33 giorni al via. “Descritta” la Dakar 2022 Arabia Saudita atto 3°. 70% di nuovi percorsi tra dune e sabbia. “Trovare l’equilibrio tra il difficile e l’impossibile”. Il cerchio si chiude con ASO Promoter dei Mondiali FIA e, ora, anche FIM


29 novembre 2021

Parigi, 28 Novembre 2021. Nell’atto simbolico di autocelebrazione nel quale Jeorge Viegas si unisce a Jean Todt per “benedire” il neo Promoter dei Mondiali Cross-Country Rally FIA e FIM, ASO Amaury Sport Organisation, c’è il traguardo di un cerchio che si chiude dopo oltre 40 anni. Al centro il Rally da cui tutto è nato e che più di ogni altro ha… rallentato quella che oggi sembra l’evoluzione logica della gestione della disciplina dei Rally-Raid. È la Dakar, ex Parigi-Dakar nell’introduzione della 44ma edizione, terza del terzo capitolo, in Arabia Saudita.

Si comincia da lì, 200 testate di tutto il Mondo collegate con Parigi per sapere dove andrà la Dakar Arabia Saudita 2022. Ora lo sappiamo un po’ più precisamente. Dal 1 al 14 gennaio, primo giorno il prologo poi 12 Tappe da Ha’Il a Jeddah, una giornata di riposo, una Tappa Marathon, subito all’inizio, due anelli attorno a Jeddah, uno attorno a Wadi Ad-Dawasir e uno a Bisha prima della chiusura.

David Castera, direttore sportivo della Dakar, ha spiegato tre cose importanti, non fosse altro per il fatto che le ha rilevate e rivelate al pianeta in attesa. Primo: la Dakar ’22 sarà nuova per il 70% del suo percorso. Secondo: più sabbia, più dune, da subito e di più, più navigazione a partire dalla terza tappa in un crescendo che simboleggia il nuovo corso, ergo la risposta alla domanda di maggiore sicurezza. Terzo: la Dakar torna alle sue origini “psicologiche” ritrovando la solitudine delle grandi distese desertiche, disabitate, prive di riferimenti. Castera mette ancora la Dakar al centro dell’evoluzione, e al centro della Dakar la ricerca dell’equilibrio tra il difficile e l’impossibile che l’ha resa unica, quella che rimane e vive come l’ultima finestra sull’Avventura.

Era ed è questo il fascino del Deserto, quel ricercarsi nell’immensità del vuoto per vivere l’esperienza di un modo differente.

Tutto il resto sono dettagli più o meno attesi, informazioni utili.

Si parte dal Jedda, dove gli ultimi giorni dell’anno sono dedicati alle operazioni preliminari, il primo di Gennaio per il lungo trasferimento alla volta di Ha’Il, che tuttavia comprende un Prologo. Corto, spettacolare, ma non inutile. Dal risultato di quella prima frazione dipende la prima mossa, che lega il risultato alla possibilità di scegliere il proprio ordine di partenza. Ad HA’Il anche la prima Tappa ad Anello, 334 chilometri di “mise en jambes”. Poi due giorni verso Al Artawiayh e Al Qisumah, rispettivamente 580 e 550 chilometri, per due Tappe collegate tra loro dal primo, e unico, “Tappone” Marathon, ovvero senza la tradizionale assistenza esterna.

La quarta Tappa del Rally porta a Riyadh con una Speciale di 465 chilometri. La carovana “multicolor” graviterà attorno alla Capitale del Regno per i successivi tre giorni, i primi due dedicati ad altrettante Tappe ad anello, ad Est di 348 chilometri, e quindi a Ovest con la Speciale di 420 chilometri. Ogni giorno dune, e navigazione in crescendo. Dopo 6 Tappe la Dakar si ferma, ancora a Riadh, per la giornata di riposo del 8 Gennaio.

Si riprenderà da Riyadh con la 7ma Tappa che porta a Al Dawadimi, 401 chilometri, preludio alla Tappa di Wadi Ad Dawasir, la più lunga del Rally con una speciale di 394 chilometri sul totale di ben 828.

La nona tappa, o del “respiro”, 287 chilometri, è il terzo anello del Rally, questa volta attorno a Wadi Ad Dawasir che precede la “non difficile” frazione fino a Bisha, 747 chilometri di cui 374 di prova speciale. A Bisha il quarto anello della Dakar per un totale di oltre 500 chilometri dei quali 345 cronometrati, e questa volta accompagnati dall’annuncio che sarà una Tappa difficile.

La dodicesima Tappa, appena 163 chilometri di Speciale fino a Jeddah, è quella che una volta si intendeva come la “passerella finale”. Una volta, ultimamente la Dakar tende a risolversi anche l’ultimo giorno, che comunque resta “antologicamente” del tutto aperto agli ultimi colpi di scena.

Più di 8.000 chilometri in totale, oltre la metà di questi di prove speciali per 430 mezzi in gara, ai quali si deve aggiungere l’esplosione dei partecipanti alla Dakar Classic, ben 150 partenti. Ma questo è argomento sul quale si deve tornare, così come degli indirizzi sulle missive Dakar in senso sostenibile, di evoluzione tecnica e regolamentare, di proposta a lungo termine e di Rally apripista dei Mondiali Cross-Country FIA delle Auto e FIM delle Moto, un Campionato unico in cinque prove di cui la Dakar è apripista e ASO promotore.

Tutto questo è il capolavoro di oggi firmato Yann Le Moenner, Direttore di Amaury Sport Organisation.

 

© Immagini Red Bull Content Pool – ASO – PB

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