Ieri sera, dopo il cataclisma consumatosi al via del Gran Premio di Gran Bretagna 2021 di Formula 1, Sebastian Vettel si è messo placidamente a raccogliere i rifiuti lasciati dagli spettatori sugli spalti di Silverstone. I cocci della rispettosa rivalità tra Lewis Hamilton e Max Verstappen, invece, non possono essere rimessi insieme. Lo schianto da 51G dell’olandese contro le barriere dopo il contatto alla Copse è destinato ad essere il crocevia della stagione 2021 e di una lotta che pare in predicato di entrare per via direttissima nella storia della Formula 1.

Decidendo di giocarsi il tutto per tutto all’interno alla Copse, Hamilton ha ufficialmente completato la sua trasformazione nell’antagonista di questa lotta per il mondiale. Chi avrebbe mai immaginato che Verstappen, con il suo carattere fumantino e la sua grinta, sarebbe potuto diventare il beniamino delle folle? Eppure in F1 basta poco per ritrovarsi il grande pubblico dalla propria parte. Soprattutto se, come nel caso di ieri, ad un incidente grave seguono dei festeggiamenti sfrenati da parte di chi ha avuto maggiore colpa nell’accaduto.

Verstappen, visibilmente scosso dopo lo schianto, è stato portato in ospedale per accertamenti. E da lì ha assistito alle vivaci celebrazioni di Hamilton, che, peraltro, non ha mostrato alcun senso di colpa per quanto successo. Chi sostiene che Lewis non abbia chiesto informazioni sulle condizioni di Verstappen si sbaglia: lo ha fatto via radio in seguito all’incidente. E l’inglese è stato avvisato del fatto che Max fosse in ospedale da una giornalista durante le interviste TV, dopo la gara.

Lewis avrebbe potuto chiedere in prima persona ai giornalisti le condizioni di Verstappen? Assolutamente sì. Lo ha fatto Daniel Ricciardo. Ma sorge spontanea una domanda: Max, l’uomo senza peli sulla lingua, si sarebbe comportato diversamente a parti inverse con Hamilton? Viene da pensare di no. Max, piaccia o meno, dice sempre quello che pensa, anche quando si tratta di opinioni indelicate. Per una volta, Lewis ha recitato il ruolo che solitamente interpreta Verstappen, quello del rivale sfrontato.

Ma le polemiche sono cominciate ben prima che Hamilton esultasse davanti alla folla in delirio. Molti hanno avuto da ridire sulla penalità comminata a Lewis, a loro avviso troppo blanda per le conseguenze dell’incidente. Ragionando in questo modo, però, ci si dimentica un tassello fondamentale. I commissari in F1 giudicano il contributo dei piloti alla collisione, e non le conseguenze di quest’ultima. Ad Hamilton è stata comminata una penalità per essere stato il principale responsabile del contatto, in quanto ha mancato il punto di corda. Quello che è successo dopo, per quanto grave, esula dalla sfera di giudizio dei commissari.

A prescindere da tutto questo, c’era da aspettarsi che si arrivasse al punto di non ritorno. Max ha uno stile di difesa molto aggressivo, da padre padrone della pista, sfrontato ed esaltante. In altre occasioni, quest’anno, Lewis ha lasciato la presa. Ma, con uno svantaggio di oltre 30 punti in classifica piloti, deve essersi persuaso di dover tenere botta. A Hamilton si è evidentemente chiusa la vena, con tutte le conseguenze del caso. Che possiamo fortunatamente commentare a cuor leggero, perché Max sta bene, ed è l’unica cosa che conta.

È bene sottolineare un’ultima cosa. Per quanto possa essere stata sgradevole, per una volta abbiamo visto una reazione autentica, sanguigna, da parte di Lewis, avvezzo ad uno stile di comunicazione asettico, per celare un alone di mistero sulla sua vera essenza. Così come autentico è il carattere di Max, che non si nasconde mai dietro un falso buonismo. La lotta tra Verstappen e Hamilton li sta portando ad avere reazioni di pancia, forti. E ci aiuta a scoprire lati inediti della loro personalità, normalmente celati dietro un velo di buon senso. 

Comunque vada a finire, sarà spettacolo. Quello che è successo a Silverstone è solo la punta dell’iceberg. Perché riesce impossibile pensare che questa lotta si sopisca, tornando all’approccio misurato di una volta. L’incidente di ieri costituisce uno spartiacque tra ciò che è stato e ciò che sarà. E sarà compito della FIA dirimere quella che si prospetta come una battaglia senza esclusione di colpi. Ai tempi della lotta fratricida tra Hamilton e Rosberg, ci pensò la Mercedes. In questo caso, la situazione è ben diversa, perché non sono due compagni di squadra a darsele di santa ragione.

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