La Red Bull sta ricominciando a ragionare da team campione, ancora prima di diventarlo nuovamente. Lo dimostra un ingaggio chiave perfezionato negli ultimi giorni. Il nome può non essere conosciuto ai più, ma è di primissima fascia. Si tratta di Ben Hodgkinson, tra i papaveri della divisione High Performance Powertrains di casa Mercedes. Hodgkinson, che approderà nella costola del team di Milton Keynes dedicata ai motori, Red Bull Powertrains, come responsabile tecnico, è uno degli uomini cruciali della struttura di Brixworth, dove hanno visto la luce le power unit delle meraviglie che hanno concesso alla Mercedes di dominare l’era dell’ibrido. 

Con Hodgkinson la Mercedes perde un talento dalla grandissima esperienza. L’inglese, infatti, lavorava a Brixworth da diciannove anni, quando l’attuale quartier generale dei motori delle Frecce d’argento si chiamava ancora Ilmor, ed era di proprietà di Mario Illien e Paul Morgan. E che Hodgkinson sia considerato un uomo chiave all’interno del progetto Mercedes F1 si evince dal fatto che, secondo i ben informati, le Frecce d’argento avrebbero imposto un periodo di gardening, l’inattività forzata cui sono costretti i top manager in F1 al passaggio in un altro team, fino all’autunno del 2022. Un’eternità, per preservare i segreti delle power unit di Stoccarda il più possibile.

La guerra tra i team di punta si gioca non solo in pista, ma anche fuori, con una campagna acquisti per rafforzare le rispettive squadre. E se è il mercato piloti a fare più notizia, a volte le partite più succose si consumano sul top management. Finora era stata la Mercedes ad attingere dai concorrenti nomi di punta, come James Allison, Aldo Costa e Lorenzo Sassi, tutti arrivati dalla Ferrari. Per la prima volta, ci sono invece i segnali di una potenziale emorragia di talenti in quel di Brackley. Perché è inevitabile pensare che Hodgkinson, alla lunga, possa portare con sé in Red Bull anche qualcun altro. Era stato così, in senso contrario, quando Allison aveva fatto il nome di Sassi. Ed è possibile che ora la Mercedes subisca. 

Hodgkinson diventerà il deus ex machina della trasformazione di Red Bull in un costruttore vero e proprio, con la produzione di un proprio motore in-house per il 2025, anno in cui saranno introdotte le power unit di cui si discute già oggi. Con il suo acquisto, a Milton Keynes hanno mosso la terza pedina di questa partita, dopo l’ottenimento del congelamento dei motori dal 2022 e la creazione della divisione dedicata per lo sviluppo dei motori del futuro. E la capacità di agire come un team dominatore sta tutta qui, nell’intuizione di assicurarsi i servigi di chi sa come si tira fuori dal cilindro un propulsore stupefacente, efficacissimo. 

È una mossa che si può paragonare, per portata, all’arrivo alla corte dei bibitari di Adrian Newey, nel 2006. Fu la genialità di uno dei progettisti star della Formula 1, papà di tantissime vetture vincenti, a fare la differenza per la Red Bull, di lì a qualche anno. I frutti degli spunti di Newey si videro dal 2009, campionato che mostrò le potenzialità della scuderia che, per le quattro stagioni successive, avrebbe dominato la F1. Hodgkinson farà lo stesso per le power unit, per riuscire a impostare un nuovo ciclo vincente a medio termine. Le grandi scuderie non guardano solo al breve periodo, d’altronde. E questa è un’ottima notizia anche per i piloti.

I grandi nomi – come Max Verstappen, diamante ormai sgrezzato, e, di fatto, massima espressione del vivaio della Red Bull – hanno bisogno di sicurezze sui progetti futuri. Furono le garanzie assicurate in primis da Niki Lauda, abile persuasore, a convincere Lewis Hamilton a perfezionare un passaggio di casacca che, nel settembre del 2012, a molti era sembrato un harakiri. E la scelta di tecnici di primo piano può avere un peso sia nel trattenere lo stesso Verstappen, assai infastidito dall’addio della Honda a fine 2021 annunciato lo scorso anno, che, alla bisogna, per attirare la crème de la crème verso Milton Keynes. Sul mercato, la Red Bull attacca, mentre la Mercedes difende. E in Ferrari farebbero bene a osservare con attenzione le mosse della concorrenza. 

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