Ha venti cavalli in più

La famiglia dell’auto elettrica più economica del listino (prezzi da 21.450 euro), si allarga con la nuova versione Dacia Spring Extreme: costa 23.200 euro e resta comunque meno cara di tutte le sue rivali. La citycar low-cost romena ha forme da suv in formato ridotto: è alta da terra, vanta passaruota larghi, fiancate robuste e protezioni sottoporta. Con questo allestimento guadagna una dotazione migliore, ma la novità principale si trova sotto il cofano. Il motore è più potente (65 CV anziché 45) e migliora nettamente le prestazioni, prima scarse: per lo “0-100”, la casa dichiara 13,7 secondi invece di 19,1. L’altra lacuna (le finiture poco curate) è invece rimasta: ora ci sono dettagli color rame che vivacizzano la carrozzeria e l’atmosfera a bordo, ma le plastiche dell’abitacolo sono “povere” e i dettagli spartani. Per esempio, il coperchio del cassetto è privo della discesa frenata (aprendolo cade sulle ginocchia) e mancano le tasche nelle portiere posteriori.

Tutto sommato, è ben dotata

La Dacia Spring Extreme dispone di una dotazione piuttosto buona in rapporto al prezzo. Sono di serie gli alzacristalli posteriori elettrici (non gestibili dal posto guida, c’è solo un tasto per bloccarli), i retrovisori regolabili elettricamente, i sensori di parcheggio posteriori con telecamera e un impianto multimediale reattivo con Android Auto, Apple CarPlay, Bluetooth e persino navigatore gestibile da un display touch di 7”. Presente la frenata automatica, che aiuta a evitare tamponamenti in città. 

Ricarica lenta o… meno lenta

Come optional consigliamo il caricatore integrato in corrente continua (600 euro), che, trovata una colonnina “rapida”, consente di velocizzare un po’ il pieno di corrente. Con questo sistema la batteria accetta 30 kW, e secondo la casa, servono 56 minuti per portare gli accumulatori dallo 0 all’80%. Altrimenti, in corrente alternata, non si passano i 6,6 kW. E nella migliore delle ipotesi, servono quasi cinque ore per una ricarica completa. Chi conto di rigenerare la “pila” nel proprio box, tenga conto che il cavo Mode 2 originale per allacciarsi alla rete domestica è optional a 300 euro.

Piccola fuori, grande dentro

La Dacia Spring Extreme, come le altre versioni, è piccolina: 373 centimetri di lunghezza. In proporzione, è spaziosa: l’abitacolo è omologato per quattro e due passeggeri seduti dietro, anche se alti, stanno comodi. Peccato solo per lo schienale poco confortevole: è rigido e quasi verticale. Anche il vano bagagli è ampio per la categoria: 270 litri, che diventano 620 (misurati a filo della base dei finestrini) quando si reclina il divano (in un pezzo unico). Il portellone, però, non è molto grande e si restringe nella parte inferiore: caricare e scaricare le valigie più ingombranti non è così facile.

La Dacia Spring Extreme si distingue per gli inserti color rame esterni e interni. Avremmo però gradito anche qualche miglioramento per il comfort del guidatore: il volante continua a essere fisso e il sedile, ampio e non troppo avvolgente, non ha la regolazione in altezza. Curiosa anche la rotella per selezionare le marce che prevede solo tre opzioni: N per il folle, R per la retro e D per andare avanti. Manca la funzione P di parcheggio: dopo aver spento l’auto, bisogna quindi selezionare N e tirare per forza la leva del freno a mano.

Più pimpante, ma quanto rolla!

La Dacia Spring Extreme da 65 CV è molto più vivace di quella da 45 CV, e in generale più piacevole. In partenza, infatti, offre una risposta più dolce, mentre poi acquista velocità molto più facilmente. Ciò detto, resta un’auto adatta più che altro alla città. Guidata con decisione, in curva si corica parecchio e tende a perdere aderenza con le ruote anteriori, mentre alle alte velocità lo sterzo diventa impreciso e si avvertono chiaramente i fruscii aerodinamici e il rumore dovuto al rotolamento delle gomme. 

Bene in città

In città, invece, le sospensioni filtrano egregiamente le sconnessioni e l’autonomia (che secondo la casa è di 305 km) permette di girare molte ore senza ricaricare. Il valore medio dichiarato è invece di 220 km, dieci in meno della versione da 45 CV: durante il nostro test – svolto in città, su strade statali e autostrade – abbiamo stimato percorrenze comprese tra 150 e 170 km a seconda dello stile di guida. Sono pochi, ma va detto che le concorrenti non fanno meglio. Anzi.

Secondo noi

PREGI

> Motore. Migliorato: prima era pronto solo nello scatto iniziale, ora va bene anche in allungo.
> Prezzo. Pur essendo la Spring più lussuosa e con il motore più potente resta ancora più conveniente di tutte le altre rivali.
> Spazio. In quattro si sta abbastanza comodi e il baule è capiente.

DIFETTI

> Finiture. Resta spartana: tante plastiche rigide e volante non regolabile.
> Sterzo. Il comando, molto leggero, diventa impreciso in velocità.
> Tenuta di strada. Si inclina molto in curva e tende a perdere aderenza con le ruote anteriori.

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