quello che porterà alla prima auto elettrica della Mela ma che fa fatica a trovare una realtà strutturata che la aiuti ad arrivare sul mercato in tempi ragionevoli e con volumi adeguati. Il colosso di Cupertino sembrava in procinto di firmare con HyundaiKia, ma la trattativa è sfumata e al momento, per quanto ci siano tante opzioni sul tavolo, nessuna sembra essere a uno stadio particolarmente avanzato.

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