Mercoledì 3 ottobre potrebbe esserci la svolta sui dazi alle auto cinesi importante in Europa. Secondo Nikkei Asia l’Unione Europea dovrebbe votare quel giorno. C’è ancora molta incertezza sulla conferma dei dazi perché esiste la possibilità che una maggioranza qualificata (vale a dire 15 stati membri che rappresentano il 65% della popolazione dell’Unione) si opponga ai dazi definitivi, che dovrebbero entrare in vigore a novembre 2024.
Nel frattempo la Commissione Europea e la Cina stanno negoziando un accordo di “impegno sui prezzi” che stabilirebbe un prezzo minimo per i veicoli elettrici cinesi in Europa proprio per evitarli.
I Paesi pro o contro i dazi
Il ministro del Commercio cinese Wang Wentao ha visitato l’Europa all’inizio di questo mese per fare pressione contro i dazi. Francia, Italia e Spagna, che rappresentano il 40% della popolazione dell’Ue, hanno inizialmente sostenuto con forza i dazi, poi la Spagna si è detta disposta a rivedere il piano, mentre la Francia – anche dopo le elezioni – ha ribadito il sì ai dazi e l’Italia il sostegno all’Europa.
La Germania, che dipende fortemente dal mercato automobilistico cinese e potrebbe dover affrontare misure di ritorsione, è tra i paesi più scettici e deve pure affrontare forti tensioni interne, visto il braccio di ferro tra il Gruppo Volkswagen (il cui secondo maggiore azionista è lo stato della Bassa Sassonia) e i sindacati per la possibile chiusura di alcune fabbriche.
Il vice cancelliere tedesco, Robert Habeck, dopo l’incontro con il ministro del Commercio cinese, Wang Wentao, ha ribadito l’impegno della Germania per il libero scambio e ha invitato le aziende cinesi a investire in Europa, sottolineando la necessità di trovare una soluzione che soddisfi entrambe le parti ed eviti un’escalation delle tensioni commerciali.
L’ipotesi di prezzi flessibili
Le trattative sui prezzi flessibili seguono i colloqui del 19 settembre tra il ministro cinese, Wang Wentao, e il commissario per il commercio della Commissione europea, Valdis Dombrovskis. L’introduzione di un prezzo minimo per i veicoli elettrici cinesi potrebbe essere un’alternativa ai dazi, ma la situazione è ancora molto incerta.