Dopo la Williams, anche un’altra realtà storica della Formula 1 sarebbe alla ricerca di nuovi investitori: si tratta della McLaren. A rivelarlo, citando fonti vicine al team di Woking, è Sky News: a differenza della Williams, però, la McLaren non sarebbe messa totalmente in vendita. Si parla infatti di quote fino al 30%. La necessità di nuovi fondi da parte della McLaren è presto spiegata: l’introduzione del budget cap da 145 milioni di dollari a partire dalla stagione 2021 è vista a Woking come un’opportunità per colmare il gap dai top team. L’unico modo per poter sfruttare questa occasione, però, è arrivare al limite della spesa, in particolare il prossimo anno, quando si lavorerà alle nuove monoposto. 

Per farlo, però, sarebbero necessari nuovi investitori, e, di conseguenza, anche una ristrutturazione della proprietà: al momento, infatti, McLaren Racing ha gli stessi azionisti della controllante, McLaren Group. Il 56% di McLaren Group è controlato dalla holding bahrainita Mumtalakat, il 14% da Mansour Ojjeh, il 10% da Michael Latifi e il 20% dal resto degli azionisti di minoranza. Michael Latifi è il padre di Nicholas, il rookie della Williams: il magnate canadese – abbiente tanto quanto Lawrence Stroll, se non di più – ha già concesso un prestito proprio alla Williams, ed è tra i papabili per la scalata alla scuderia di Grove. Nel caso in cui questo investimento si concretizzasse, Latifi potrebbe svincolarsi dalla McLaren, lasciando spazio ad altri. 

La McLaren è stata duramente colpita dalla crisi economica dovuta alla pandemia di Coronavirus: lo scorso mese, McLaren Group ha annunciato il taglio di 1.200 dipendenti, 70 dei quali impegnati nella scuderia di Formula 1. La mancanza di competitività della McLaren negli ultimi anni ha certamente influito sulle sue difficoltà finanziarie: pur essendo scivolata in classifica, la scuderia opera ancora con uno staff quasi da top team, con tutti i costi del caso. Esborsi che non sono mitigati né dalle entrate per il piazzamento nel mondiale costruttori, calate nel tempo, né tantomeno dagli sponsor, visto che l’allontanamento dalla vetta ha inevitabilmente comportato una minore appetibilità per i brand che cercano un posto al sole su una monoposto di F1.

Non bisogna poi dimenticare un altro punto chiave: la McLaren – così come la Williams, del resto – ha ottenuto i risultati migliori della sua storia quando era de facto un partner esclusivo di un costruttore auto. Operava, in buona sostanza, con il pieno supporto, anche finanziario, della casa. Attualmente, invece, McLaren paga per la fornitura di propulsori: oggi Renault, domani Mercedes. Una situazione finanziaria decisamente differente, che non ha certamente aiutato il team negli ultimi anni. Ora però si respira un vento di cambiamento: l’arrivo delle power unit Mercedes nel 2021 contribuirà a migliorare le performance in pista, mentre il lavoro del team principal Andreas Seidl sta piano piano mettendo i tasselli del management della scuderia al suo posto. Se si aggiunge all’equazione anche l’arrivo dell’esperto Daniel Ricciardo, si può capire come un’iniezione di capitali possa permettere alla McLaren di fare un salto di qualità. 

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