Si è rifatta il make-up

Gli inglesi, cultori del genere, le chiamano “hot hatch”. Sono vetture realizzate sulla base di tranquille cinque porte da famiglia, ma riviste nella meccanica per ottenere prestazioni elevatissime. Degna rappresentante della categoria è l’ultima edizione della Honda Civic Type R, che fin dall’esordio nel 2017 è stata tenuta in grande considerazione da esperti e appassionati. Il suo quattro cilindri turbo da 320 CV è molto prestante e, assieme alle doti di guida, le ha permesso di spuntare tempi record in svariati circuiti mondiali (Nürburgring incluso). Nel 2020, la Honda Civic Type R è stata rinfrescata con interventi “di metà carriera” che hanno toccato in misura marginale il motore (più che altro per migliorarne la risposta) e l’estetica. Piccole modifiche si notano nelle “bocche” ai lati dei paraurti, che presentano inediti “baffi” in tinta con la carrozzeria e cornici dei fendinebbia riviste. Inoltre, la presa d’aria nella mascherina è stata ampliata del 13% per favorire il raffreddamento della meccanica. Come nelle altre versioni della Civic (anch’esse aggiornate), i fari full led sono di serie.

Con l’occasione, la Honda Civic Type R è stata declinata in tre versioni: alla standard, ora denominata GT (42.900 euro), si aggiungono la Limited Edition (50.000 euro) e la Sport Line (42.400 euro). Quest’ultima si distingue per l’aspetto un po’ meno appariscente: al posto dell’ala posteriore impiega uno spoiler a filo con il cofano (cosa che migliora anche la visibilità posteriore), monta ruote di 19” anziché di 20” e ha sedili neri invece che rossi; non rinuncia, comunque, al curioso triplo terminale di scarico (con elemento centrale più piccolo degli altri due) che sbuca nel mezzo dell’estrattore aerodinamico posteriore.

Al contrario, la Honda Civic Type R Limited Edition protagonista di questo test estremizza il carattere pistaiolo del modello: disponibile in Europa in soli cento esemplari, è proposta nel colore esclusivo giallo Sunlight Yellow con tetto nero (tinta che si ritrova nella presa d’aria sul cofano e nei gusci degli specchietti) e monta pneumatici “quasi-racing” (ma omologati per impiego stradale) Michelin Pilot Sport Cup 2 su raffinati cerchi in lega forgiati di 20” dello specialista tedesco BBS. Proprio queste ruote fanno risparmiare 10 kg, mentre altri 37 kg (rispetto alla GT) sono stati limati eliminando non solo alcuni pannelli fonoassorbenti, ma pure il sistema di infotainment e il climatizzatore. In totale, la vettura ferma l’ago della bilancia poco sotto i 1360 kg.

Sospensioni e freni affinati

Da vera sportiva le prestazioni: pur con la difficoltà nel trasmettere a terra tanta esuberanza con le sole ruote motrici anteriori, i dati ufficiali “parlano” di uno “0-100” in 5,7 secondi (5,8  secondi per la GT e per la Sport Line), mentre la velocità di punta è di ben 272 km/h. Tutte le Honda Civic Type R rimangono fedeli al cambio manuale a sei marce e sono provviste di differenziale autobloccante meccanico, componente che migliora il comportamento in accelerazione in uscita di curva ed è prezioso in una vettura a trazione anteriore così potente. A rendere meglio fruibile il potenziale di questa sportiva contribuiscono le migliorie alle sospensioni: è stata velocizzata la gestione degli ammortizzatori a controllo elettronico (di serie), ora basata su sensori con frequenza di campionamento aumentata da 2 a 20 kHz, mentre nuovi componenti assicurano inferiori attriti e maggiore rigidità. Rivisto, infine, l’impianto frenante della Brembo, reso più pronto nella risposta accorciando la corsa del pedale (-15 mm), e alleggerito di 2,5 kg grazie anche a nuovi dischi anteriori flottanti bicomponente (il mozzo è in lega d’alluminio).

Semplificata, ma non spartana

La Limited Edition ha poltrone più leggere e avvolgenti, ma per il resto l’abitacolo ricalca quello delle altre Honda Civic Type R: rispetto alla versione pre-restyling sono stati rivisti il volante – rivestito in Alcantara – e il pomello del cambio, che non è più sferico bensì conformato “a goccia”, e dotato di un contrappeso interno di 90 grammi che aiuta la manovrabilità; esclusiva di questa edizione limitata è la targhetta nel tunnel che riporta il numero dell’esemplare prodotto. Ampio il bagagliaio: 457/1246 litri. 

