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Dimenticate gli head-up display di oggi, con proiezione bidimensionale, poche informazioni e riservati solamente a chi guida. L’azienda svizzera WayRay ha l’obiettivo di diventare leader nella produzione dei parabrezza di domani e la sua dichiarazione di intenti prende forma con la Holograktor, concept elettrica progettata per offrire un’esperienza di bordo mai vista finora.

Un prototipo che, stando alle parole di Vitaly Ponomarev, Ceo e fondatore di WayRay, potrebbe entrare in produzione entro i prossimi quattro anni, oppure rappresentare una vetrina che porti gli altri Costruttori a scegliere WayRay come fornitore di questa tecnologia per i modelli futuri. 

Più che l’auto in sé, infatti, per quanto caratterizzata da particolari interessanti che vediamo più avanti, è il sistema integrato di realtà aumentata olografica la vera novità. 

Come funziona: il video 

Sulla Holograktor è installato quello che è stato battezzato Deep Reality Display HUD. Il suo funzionamento non si basa sulla proiezione di un’immagine virtuale su una porzione del parabrezza, bensì sull’integrazione all’interno di quest’ultimo – e anche all’interno dei cristalli laterali – di elementi d’interfaccia ad alta saturazione di colori.

Ciò consente a tutti i passeggeri di vedere la realtà e quella virtuale miscelarsi insieme. Date un’occhiata al video qui sotto per ammirare il risultato finale.

Il sistema funziona grazie alla sinergia tra diverse tecnologie di ultima generazione ma già esistenti e pronte alla produzione di massa. Un’unità laser genera dei fasci luminosi RGB che vengono letti da una centralina PGU (picture generating unit) la quale li trasmette al Deep Reality Display dopo un’elaborazione dal “cervellone” AR Rendering Engine.

Lo schermo, che è immune dai riflessi della luce e garantisce sempre un’ottima visibilità, è realizzato con vari strati di elementi olografici e di fotopolimeri. Il tutto omologato secondo le norme.

WayRay Holograktor - Il metaverso

L’adozione di un’intero parabrezza come schermo consente un’ampia visuale a tutti gli occupanti e la possibilità di mostrare elementi che vengono virtualmente posizionati in prospettiva su una distanza che va da zero all’infinito. Per intenderci, ad oggi gli head-up display proiettano tutto su un unico livello, ad una distanza di circa 7-10 metri.

È in questo modo, sostengono in WayRay, che le tante informazioni proposte dal Deep Reality Display non disorientano il pilota ma anzi, grazie alla loro integrazione con la realtà, lo supportano attivamente nella guida evidenziando gli elementi più rilevanti, specie in ottica di sicurezza.

3 posti e un “gambero” sul tetto

Venendo alla concept car, il suo design è stato sviluppato da Sasha Selipanov che, nei suoi anni trascorsi nel Gruppo Volkswagen, si è occupato di progetti importanti come Lamborghini Huracan, Bugatti Chiron e anche della Koenigsegg Gemera. Il leitmotiv dello stile della Holograktor è il prisma, scelto per la sua capacità di richiamare alla sfera del digitale.

Foto - WayRay Holograktor

Sotto alla carrozzeria, invece, alloggia un motore elettrico per un’autonomia superiore ai 600 km e uno 0-100 km/h coperto in 3,9”.

Foto - WayRay Holograktor

Ciò che più è interessante, però, è l’architettura interna dell’auto: si tratta di una tre posti, con i due anteriori ben distanziati tra loro in modo da consentire all’unico passeggero posteriore di beneficiare al massimo della vista del parabrezza.

WayRay Holograktor - Gli interni
WayRay Holograktor - Gli interni

Questa disposizione consente anche una destinazione d’uso specifica: considerando che l’80% dei viaggi di Uber, sostengono in WayRay, per esempio è prenotato da un solo passeggero, in questo modo l’auto è già pronta per quella tipologia di servizi di trasporto urbano.

WayRay Holograktor - Gli interni

Un’altra caratteristica peculiare la si ritrova nuovamente all’esterno: è stata battezzata lo shrimp, cioè il “gambero”. Si tratta del rigonfiamento sul tetto dentro al quale sono integrati tutti i dispositivi avanzati che consentono il funzionamento della realtà aumentata. È stato posizionato lì, spiega Selipanov, perché tutta la tecnologia della Holograktor merita di essere valorizzata e messa in mostra, e non celata.

Foto - WayRay Holograktor
Foto - WayRay Holograktor

Pronta per il metaverso 

Tra le svariate applicazioni che i vertici di WayRay prevedono per la Holograktor, c’è l’integrazione con uno o più metaversi, cioè quelli universi digitali attualmente in fase di sviluppo da molte Corporation del tech (Amazon, Apple per citarne alcune) e saliti alle luci della ribalta dopo il cambio del nome di Facebook in Meta e le successive dichiarazioni di Mark Zuckerberg, sul finire dello scorso ottobre.

Una predisposizione che, oltre alla componente software, richiede delle implementazioni hardware che, a bordo della Holograktor, sono rappresentate dai joystick attraverso i quali tutti i passeggeri possono interagire col metaverso e i servizi che integrerà, dai social alle guide turistiche, fino all’intrattenimento di bordo (potete farvi un’idea guardando la gallery).

WayRay Holograktor - Il metaverso
WayRay Holograktor - Il metaverso

Gli scenari futuri, insomma, sono ancora tutti da immaginare. Va detto però che, stando a quanto si vede dalle foto rilasciate da WayRay, con inserzioni pubblicitarie in realtà aumentata o il riconoscimento biometrico dei passanti attraverso collegamento con i social network, alcuni di questi faranno sicuramente discutere.

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