Ferrari si è approcciata alla terza sessione di prove libere con grande impeto. Come anticipato nella giornata di ieri sulle nostre pagine, i tecnici della rossa hanno effettuato alcuni ritocchi alla messa a punto della vettura. Per gran parte della sessione, le due SF-24 hanno testato le performance sulle Pirelli a banda gialla. Con questa mescola, il bilanciamento della monoposto italiana è parso davvero ottimale. Una vettura molto neutra, in grado di offrire tanta fiducia ai propri piloti. I “due Carlo” hanno lavorato molto per affinare il più possibile l’handling, grazie a tutti i consigli degli ingegneri di pista che, provvisti di telemetria, hanno fornito i ragguagli del caso.

E infatti, in maniera progressiva, il rendimento delle Ferrari è migliorato parecchio. Tra i due ferraristi Leclerc si è trovato subito a suo agio. Il monegasco non ha richiesto nemmeno un piccolo cambio di carico sull’avantreno e, durante i due stint messi assieme con le gomme italiane a banda gialla, ha studiato nei minimi dettagli i punti dove migliorare il suo stile di guida. Sainz, al contrario ha fatto più fatica. Durante la prima sgambata con gli pneumatici Medium ha sofferto, non riuscendo a raggiungere la confidenza adeguata con il mezzo. Poi, grazie all’aiuto del muretto e a qualche piccolo ritocco al set-up, come il compagno ha saputo spremere la rossa.

Tutto sembrava andare bene. I riscontri cronometrici davano ragione alla Ferrari, che si era piazzata in cima alla classifica con entrambi i piloti. Si arriva così all’ultimo quarto d’ora delle prove libere, uno scenario competitivo dove il programma di lavoro del Cavallino Rampante prevedeva l’utilizzo delle gomme Soft. Il target era quello di testare sempre il giro secco, ma supportati dall’extra grip offerto dai compound più morbidi del lotto. Una volta in pista, però, qualcosa è andato storto. Traffico a parte, che non ha reso di certo le cose più semplici ai ferraristi, sebbene il bilanciamento dell’auto fosse davvero buono i tempi non lo sono stati.

Leclerc è parso incredulo via radio. L’ex Alfa Romeo ha fatto presente che la vettura era perfetta, ma nell’arco della tornata non aveva “semplicemente” trovato aderenza. Idem per Sainz. Dopo una rapida capatina in pit lane per stazionare davanti al garage, gli alfieri di Maranello sono tornati a calcare l’asfalto di Marina Bay per l’ultimo tentativo. Ma le cose non sono cambiate e il distacco da Norris è di circa 1 secondo. Risulta più che evidente come il team abbia sbagliato il ciclo di isteresi, in quanto le gomme non erano nella corretta finestra di funzionamento. Fattore che limita fortemente il grip e, di riflesso, la prestazione. A poche ore dalla qualifica, Ferrari doveva capire cosa era successo e correggere il warm-up, per non ripetere la prestazione insufficiente e mandare a monte l’intero fine settimana.

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Il team di Maranello si è presentato in qualifica con una cognizione di causa incerta. Sebbene abbia studiato a menadito il ciclo di isteresi delle gomme per avere il massimo grip disponibile, non sa con certezza se potrà sfruttare appieno le coperture. I due ferraristi scendono in pista con un treno di Pirelli a banda rossa nuovo di pacca, la mescola sulla quale hanno patito i problemi. Osservando con estrema cura l’outlap, si notava la dedizione con la quale cercavano di immettere energia all’interno dello pneumatico. Nel primo intento fila tutto liscio e i riscontri cronometrici sono buoni. Il tempo di Charles dà fiducia, molto vicino a quello McLaren.

Per Carlos si notava invece più fatica a trovare la confidenza adeguata con il mezzo meccanico. Lo spagnolo non è riuscito a interpretare al meglio la SF-24 e nel confronto con il compagno di squadra si notava. Nel secondo run, Leclercsi è potuto permettere di alzare il piede, in quanto il suo crono realizzato in precedenza era sufficiente per passare il taglio. Al contrario, Sainz è stato costretto a chiudere la tornata, dove, peraltro, sebbene abbia migliorato e si sia messo in salvo, commette un paio di sbavature che confermano la sua giornata di certo non ottimale. Si passa così alla Q2, dove tutti i piloti iniziano a fare sul serio. Il monegasco pareva piuttosto in palla e di fatti stacca un crono valido.

Il suo giro è praticamente perfetto a livello di handling, se non fosse per una piccola incertezza nel T3 che gli fa perdere qualche frazione di secondo. Sainz invece appare ancora in difficoltà. Lo spagnolo chiede pertanto un piccolo ritocco all’avantreno: un punto di carico in più per bilanciare maggiormente la downforce sui due assi. Il risultato però non cambia, perché il pilota originario di Madrid ha continuato a mostrare una certa titubanza. Non è così per Leclerc, che invece mette assieme una tornata ancora ottima, con una piccola sbavatura alla 16 che gli toglie qualcosa sul crono. Ambedue passano comunque il taglio verso la Q3, dove il reale valore delle vettura si sarebbe svelato di li a poco.

Nemmeno il tempo di crederci e Sainz perde il retrotreno della SF-24 in curva 18. Lo spagnolo va in testacoda e sbatte violentemente contro le barriere. La vettura è sfasciata e la sua sessione termina qui, accontentandosi della decima piazza. Quando i commissari sistemano la pista, resta giusto il tempo dell’ultimo tentativo. L’unica vettura italiana in gioco è quella di Leclerc, che si prepara al meglio per dare tutto. Nell’outlap gli viene suggerita una modifica alla vettura che Charles esegue senza battere ciglio. Parte il suo giro lanciato, ma in curva 1 la sua speranza di far bene è già finita. Il monegasco porta troppa velocità ed esce dai limiti della pista. Sebbene concluda la tornata, il suo crono viene cancellato e non gli resta che prendersi la nona piazza davanti al compagno.

L’harakiri della Ferrari è qualcosa di clamoroso. Il team italiano aveva iniziato il fine settimana alla grande per poi perdersi totalmente. Sainz non ha mai trovato il feeling con la sua vettura e lo sappiamo. Per Leclerc, invece, pesa questo ultimo tentativo. Nel giro di rientro si mette in comunicazione con il suo ingegnere di pista e mostra al mondo la sua furia. Il ferrarista sostiene che sia successo qualcosa all’anteriore della sua SF-24, che improvvisamente non ha più funzionato bene, chiedendo lumi sulla regolazione richiesta e menzionata in precedenza. Tirando le somme, Ferrari ha gestito malissimo la pressione per un risultato, la pole, che evidentemente oggi non era alla portata.

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