Quando si parla di fascino ed eleganza, quasi sempre le auto inglesi – e questo succede spesso anche con le italiane – hanno una marcia in più, e la Jaguar F-Type è un esempio perfetto.
È debuttato sul mercato nel 2013 ed è diventata subito una “instant classic” moderna per la sua linea quasi senza tempo: a inizio 2020 è arrivato il restyling, che l’ha aggiornata nella tecnologia, nei motori e soprattutto nel design. È lei la protagonista di questo Perché Comprarla.
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Dimensioni | Interni | Guida | Consumi | Prezzi
Pregi e difetti
Ci piace | Non ci piace |
Design | Dotazione di sicurezza |
Dinamica di guida | Dotazione di serie migliorabile |
Qualità percepita a bordo | Grafica infotainment |
Verdetto
La Jaguar F-Type ha un carattere deciso, forte. Ha quella personalità tipica delle auto inglesi e non fa nulla per nasconderlo, il che la rende una delle sportive più affascinanti attualmente sul mercato. Anche con un 2.0 sotto il cofano sa farsi apprezzare per la dinamica di guida, è potente e veloce ma allo stesso tempo mansueta, il che la rende perfetta per essere usata tutti i giorni: per andare a lavoro durante la settimana e per divertirsi tra le curve nel weekend. E poi, ma quanto è bello aprire il tetto in una bella giornata di sole?
Dimensioni, bagagliaio e spazio
Su strada la F-Type ha una presenza decisamente importante e le dimensioni lo confermano: non supera i 4 metri e 50 di lunghezza ma è decisamente larga, più di 1 metro e 90 specchietti esclusi, ed è bassa 1 metro e 30. Da una sportiva a due posti e, in più, cabrio non ci si possono aspettare miracoli in termini di abitabilità ma dentro comunque si sta bene.
Il bagagliaio con 233 litri di capacità minima è piuttosto piccolo e lo spazio non è regolare nelle forme e difficile da sfruttare. L’imbocco è stretto e si deve per forza adottare un approccio da “Tetris” viaggiando con borse morbide da poter incastrare qua e là. Le finiture sono ottime così come i materiali di rivestimento ma non ci sono elementi come ganci o anelli per l’organizzazione del carico. Tre potenti LED, però, illuminano molto bene l’intero vano.

Le misure |
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Fuori |
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Lunghezza | 4,47 metri |
Larghezza | 1,92 metri |
Altezza | 1,31 metri |
Passo | 2,62 metri |
Dentro |
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Bagagliaio | 233 / n.d. litri |
Plancia e comandi
Calandosi all’interno dell’abitacolo, si apprezzano subito la posizione di guida e i materiali di rivestimento dato che, dove si poggiano le mani, ci sono superfici morbide alternate a più rigide e zigrinate dalla finitura metallica. Gli assemblaggi poi sono solidissimi e contribuiscono a elevare la sensazione di qualità percepita. Linee morbide e sinuose modellano l’intera plancia e si capisce subito come i designer abbiano volutamente adottato un approccio pilota-centrico orientando gli strumenti verso il guidatore e dedicando una morbida maniglia – estensione della consolle centrale – al passeggero.
Lo schermo dell’infontaiment è incastonato nella plancia, con i comandi dedicati alla climatizzazione che si trovano subito sotto: dai tre rotori si gestisce la temperatura e il riscaldamento dei sedili mentre, ancora più sotto, l’aria condizionata e le quattro frecce si attivano da una pulsantiera verticale in stile aeronautico. Sul tunnel alcuni elementi sono in plastica ma comunque di buona fattura, come i tasti per attivare le valvole dello scarico o del sollevamento dello spoiler posteriore. Qui, sulla cabrio, si trova anche il comando per aprire della capote.

L’organizzazione degli spazi interni è buona: davanti al sedile del passeggero, il cassetto portaoggetti si apre con un pulsante ed è rivestito all’interno. Stesso discorso per le tasche nelle portiere che sono piccole ma comunque sfruttabili. Al centro del tunnel, sotto un vano a scomparsa, si trovano due portabicchieri e, poco più indietro, nel bracciolo centrale, un piccolo spazio che può essere usato come svuotatasche. Sempre qui, ci sono una 12V, due prese USB tradizionali e lo slot per la SIM dati dell’infotainment. Vicino al tasto di accensione dell’auto c’è un’altra 12V.
Come va e quanto consuma
La Jaguar F-Type fa parte, a maggior ragione con questo motore, di quella categoria di sportive che è possibile sfruttare tutti i giorni, facendo però qualche piccola attenzione:
prima di tutto, bisogna fare i conti con l’altezza da terra dato che ci sono pochissimi centimetri tra il sottoscocca e la strada, il che fa venire un brivido ogni volta che si intravedono dossi, salite o rampe di qualche garage sotterraneo. Non c’è infatti un sistema di sollevamento pneumatico – come quelli di molte supercar – che alza il muso dell’auto.
Per il resto, la macchina non è lunghissima e questo le fa avere una bella agilità anche tra le strade strette grazie, tra l’altro, a un ottimo raggio di sterzata (il che non è scontato considerando i cerchi da 20” dell’esemplare in prova) e a una visibilità che è buona fatta eccezione per quella anteriore sinistra dato che il montante e lo specchietto coprono un po’ di visuale. Lo stesso “problema” si ritrova anche quando si guida alzando il ritmo perché il punto di corda delle curve a sinistra è sempre leggermente coperto.
Tornando in città, parcheggiare è una passeggiata dato che di serie ci sono i sensori davanti e dietro e anche la retrocamera. Gli ingombri della carrozzeria si percepiscono bene anche con il lungo cofano, mentre dietro la coda piatta aiuta a prendere bene le misure con le altre auto. Anche con cerchi XL, l’assetto riesce ad assorbire bene (per un’auto di questa categoria) le asperità anche non essendo a controllo elettronico; è rigido, sì, ma non di quelli spacca-schiena e al sedile arrivano pochi scossoni e vibrazioni.

