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Un restyling, un cambio di nome ed ecco che un modello può vedere raddoppiata la sua carriera in un batter d’occhio. Lo abbiamo visto accadere molte volte. Ad esempio in Casa Fiat il trucco è riuscito quando nel 1998 la Casa ha trasformato la Cinquecento nella Seicento, consentendo al progetto una carriera commerciale complessiva di 20 anni.

Ma nel 1981, quando la 132 è stata sostituita dalla Argenta, le cose sono andate diversamente.

Una genesi travagliata

I motivi dello scarso successo commerciale di Argenta sono vari: Fiat ha dedicato poche risorse al suo sviluppo, perché era concentrata su quello di due modelli fondamentali per il marchio (la Uno e la futura ammiraglia Croma). Proprio per questo ha deciso di ripartire dalla 132, realizzandone un profondo restyling, ma conservandone corporatura e meccanica.

Fiat Argenta 1981-1985

Forme classiche, stile moderno

Le modifiche maggiori dal punto di vista estetico si sono concentrate su frontale e coda, ridisegnati con linee più nette e squadrate e grandi gruppi ottici anteriori e posteriori dall’aspetto austero, ampio ricorso alle cromature e grandi fascioni paracolpi in plastica che percorrevano tutto il perimetro dell’auto.

Lo stile non aveva particolari difetti, ma mancava di innovazione e modernità, così come gli interni, classici e fin troppo lineari, anche se le dotazioni erano complete per l’epoca e lo spazio abbondante.

Trazione posteriore, per l’ultima volta

Anche la meccanica, derivata in tutto e per tutto da quella della 132, non presentava novità rilevanti. L’Argenta aveva trazione posteriore (ultima volta su una Fiat) e retrotreno a ponte rigido e motori longitudinali e ha debuttato con una gamma composta da un 1.6 da 98 CV e un 2.0 a iniezione elettronica da 122 CV, più un Diesel 2.5 da 72 CV facile da indentificare per via del grosso rigonfiamento sul cofano motore.

Fiat Argenta 1981-1985

Il restyling del 1983

Nel 1983 la Argenta è stata sottoposta a un restyling concentrato sui fascioni paracolpi e sulla mascherina, dove è comparso il nuovo logo Fiat a 5 barre oblique, mentre in gamma è comparso il primo turbodiesel mai visto su una Fiat, un’evoluzione del 2,5 litri dotato di turbocompressore e arrivato a 90 CV di potenza.

Unica vera novità in un listino che pur rinominando i motori con sigle come “100” per il 1.6 e 120 per la 2.0, “D” e Turbo D”, nella sostanza non cambiava. Nel giugno 1984 è arrivata la prestazionale “SX” spinta da un 2000 bialbero con compressore volumetrico e 135 CV, ma è stato l’ultimo fuoco. L’anno seguente l’auto è uscita di scena.

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