Al-Ula, Arabia Saudita, 13 Gennaio. Dopo il ritiro di Toby Price, è la volta di Ignacio Cornejo, il leader della vigilia. Una brutta caduta, la Speiale terminata, ma con essa il check e lo stop dei medici. Niente da pare per il forte, determinato e ”promesso” Pilota cileno nato e cresciuto sulle dune di Iquique.

Resta l’impressione del giorno prima, e cioè che la tripletta Honda e la netta vittoria di Tappa di Stephane Peterhansel e Edouard Boulanger, Mini JCW Buggy, consenta di intravedere i contorni di un risultato più che possibile. Resta l’incertezza d’obbligo e caratteristica, ma l’evoluzione della Corsa ha preso una piega decisa.

Si scende di nuovo verso Jeddah lungo la dorsale Ovest del Paese e si disputa la terz’ultima tappa dell’Edizione 2021, 43ma della serie (anche se in questo caso si conta anche la Dakar 2008 che in realtà, come ben sapete, fu annullata). 342 chilometri di Prova Speciale, 583 in totale per la decima frazione della Dakar Arabia Saudita.

I contorni del risultato finale che si iniziano a immaginare restano tuttavia sfumati, perché mancano ancora dettagli importanti. Oggi se n’è avuta la prova lampante. Dalla parte delle Moto, è evidente che il Team Honda si è guadagnato una seria opzione di raddoppiare il successo di Brabec del 2020. Tuttavia non sembra decidersi sul nome da incidere sulle tavole della Dakar. Il gioco di squadra per ora è lasciato da parte e, dopo l’uscita di scena di Cornejo, Benavides e Brabec, con la scusa che il risultato viene comunque buono per la Marca, restano ingaggiati alla caccia di un successo personale. Dall’altra parte, le Auto, il vantaggio acquisito da Stephane Peterhansel su Nasser Al Attiyah è indubbiamente importante, ma tutto sommato vale poco più di un paio di… forature. Vero è che le 4×4 sembrano denunciare una maggiore “sensibilità” alle asperità dei terreni pietrosi rispetto ai buggy, e vedremo che c’è una ragione, ma è altrettanto vero che quando ci si avvicina alla scoperta del tesoro la tensione cresce per tutti.

La Tappa delle Moto è a senso unico e premia ancora una volta il Team Honda ormai compatto all’attacco del titolo e in difesa della leadership… che però cambia. In mancanza di una alternativa seria, il solo Sam Sunderland è ancora presente ma in una condizione non facile, Kevin Benavides e Ricky Brabec fanno il vuoto. È un trofeo monomarca. Brabec è forte di un curriculum vitae che gli concede respiro, Kevin Benavides è il cacciatore di un successo che ha più volte dichiarato di non volersi lasciar sfuggire. Forse, in altre condizioni, la situazione può essere un problema di gestione al team manager, Ruben Faria, ma al momento è solo di spettacolare effetto.

Benavides è all’attacco ma ovviamente fa fatica con il deserto davanti a sé tutto suo e da scoprire. È il giorno di Ricky Brabec, che si installa ben presto al comando della Speciale e vi resta fino alla fine, imprendibile. Del clima di euforia moderata del Team approfitta anche Joan Barreda che si inserisce nell’allegra volata delle Honda. Kevin recupera qualcosa ma il risultato è già scritto. Sotto lo striscione di Al-Ula passano, nell’ordine, Brabec, Barreda, Benavides. Cornejo concede 17 minuti ed è decimo poi, come sappiamo, è costretto al ritiro.

Kevin Benavides passa al comando del Rally, Brabec ha tagliato via in u colpo solo il ritardo di dieci giorni ed è ora secondo a meno di un minuto! Ironia della sorte, “Nacho” è tutt’ora terzo assoluto ad appena un minuto e sette secondi. Sam Sunderland, ottavo oggi a 12 minuti, salirà al terzo posto per effetto del ritiro di Cornejo, ma Joan Barreda è ormai ad appena cinque secondi alle sue spalle.

Altra materia per il thriller infinito della Dakar 2021.

Franco Picco e Cesare Zacchetti al traguardo di Al Ula. Avanti.

Assai più “rilassata” è la gara delle auto, che vive ormai sull’incertezza “storicamente” remota di un passo falso di Stephane Peterhansel. Largo ai giovani! E Yazeed al Rajhi vince la tappa con la Toyota di Overdrive (quelle a pagamento). Per il Pilota di Casa è il secondo successo dopo la vittoria della settima tappa, ed è anche un discreto contraltare alla serie di disastri di cui l’irruente Pilota saudita si è reso protagonista.

Nasser Al Attiyah finisce alle spalle del collega di Marca, due minuti dopo in una Tappa sempre all’attacco ma resa difficile dalla navigazione. Sfortunatamente, tuttavia, il Principe del Qatar non riesce a scollarsi di dosso Stephane Peterhansel, che finisce alle sue spalle distante un’inezia e che potrà controllarlo ancora meglio nella successiva, 11ma Tappa del Rally.

“Peter” e “Dudd” sempre al comando, Al Attiyah e Baumel sempre a oltre un quarto d’ora dai leader, e sempre terzo Carlos Sainz con Lucas Cruz, con un ritardo dai compagni di Squadra, tuttavia, che ormai supera l’ora. Nient’altro da segnalare da una tappa, per le auto, di assoluta transizione.

Si potrebbe anche supporre che la penultima Tappa del Rally, che porta la carovana a Yanbu con una Speciale di oltre 500 chilometri, possa essere l’ultima degna di un colpo da maestro o… di scena. Ma ormai non ci crederebbe più nessuno: la Dakar finisce l’ultimo metro!

 

© Immagini: “Nani” Roma Media, BRX, Red Bull Content Pool, X-raid, Toyota Gazoo Racing, ASO Médiathèque – DPPI, DPPI-Soldano, KTM, Honda, Rally Zone

Source link