Piano nazionale di ripresa e resilienza: le novità per trasporti e automotive

ALLOCARE I FONDI – In questo fine settimana si svolgeranno alcuni passaggi importanti per il PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza), che stabilisce come ripartire i fondi europei del Recovery Plan. Vista l’impronta green del Governo, che ha anche la primizia del Ministero per la transizione ecologica, ci aspettiamo un occhio di riguardo verso la mobilità sostenibile. In effetti sono stati rifinanziati gli incentivi per tutte le fasce emissive (qui per saperne di più), anche se con qualche malumore per l’esiguità dei fondi destinati alla fascia 61-135 g/km di CO2.

ALLA CARICA – Il Consiglio dei ministri che doveva deliberare sulle misure del PNRR è slittato da venerdì 23 a sabato 24 aprile e mentre scriviamo ancora non si è tenuto. Le proposte sul tavolo parlano comunque di riduzione e cattura della CO2, di spinta dell’idrogeno, del rilancio dell’elettrico nei trasporti e massicci investimento sulle rinnovabili. La spesa prevista per questi temi dovrebbe aggirarsi sui 69 miliardi, provenienti dall’Europa. Nel piano leggiamo che 4,5 miliardi sono destinati alle smart grid (la gestione “intelligente” della rete elettrica), 230 e 300 milioni sono poi destinati, rispettivamente, alle stazioni di ricarica di idrogeno per il trasporto stradale e quello ferroviario. Il trasporto locale sostenibile avrà 600 milioni per quello soft (piste ciclabili e simili), 3,52 miliardi per il trasporto pubblico, 750 milioni per le infrastrutture di ricarica e 5,32 miliardi per bus, treni e battelli verdi. Importante lo sforzo perché l’Italia sia un polo importante nelle filiere della transizione, destinando 1,65 miliardi alla ricerca nei settori delle rinnovabili, delle batterie, dell’idrogeno e dei bus elettrici.

SPINGIAMO SULLE ELETTRICHE – Anche il biometano avrà un ruolo importante: il trattamento di liquami e digestati produrrà metano, anche per l’autotrazione, e fertilizzanti. I programmi per le infrastrutture di ricarica sono molto ambiziosi. Da oggi al 2026, ultimo anno del PNRR, si dovrebbe creare una “transizione dal modello tradizionale di stazioni di rifornimento di verso punti di rifornimento per veicoli elettrici”. Allo scopo “l’intervento è finalizzato allo sviluppo di 7.500 punti di ricarica rapida in autostrada (è dello scorso dicembre l’obbligo di metterne una ogni 50 km (qui per saperne di più) e 13.755 nei centri urbani, oltre a 100 stazioni di ricarica sperimentali con tecnologie per lo stoccaggio dell’energia”. Previsto anche uno snellimento delle gare di installazione degli impianti per le energie rinnovabili: quella da 4.824,9 MW per gli incentivi alle fonti rinnovabili previsti dal decreto Fer 1 ha assegnato meno della metà della potenza disponibile.

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