La proposta europea per l’Euro 7

LIMITI ALLENTATI – Ha visto finalmente la luce la proposta della Commissione europea per lo standard Euro 7 in materia di emissioni dei veicoli a combustione. Le novità sono diverse e riguardano non soltanto i valori emissivi ma anche il ‘cosa’ viene emesso e la durata dei dispositivi di abbattimento degli inquinanti. La proposta della Commissione mostra degli allentamenti rispetto ai limiti molto rigidi che erano stati ventilati dall’Advisory Group on Vehicle Emission Standards (qui per saperne di più). Si prevede infatti che le quantità massime di ossidi di azoto (NOx) siano unificate a 60 mg/km, indipendentemente dal fatto che il motore sia a benzina o gasolio: è un consistente allentamento rispetto ai 30 mg/km (o meno) che erano stati prospettati.

MISURE SU STRADA – Le procedure di test saranno basate sulle prove su su strada Real-Driving Emissions e terranno conto delle emissioni a freddo, particolarmente importanti per la guida urbana. Un altro vincolo importante è che i limiti Euro 7 vanno rispettati, da parte delle automobili e dei veicoli commerciali leggeri, fino a 200.000 chilometri e 10 anni di utilizzo, un valore molto più vicino all’anzianità media del circolate europeo rispetto ai 5 anni e 100.000 km dell’Euro 6. Aumenti analoghi riguarderanno inoltre autobus e camion. La crescente diffusione di veicoli a emissioni locali zero – quelli con fuel cell alimentate a Idrogeno e quelli elettrici – rende maggioritaria l’emissione di particolato da freni e gomme rispetto a quella (pari a zero) nulla dallo scarico: la proposta per Euro 7 prevede quindi misurazioni anche per questi inquinanti in modo da poter essere applicata anche a questi veicoli. L’amara esperienza del Dieselgate ha poi indotto la Commissione europea a sfruttare per l’Euro 7 le possibilità del digitale per misurare, con dispositivi a bordo, le emissioni per tutta la vita del veicolo e non solo sul banco a rulli.

FIDUCIA NELLE BATTERIE – Le nuove norme regoleranno inoltre la durata minima delle batterie installate su auto e furgoni al fine di aumentare la fiducia dei consumatori nei veicoli elettrici. Le nuove regole stabiliscono anche limiti di emissione per inquinanti precedentemente non regolamentati, come le emissioni di protossido di azoto da parte dei veicoli pesanti. La proposta della Commissione sarà presentata al Parlamento europeo e al Consiglio d’Europa, che dovranno ratificarla. Le Istituzioni europee stimano che Euro 7 al 2035 ridurrà le emissioni di NOx di auto e furgoni del 35% rispetto a Euro 6 e del 56% rispetto all’Euro VI che si applica ad autobus e camion. Il particolato allo scarico diminuirà del 13% per le auto e i commerciali leggeri e del 39% per autobus e camion mentre quello emesso dai freni delle automobili diminuirà del 27%. 

ACEA NON CI STA – I sostenitori di queste regole per l’Euro 7 fanno notare che “La transizione verso una flotta di auto e commerciali leggeri a emissioni locali zero durerà almeno due decenni, visto che la loro vita media supera gli 11 anni. Quindi, per raggiungere gli obiettivi di abbattimento delle emissioni, i veicoli con motore a combustione che verranno immessi sul mercato fino al 2034 devono essere il più puliti possibile”. Di tutt’altro avviso è ACEA, l’associazione dei costruttori europei, il cui presidente Oliver Zipse, che è anche ceo di BMW, ha espresso contrarietà: “L’industria automobilistica prende molto seriamente il suo ruolo nella riduzione della CO2 e delle emissioni inquinanti. Purtroppo il beneficio ambientale della proposta della Commissione è limitato mentre aumenta molto il costo dei veicoli dato che si concentra su condizioni di guida estreme che sono poco rilevanti nella vita reale”. Gli fa eco Martin Lundstedt, ceo del Gruppo Volvo e presidente del consiglio di amministrazione dei veicoli commerciali di ACEA: “Per conformarsi all’Euro 7, i produttori di camion dovranno trasferire molte risorse dai veicoli a batteria e a fuel cell verso i motori a combustione interna. Questo avrà un impatto negativo sulla  transizione verso veicoli a emissioni zero e non farà bene al clima, alla salute delle persone e al settore”.

COMPROMESSO AL RIBASSO – Critiche anche dall’altro lato, quello ecologista impersonato da Transport & Environment (T&E) e che dice senza mezzi termini che la Commissione europea si è schierata con i costruttori automobilistici. Anna Krajinska, responsabile delle emissioni dei veicoli e della qualità dell’aria in T&E, ha infatti dichiarato che “le proposte per le automobili sono così deboli che sembrano essere scritte dall’industria automotive. Nonostante godano di profitti record, le case automobilistiche hanno venduto alla Commissione una bugia secondo la quale un ambizioso regolamento Euro 7 è impossibile. L’inquinamento del trasporto su strada uccide 70.000 persone ogni anno e questa proposta non fa quasi nulla per impedirlo. Nei prossimi decenni metterà sulle strade quasi 100 milioni di auto altamente inquinanti che rimarranno lì per decenni a venire“. Fra le critiche si cita il fatto che negli ultimi 40.000 km/2 anni (prima dei fatidici 200.000 km/10 anni di durata dell’azione dei dispositivi antinquinamento) le emissioni possono aumentare. T&E cita gli standard USA: l’efficienza deve essere garantita fino a 240.000 km per le auto e 1,3 milioni di km (in California) contro i 700/875.000 km della proposta europea. Altre criticità sono nella concessione che le emissioni possano aumentare di 1,6 volte quando la temperatura è inferiore a 0 gradi e nel fatto che il limite al particolato emesso dai freni – 7mg/km – è così alto da non rendere obbligatoria l’aspirazione sotto vuoto, già disponibile, efficace e conveniente. Essa sarà mandatory solo nel 2035, quando il limite sarà abbassato. 

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