F1, Grosjean e Magnussen lasciano la Haas a fine 2020. E ora che succede?

Pochi posti disponibili e una lunga lista di pretendenti. Il mercato piloti di F.1 sta battendo gli ultimi colpi e dopo l’annuncio dell’abbandono di Grosjean e Magnussen, che lasciano la Haas a fine stagione, il risiko iridato lascia poco spazio per chi, come Antonio Giovinazzi, cerca una soluzione e la possibilità di essere al via per la terza stagione di fila. I sedili della Haas e della Alfa Romeo Sauber, in teoria, dovrebbero essere riservati a piloti della FDA, Ferrari Driver Academy, anche se poi alla fine entrano in gioco altri fattori. Per Giovinazzi la speranza è la riconferma alla Alfa Sauber ma il suo sedile è ambito anche da Mick Schumacher, figlio di Michael e attuale leader del campionato F.2.

Vincendo il titolo, il giovane tedesco deve per forza fare il salto in F.1 altrimenti non può più correre in quella categoria ed essendo un pilota FDA la scelta si restringe alla Alfa Romeo, appunto, e alla Haas. Nel primo caso tutto dipende da cosa farà Raikkonen, perché la sua esperienza viene ritenuta utile nel team e la sua immagine, dal punto di vista commerciale, è molto forte con gli spot pubblicitari girati insieme alla moglie Minttu per promuovere la Stelvio. Se Kimi viene confermato, l’accoppiata con Schumacher, dal punto di vista commerciale, è senza dubbio forte e per Giovinazzi il destino appare segnato. Ovvero deve cercare un’altra soluzione.

Ci sarebbe la Haas, ma anche qui sorgono dei problemi. Il primo è che il team manager Steiner non si era espresso in maniera positiva dopo i test di F.1 in cui, al venerdì mattina, Giovinazzi era incappato in alcuni incidenti. E’ anche vero, però, che le uscite erano dovute a una preparazione diciamo ottimistica della macchina, perché mandare in pista al mattino un pilota e fargli fare dei tempi per vedere come va, di solito si conclude col botto. Cosa puntualmente avvenuta. Quindi, se FDA dovesse dare il suo benestare, l’approdo alla Haas appare come l’ultima soluzione possibile per restare in F.1 se dovessero chiudersi le porte in Alfa Romeo che, per inciso, vorrebbe un pilota italiano proprio per il DNA del marchio sportivo. Antonio, da parte sua, ha mostrato di essere veloce, consistente e nelle ultime apparizioni (sfortuna a parte al Mugello) senza alcuni errori del team avrebbe ottenuto di più.

Ormai fa parte degli esperti e alla Haas darebbe un contributo senza dubbio maggiore rispetto al duo Grosjean Magnussen che se non litigavano in pista (facendo a ruotate) lo facevano poi nei box con Team Manager. Ma proprio per questa esperienza, Giovinazzi risulta essere importante alla Alfa Sauber: dopo averlo fatto crescere per due anni, ricominciare da capo con un esordiente come Schumacher, appare impegnativo. Purtroppo, però, la lista dei pretendenti in Haas è ancora più lunga con Perez (sponsor messicani di peso), Mazepin (col padre e mezza industria russa alle spalle), Schumacher jr (per il nome che porta) e qualche colpo dell’ultimo momento, vedi Kvyat che potrebbe lasciare Alpha Tauri per far posto al giapponese Tsunoda (voluto da Honda) oppure Ocon che è in lista di partenza dalla Renault. Di sicuro per la F.1 italiana, Giovinazzi al momento rappresenta l’unica scelta possibile: dietro di lui, purtroppo, c’è il vuoto tricolore e pensare a più piloti italiani nel circus è al momento pura utopia.

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