Fra gli elementi rimossi alla ricerca di leggerezza nella Honda Civic Type R Limited Edition ci sono il climatizzatore, l’impianto multimediale con navigatore e l’Honda LogR (presenti nella GT e nella Sport Line), il sistema che tramite app consente di usare il computer di bordo per visualizzare dati sul funzionamento dell’auto e sulla guida (anche in pista, sfruttando il Gps). Resta al suo posto l’avveniristico cruscotto totalmente digitale, che varia tonalità – virando verso un rosso intenso – quando si seleziona la modalità di guida +R, la più “estrema”, nella quale possono essere disabilitati – tenendo premuto per cinque secondi il pulsante con la sigla Vsa nel tunnel – anche i controlli di stabilità e di trazione. 

Come nelle altre varianti della Honda Civic Type R, a bordo della Limited Edition si respira un’atmosfera “racing”, ma senza troppe rinunce in termini di qualità dei materiali e di cura dei dettagli. Il sedile, ben sagomato e aderente, garantisce una posizione di guida ottimale; solo chi è molto alto lamenta la necessità di arretrare il volante un po’ di più. Una volta partiti, poi, si nota che la Type R è tutt’altro che ostica. Grazie al motore dall’erogazione regolare e corposa anche ai bassi regimi, si va via in souplesse, quasi senza impegno, e senza dover usare troppo il cambio.

Che gusto quando le “tiri il collo”!

Ma è in pista che emerge la vera natura “racing” della Honda Civic Type R Limited Edition, basata su tre “colonne portanti”: l’equilibrio di assetto e sospensioni, l’efficacia del differenziale autobloccante e il formidabile appoggio delle Michelin Pilot Sport Cup 2. Proprio il grip garantito dalle gomme francesi esalta il lavoro del differenziale: anche quando si forza l’ingresso in curva, basta mantenere la pressione sull’acceleratore perché l’avantreno resti diretto verso l’interno della svolta. Questo comportamento permette di interpretare traiettorie anche fantasiose con la sicurezza che la vettura non farà brutti scherzi: l’avantreno come in un binario e la coda che segue diligente. Per ottenere un’adeguata precisione del retrotreno bisogna, però, curare di non chiudere mai del tutto l’acceleratore nelle veloci variazioni di traiettoria, se si vogliono evitare alleggerimenti e fastidiose oscillazioni. 

Il margine di sicurezza in curva è tale che a volte si potrebbe desiderare ancora più potenza e grinta dal 2.0, la cui erogazione è davvero efficace soprattutto fra 4000 e 6500 giri. Preciso e con la corsa corta il cambio manuale a 6 marce della Honda Civic Type R Limited Edition: bisogna solo abituarsi agli spostamenti laterali della leva molto ridotti, che sulle prime non aiutano a individuare la quarta e la seconda quando si deve scalare nell’impiego concitato in pista. Efficaci e grintosi i freni, che non richiedono forti pressioni per offrire il meglio. 

Secondo noi

PREGI
> Prestazioni. Accelerazione, ripresa e velocità di punta sono ottime.
> Qualità dinamiche. L’auto ha un assetto davvero a punto e uno sterzo preciso; esaltano la guidabilità le efficaci sospensioni a controllo elettronico e il differenziale autobloccante.
> Versatilità. È una sportiva quasi “pronto pista”, ma offre comunque la praticità di cinque porte e altrettanti posti, e un baule generoso.

DIFETTI 
> Comfort. Dato lo spirito della vettura, la rumorosità superiore a quella delle versioni meno estremizzate è un compromesso accettabile. Non altrettanto l’assenza del “clima”.
> Design “estremo”. La linea grintosa, ma anche vistosa come poche, va a gusti. Ma i più esigenti troveranno fuori luogo le varie feritoie e prese d’aria che, in realtà, sono chiuse e quindi posticce.
> Visibilità posteriore. Oltre che dai massicci montanti, è fortemente penalizzata dal lunotto diviso in due parti e dalla ingombrante doppia ala posteriore.

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