Kimi Raikkonen, ormai pensionato di lusso, si è guadagnato un posto nel cuore degli appassionati della F1 con i suoi irresistibili siparietti nel corso degli anni. Ne abbiamo scelti cinque, a rappresentazione di un pilota unico nel suo genere


24 dicembre 2021

Come si può immaginare una Formula 1 senza Kimi Raikkonen? Questa è la domanda che ci è sorta spontanea all’annuncio del ritiro del campione del mondo 2007. Con l’addio di Raikkonen il Circus perde la sua unica vera rockstar, personaggio senza volerlo essere. Mentre lui si gode già il suo status da pensionato – lo ha scritto fieramente nella sua bio di Instagram – ripercorriamo i cinque episodi che hanno contribuito maggiormente alla creazione della leggenda di Iceman, in rigoroso ordine cronologico. 

Il bell’addormentato

Correva l’anno 2001, e Kimi, all’epoca 21enne, si accingeva a disputare la prima gara in Formula 1, in Australia con la Sauber. Roba da far tremare i polsi a chiunque, a maggior ragione a un pilota inesperto come il giovane Raikkonen, approdato nella massima categoria del motorsport con una manciata di gare su monoposto all’attivo. E invece il buon Kimi, totalmente indisturbato, si concesse una pennichella. Il suo fisioterapista si precipitò a cercarlo, e lo svegliò di soprassalto, ricordandogli che mancava mezz’ora alla corsa. La risposta di Raikkonen? “Fammi dormire altri cinque minuti”. Il sonno ristoratore sortì i suoi effetti, visto che Kimi si classificò settimo. 

Dalla monoposto allo yacht, senza tappe intermedie

Nel 2006, a Montecarlo, Raikkonen stava lottando per la vittoria contro Fernando Alonso, quando la sua McLaren MP4-21, competitiva quanto fragile, lo costrinse al ritiro. Kimi, allora, decise di prendere la situazione in mano. Anziché fare ritorno a box, Kimi scelse, con il casco e la tuta ancora indossati, di dirigersi verso il suo yacht. Dopo un rapido cambio d’abito, Raikkonen, con un costume più consono all’occasione d’uso, si mise a prendere il sole sorseggiando una birra corroborante. Più Iceman di così, con l’alcool ben ghiacciato, non si può. 

Assenze giustificate

Brasile, 2006, ultima gara stagionale. Tempo di celebrazioni per Michael Schumacher, giunto al GP finale – almeno per quel momento – della sua storia in F1. Il calciatore brasiliano più iconico di tutti i tempi, Pelé, porse al Kaiser un premio per la sua straripante carriera, impreziosita da sette titoli mondiali. A rendere omaggio a Schumacher, tutti i suoi colleghi, tranne uno. Il nostro. A specifica domanda sulla sua assenza alla cerimonia, Raikkonen, senza scomporsi, rispose, verbatim: “Stavo cagando”. Viva la sincerità.

Annamo a pijà er gelato?

Gran Premio della Malesia, anno 2009. Meteo da lupi, pioggia torrenziale. Tanto da bloccare la corsa. Bandiera rossa, e piloti richiamati sulla griglia ad aspettare tempi atmosferici migliori. Dopo un po’, cominciò a farsi largo una certa insofferenza. Felipe Massa si lamentò con il suo ingegnere di pista, il pazientissimo Rob Smedley, perché voleva, anzi, esigeva, una visiera chiara. Il suo compagno di squadra, invece, prese la situazione in mano. Scese dalla monoposto, si tolse la tuta, si mise in borghese e andò a prendersi un gelato. Tutto questo, ovviamente, senza sapere se la corsa sarebbe ripartita: poco importava, per lui era già finita. E Raikkonen aveva ragione, la gara si era conclusa lì.

Leave me alone, I know what I’m doing

Yas Marina, 2012. Raikkonen si trovava al comando del Gran Premio di Abu Dhabi quando il suo ingegnere di pista, come da prassi, gli comunicò il gap accumulato nei confronti di Alonso. Kimi, stizzito, si produsse nella frase destinata ad essere stampata su migliaia di magliette: “Leave me alone, I know what I’m doing”, lasciami stare, so cosa sto facendo. E in effetti era così: Raikkonen quella corsa la vinse. E la frase storica di Raikkonen è stata ripresa di recente dall’Alfa Romeo, che, per omaggiarlo, alla sua ultima gara in F1 ha aggiunto alla C41 la scritta “Dear Kimi, we will leave you alone now”, caro Kimi, adesso ti lasceremo stare. 

ll bonus

Scegliere solo cinque episodi per raccontare la figura di Kimi Raikkonen non è semplice, quindi vi concediamo un bonus non legato a una gara di F1, ma al galà di premiazione della FIA a San Pietroburgo nel 2018. Terzo classificato del mondiale quell’anno, Raikkonen rubò la scena alla cerimonia, presentandosi sul palco visibilmente brillo. Descrivere la mimica facciale e i movimenti di Kimi sarebbe inutile: le immagini, che vi proponiamo qui sopra, valgono più di mille parole. Così come l’espressione di un divertitissimo Sebastian Vettel, pronto a sostenere letteralmente il traballante amico. 

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