Qualcuno lo aveva previsto da tempo, da quando una società di criptovalute aveva firmato un contratto di sponsorizzazione e non aveva pagato le quote previste. Mancanza di liquidità improvvisa. Sembrava strano, ma che nel mondo dei bitcoin e affini qualcosa non girasse per il verso giusto, lo avevano capito alcuni analisti, ma il crollo improvviso, enorme e in meno di 24 ore di FTX una piattaforma specializzata nello scambio di criptovalute, ha sorpreso tutti. “E’ la Lehman Brothers delle cripto” ha detto qualcuno esperto del settore. Voi direte cosa c’entra il crollo e il fallimento di un gruppo che in 24 ore ha perso 30 miliardi di dollari di capitalizzazione (avete letto bene: 30 miliardi) con la F.1?

Intanto FTX era uno sponsor di Mercedes che ha subito provveduto a togliere i marchi dalle sue monoposto, ma il domino che sta colpendo il settore, con perdite notevoli anche di altri soggetti (intervenuti in una catena di mutuo soccorso, perché se salta uno, saltano tutti a ripetizione) sta colpendo anche la F.1. Quasi tutti i team hanno, infatti, uno sponsor legato a questo mondo finanziario, tanto che la stessa F.1 ha fra i suoi sponsor istituzionali Crypto.com, una delle principali protagoniste del settore. E anche per questo si parla di questo marchio, coinvolto dall’aumento di transazione sulla propria piattaforma che ha scatenato speculazioni e ritiro di fondi, si parla di investimenti in F.1. Che al momento non sembrano aver influito più di tanto sulla tenuta della sponsorizzazione.

Crypto.com, infatti, secondo il Wall Street Journal è fra i primi 10 exchange per fatturato a livello globale, ma è molto più piccolo di FTX e del leader di mercto Binance. Tutta la vicenda che coinvolge FTX è sotto indagine degli investigatori finanziari che stanno indagando su potenziali comportamenti scorretti e la stessa Visa Inc, il più grande processore di pagamenti al mondo, ha detto di aver interrotto gli accordi per le carte di credito globali con la piattaforma. Gli ultimi avvenimenti hanno coinvolto anche il titolo FWONK della F.1 che è in ribasso a 55,99 dollari con una perdita dell’1,84 per cento il 18 novembre all’indice Nasdaq, a dimostrazione che bene o male il titolo è solido e i risultati degli ultimi GP, con un aumento di spettatori e interesse, non hanno scalfito la base della F.1.

Quello che però preoccupa, come accennato a inizio articolo, è la scomparsa o il ritardato pagamento delle sponsorizzazioni, con problemi ai bilanci dei team. Per Abu Dhabi, infatti, l’accordo siglato con un grosso team da parte di una società di criptovalute, doveva essere perfezionato, ma al momento attuale risulta non siano nemmeno state pagate le intermediazioni bancarie, per qualche migliaio di euro. E col team si parlava di 4 milioni di euro, segno che anche se non crolla il circus qualche scricchiolio si avverte ma al momento l’orchestrina continua a suonare imperterrita sulla tolda della nave…

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