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Rallentano ma non si fermano i rialzi dei prezzi carburanti in Italia. Anche oggi, si registrano ritocchi dei listini da parte di diverse compagnie, con aumenti fino a 2 centesimi al litro su benzina e diesel. La verde è ormai stabilmente sopra la media di 2 euro/litro, sia al servito che al self service, mentre il gasolio è a un passo da questa soglia.

“In poco più di 70 giorni, oltre la metà del corposo taglio delle accise sui carburanti decretato dal Governo è stato letteralmente bruciato”, commenta Fegica (la Federazione Italiana Gestori Carburanti e Affini) per descrivere la delicata situazione. L’organizzazione, che non lesina parole molto dure per il deterioramento del quadro attuale, propone quindi una soluzione temporanea al Governo: i prezzi amministrati. Ma andiamo con ordine.

Più controllo

Cosa sono i prezzi amministrati dei carburanti? Si tratta del sistema in vigore fino al 1991, quando il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) decise, con una delibera del 30 luglio, di aprire le porte alla liberalizzazione nel settore. Ma secondo Fegica, che aveva già lanciato un’idea simile prima che benzina e diesel diventassero un caso, tempi straordinari richiedono azioni straordinarie, almeno fino alla fine dell’emergenza.

Seguendo questa strada, sostiene la Federazione, il Paese si metterebbe al riparo dal meccanismo internazionale che forma i prezzi dei carburanti: il cosiddetto “metodo Platt’s”, dal nome dalla testata londinese che – come riassume semplificando al massimo la stessa Fegica – “ogni giorno pubblica i prezzi a cui si sarebbero effettuate transazioni nel bacino del Mediterraneo”.

Fegica tuona che le informazioni non sarebbero però “in nessun modo verificabili” e che “a nessuno è concesso di sapere sulla base di quali fattori, protetti dalla libertà di stampa”, avvengano gli scambi. Sarebbe proprio il mercato internazionale, secondo la sigla, uno dei luoghi in cui si anniderebbero le grandi speculazioni, perché il sistema non è governato da un “organismo internazionale regolato e soggetto a controllo”.

E la guerra? Sicuramente ha le sue responsabilità, ma Fegica specifica che le manovre sospette hanno “cominciato a produrre effetti ben prima dell’invasione dell’Ucraina”, quando la ripresa post pandemia faceva ripartire i consumi oltre le previsioni.

Qualcosa si muove

Fra le altre cose, l’organizzazione sottolinea anche le colpe di una “completa assenza di politica industriale in questo settore”, sia in Italia che in Europa, che ci costringe a “essere dipendenti pure dall’importazione di prodotti finiti”, anche se “fino a pochi anni fa la capacità di raffinazione interna era persino sovrabbondante”. Oggi, invece, “le raffinerie italiane (ma anche europee) hanno semplicemente chiuso i battenti”.

L’auspicio di Fegica è che il Governo non solo prenda in considerazione il regime dei prezzi amministrati, ma che proroghi ancora il decreto taglia accise, in scadenza l’8 luglio. Ipotesi già sul tavolo dell’esecutivo, che ragiona su un finanziamento di quasi 1 miliardo di euro al mese. Un’altra mossa della politica, stavolta del Parlamento, potrebbe essere quella di indicare un tetto massimo ai prezzi di benzina e diesel.

Intanto, anche le quotazioni del petrolio continuano a salire. Se la recrudescenza della pandemia in Cina aveva finora messo un freno agli aumenti, adesso il mercato teme di più una crisi delle forniture di greggio. Il Brent – riferimento europeo – si aggira così tra i 122 e i 123 dollari al barile, mentre i WTI – riferimento americano – viaggia a 121-122 $/b.

Oil industry pumps at sea

I prezzi alla pompa

Vediamo quindi i prezzi dei carburanti in Italia pubblicati oggi da Quotidiano Energia ed elaborati sulla base delle comunicazioni dei singoli gestori all’Osservatorio del ministero dello Sviluppo economico.

Il prezzo medio nazionale in modalità self della benzina si attesta a 2,044 euro/litro, con i diversi marchi compresi tra 2,035 e 2,069 euro/litro (media no logo a 2,027 euro/litro). Quanto al prezzo del diesel, sempre in modalità self, la media è pari a 1,973 euro/litro, con le compagnie posizionate tra 1,968 e 1,986 euro/litro (no logo a 1,962 euro/litro).

Venendo al servito, il prezzo della benzina in media è di 2,169 euro/litro, con le compagnie che oscillano tra 2,116 e 2,248 euro/litro (no logo 2,075). La media del diesel è arrivata invece a 2,105 euro/litro, con i singoli player tra 2,054 e 2,182 euro/litro (no logo 2,011).

Il Gpl si muove infine tra 0,836 e 0,850 euro/litro (no logo 0,821), mentre il prezzo del metano si posiziona in media tra 1,704 e 1,898 euro/kg (no logo 1,763).

Tipo rifornimentoBenzina (€/litro)Diesel (€/litro)
Self service2,0431,972
Servito2,1672,102

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