Ma veniamo al cuore pulsante di questa F-Type, il motore. Sotto il cofano c’è un 2.0 turbo benzina a quattro cilindri da 300 CV (50 CV oltre la soglia del superbollo) e 400 Nm di coppia abbinato ad un cambio automatico a 8 marce. Per essere un turbo, spinge piuttosto in alto e ha un erogazione lineare nelle modalità di guida più tranquille, quasi brutale in Dynamic ad alti giri. A capote giù poi si può apprezzare la sonorità dello scarico che, per essere un 2.0, non è male.
Piace il fatto che motore e cambio siano molto sensibili alle diverse tarature elettroniche, ma si avverte la mancanza di un programma Individual che permetta di tarare i parametri in maniera indipendente, funzione che non è disponibile sul 2.0 ma solo sui motori più potenti. Avremmo preferito infatti avere il motore rilassato ma con un carico volante maggiore, invece bisogna sempre trovare un compromesso.
Nella guida più impegnata, il cambio in modalità automatica è piuttosto lento ma le cose migliorano quando si prende in mano la situazione. Si può infatti cambiare marcia in modalità manuale o con la leva centrale che funziona nel modo giusto, e cioè spingendo si scala, tirando si passa al rapporto superiore, o con i paddle dietro al volante che, per 350 euro, possono essere in alluminio.

Gli ammortizzatori non sono a controllo elettronico ma la taratura delle sospensioni garantisce un bilanciamento neutro che rende la macchina particolarmente affilata in curva e piatta sia in ingresso che in percorrenza. Il merito è anche dello sterzo (che rispetto al passato è migliorato e, ora, è più preciso) e dei freni che, in questo caso, sono maggiorati e permettono staccate veramente al limite con una risposta potente e modulabile.
Con questo motore, la F-Type Convertible pesa circa 200 kg in meno rispetto a quella con il V8 fermando la bilancia a circa 1.650 kg in ordine di marcia ma la potenza non è sufficiente a scomporla anche perché, dietro, le gomme larghissime da 295 garantiscono tantissimo grip. Per finire, l’isolamento dell’abitacolo dall’esterno è buono sia dai rumori che a livello termico: i fruscii aerodinamici non danno mai fastidio, così come il rotolamento delle gomme o il rumore del motore.
Capitolo consumi: in città abbiamo percorso circa 9 km con un litro di benzina, 12 in extraurbano e poco più di 10 in autostrada a velocità di codice, il tutto per una media di circa 10 km e mezzo al litro che corrispondono a 9,6 litri ogni 100 km. Quando ci si vuole divertire, spingendo sull’acceleratore non è difficile toccare i 6 km al litro.
Versione provata |
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Motore | 2.0 turbobenzina |
Potenza | 300 CV |
Coppia | 400 Nm |
Cambio | Automatico a 8 marce |
Trazione | Posteriore |
Prezzi e concorrenti
Da listino, servono quasi 76.300 euro per parcheggiarsi in garage una Jaguar F-Type Convertible P300, la 2.0 da 300 CV, in allestimento base. Il V8 meno potente da 450 CV parte da poco meno di 106.000 euro e, aggiungendone circa altri 6, può essere abbinato alla trazione integrale. Al vertice della gamma c’è il V8 da 575 CV a quattro ruote motrici che sfiora i 140 mila euro. Per quanto riguarda gli allestimenti, in tutto ce ne sono 3 con una differenza di 12.000 euro tra il base e l’R-Dynamic Black.

Di sportive con due posti secchi, cabrio, sotto i 100 mila euro e sotto i 4 metri e 50 di lunghezza non ce ne sono molte. L’avversaria da battere è sicuramente la Porsche 718 Boxster che è un po’ più piccola della Jaguar ma ha un prezzo simile e la possibilità di scegliere sotto il cofano sia un quattro cilindri turbo che un aspirato più grande. E, a questo punto, entra in gioco anche la 911 come alternativa.
Per filosofia analoga, ci sono poi le tedesche BMW Z4 e Audi TT Roadster che, nelle versioni più potenti, potrebbero dare alla F-Type del filo da torcere e sono progetti più moderni, e lo stesso discorso vale anche per la nuova Mercedes SL anche se, qui, saliamo con i prezzi. Per finire, prendendo in considerazione la Jaguar con il 2.0 a quattro cilindri, due possibili alternative – anche se coupé – potrebbero essere l’Alpine A110S e la Toyota Supra.