La terza puntata della seconda stagione di “Storie di Motori” ha come protagonista una delle auto più iconiche del marchio Lancia. E no, non è la Delta come qualcuno potrebbe pensare, bensì la celebre Aurelia, come ci racconta Luca Dal Monte in questo nuovo episodio.

Il debutto al Lingotto

Non è un caso che la Lancia Aurelia debutti al Salone dell’Automobile di Torino del 1950, perché quello del capoluogo piemontese è all’epoca uno dei principali appuntamenti internazionali nel dorato mondo dell’automobile.

E non è un caso che debutti nel 1950, anno in cui l’Italia, l’Europa e in definitiva il mondo si lasciano alle spalle il decennio di morte e distruzione che, nella sua prima parte, era stato segnato dalla seconda guerra mondiale.

E non è naturalmente un caso neppure il fatto che alla base dell’Aurelia ci sia il vecchio Pinin Farina, che all’epoca vecchio ancora non è, ma che viene già unanimemente ritenuto il sarto di automobili più bravo di tutti.

Lancia Aurelia

L’Aurelia non è una vettura come le altre. E non lo è da subito. È impossibile non riscontrare infatti nell’Aurelia B20 una delle automobili italiane più importanti e belle di sempre, un modello alla realizzazione del quale la Pininfarina contribuì attivamente dal punto di vista creativo e industriale.

Simbolo dell’italianità nel mondo

Dalla B20 nascerà la B24, una spider sportiva ed elegante che fotografa come nessuna altra automobile la propria epoca. L’Aurelia diventa presto un simbolo – un simbolo degli anni Cinquanta. Il simbolo di un paese dove il lavoro non è più solo un fine, ma anche un mezzo per potere ambire a qualche cosa di più.

Lancia Aurelia

Un mezzo per potersi premiare con qualcosa di bello e non solo di utile. E per quel che riguarda chi italiano non è, l’Aurelia diventa velocemente un simbolo del made in Italy – del meglio di quanto viene prodotto in Italia.

La passione di Hemingway

Negli anni Cinquanta un grande scrittore sceglie l’Aurelia per scorrazzare in lungo e in largo quel paese e quel continente che hanno fatto da sfondo a tanti tra quei racconti e romanzi che di lì a poco gli consentiranno di vedersi attribuire il premio Nobel.

Hemingway parla di una “buona e ben stagionata Lancia.” In una prosa essenziale nella quale gli aggettivi sembrano spesso superflui, “buona e ben stagionata” suonano quasi come vezzeggiativi.

Chi è Luca Dal Monte

Nato a Cremona, giornalista, ha ricoperto il ruolo di responsabile della comunicazione Ferrari negli Stati Uniti e, successivamente, direttore della comunicazione di Maserati dal 2005 al 2015. Luca Dal Monte è autore, tra le altre opere, di La Scuderia (2009), Ferrari Rex – Biografia di un grande uomo del Novecento (2016) e de La Congiura degli innocenti (2019).

Il nuovo racconto dello scrittore cremonese si intitola “Belli e Dannati. Vivere e morire nella Formula 1 degli anni 70” e fa parte della collana “Grandi corse su strada, pista e rallies” edita da Giunti e Giorgio Nada Editore. Il libro è già in vendita al prezzo di 24 euro.

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