Lancia, il futuro dello stile raccontato dal suo creatore

UN FRANCESE CON L’ITALIA NEL CUORE – Racconta con l’entusiasmo di un bambino di essere cresciuto con i modellini di una Carabo e di una Stratos nelle tasche. E che proprio nel creatore di queste due auto da sogno, Marcello Gandini, e in un altro grandissimo del car design, Giorgetto Giugiaro, da ragazzo ha individuato una guida per farsi strada nel settore in cui si è costruito una brillante carriera. Fino a diventare, oggi, il responsabile dello stile di tutti e 14 i marchi del gruppo Stellantis, con il mandato speciale di ridare una nuova forma e una nuova identità ai futuri modelli della Lancia. Abbiamo incontrato Jean-Pierre Ploué nella Sala Grande della Reggia di Venaria, dove ieri la casa torinese ha tolto i veli alla Pu+Ra Zero (nelle foto), la visionaria scultura senza ruote in cui il team capitanato dal designer francese ha riassunto i cardini del linguaggio stilistico delle Lancia che verranno (qui per saperne di più). A cominciare dalla prima in ordine d’arrivo, la nuova Ypsilon, nel 2024.

Presentare una concept così “eterea” e immaginifica genera inevitabilmente una grande attesa negli appassionati. Ma davvero questo manifesto al futuro potrà lasciare qualcosa alla nuova Ypsilon?
“La Pu+Ra Zero alla Ypsilon di domani lascerà molto più di qualcosa. Guardandola, se giocate un po’ di fantasia, potete già immaginarvela: una compatta a due volumi di grande eleganza, lunga circa quattro metri, quindi più grande dell’attuale. Al muso del concept svelato oggi ci siamo ispirati per la definizione del frontale, che sarà caratterizzato da una calandra a calice rifinita in nero lucido nella parte superiore”.

E il nuovo logo? Come si inserirà nella mascherina?
“Nel frontale, semplicemente, il logo non ci sarà”. 

Come mai?
“Abbiamo preferito puntare sulla grande scritta Lancia, che in abbinamento al calice ci ha consentito di conferire al muso uno stile più radicale, oltre che unico”.

Forse è un po’ presto per parlarne, ma cos’avrà, in comune con l’Aurelia degli anni ’50, l’ammiraglia che vedremo nel 2026?
“È bene sottolineare ancora una volta che Aurelia, per ora, è solo un nome in codice “a uso interno”, per tenere a mente che stiamo lavorando su una vettura di grande prestigio e molto importante per il nostro il marchio. Detto ciò, è ancora prematuro scendere nei dettagli dello stile di questo modello. Posso anticiparvi, però, che i fianchi avranno un andamento ad arco, come l’Aurelia B20. Ma questo sarà il nuovo biglietto da visita di tutt’e tre le nuove Lancia”.

Anche dell’erede della Delta? Napolitano (il ceo della Lancia, ndr) ha detto che, nonostante arriverà per ultima, nel 2028, è l’unica macchina già pronta, perché i suoi ragazzi hanno fatto letteralmente a gara per disegnarla.
“Sì, e lo ripeto: l’andamento arcuato delle fiancate caratterizzerà tutti i modelli della nuova gamma. Ciò non significa che la Delta di domani non incarnerà la forza e la radicalità del modello originale. Anzi, è proprio alla prima versione, quella di fine anni ’70, che abbiamo guardato con maggior attenzione”. In assenza di ulteriori dettagli – sui quali, per il momento, Plouè ha preferito glissare -, non resta quindi che provare a immaginarlo, il modo in cui la Delta di Giugiaro influenzerà la sua attesissima erede. Una cosa, però, è certa: in un’aria di grande entusiasmo e voglia di futuro come quella che finalmente si respira in Lancia, la firma del Maestro non può che far ben sperare.

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