Un’esplosione, la vettura che si pezza in due e diventa una palla di fuoco, mentre il pilota rimane in mezzo alle fiamme per secondi che paiono un’eternità e i commissari non riescono ad avvicinarsi. Poi una figura umana che esce dalle fiamme. Più di qualcuno parla di miracolo e in un certo senso è così, ma Grosjean deve il resto della sua vita soprattutto agli straordinari progressi tecnologici per la sicurezza, della vettura così come degli indumenti di protezione. Nonché al suo sangue freddo, perché uscire da una F1 non è esattamente un’operazione semplice e farlo restando abbastanza lucidi in quell’inferno è roba da uomini veri, prima ancora che da campioni. E poco male che all’origine di tutto ci sia stato un suo cambio di traiettoria a dir poco sconsiderato. Anche stavolta è andata bene e allora voto 10 a Grosjean e alla F1 tutta.

Voto 9 invece a Hamilton, che stavolta davvero non ha avuto rivali (ma ne hai avuti quest’anno?), anche se a fine gara dichiara che non è stato semplice. Certo, come no. Il voto, se non si è capito, è soprattutto per la prova d’attore…

Voto 8,5 a Verstappen: stavolta arriva 2° ma rimane la sensazione che sia bloccato in un limbo, troppo lento per lottare davvero per vincere, troppo veloce per tutti gli altri. Più che F1, per lui deve essere Formula Noia. Terzo a sorpresa Albon, che in realtà dopo avere mezzo disintegrato un’auto nelle prove libere (cosa che non ha aumentato di molto la sua considerazione all’interno del team) in qualifica ha colto un onorevolissimo 4° posto, diventato 3° per i guai di Bottas e Perez. Tutto bene quindi? La classifica dice di sì, ma la differenza da Verstappen in termini di velocità rimane troppo importante. Demerito suo o è proprio l’olandese un extraterrestre? Il dubbio comincia a venire… Nel dubbio voto 7,5.

In Bahrain torna a farsi vedere ai piani alti Norris, veloce in qualifica come in gara: la sua è una prova maiuscola anche se priva di grandi momenti spettacolari. Ma in F1 ci vuole anche e soprattutto concretezza, quindi va benissimo così: voto 8. Alle sue spalle Sainz, ottimo 5° dopo essere partito 15° per un problema in qualifica: la sua è stata una rimonta strepitosa, costruita con la testa (come ha fatto a far durare così tanto le gomme rosse?) ma anche con il cuore quando serviva, per esempio per attaccare duro il suo prossimo compagno di squadra Leclerc, giusto per chiarire che non verrà a Maranello per fare il vassallo. Bene così, una prova di carattere che conforta pensando alla monoposto che lo attende… Intanto voto 9, conferma.

Una bella conferma è anche il 6° posto di Gasly, veloce in qualifica e consistente in gara: in AlphaTauri hanno trovato il loro faro e sono ben felici che Marko non ne voglia più sapere del francese. Peggio per lui… intanto voto 9 perché provateci voi a fare meglio con la pur buona monoposto di Faenza… Solo 7° Ricciardo, che pure era partito 6°, ma l’australiano ha passato metà della gara a togliersi di dosso Ocon e quando ha chiarito con il compagno di squadra chi lo precedeva ormai era irraggiungibile. Peccato, voto 7 comunque.

Solo 8° Bottas, vittima di una foratura nei primissimi giri, ma onestamente con l’astronave che guida dalla gara del finlandese era comunque lecito attendersi di più: in qualifica va sempre forte, anzi fortissimo (anche se non quanto Hamilton) ma in gara è tutta un’altra storia. Peccato che il bottino venga spartito la domenica… Voto 5, sfortunato ma non incolpevole.

Alle sue spalle, si è fatto vedere molto Ocon, autore di bei duelli con Leclerc e soprattutto con il compagno di squadra (un vizio che evidentemente gli è rimasto dai tempi della Force India), ma alla fine il francese dà ancora una volta l’impressione di raccogliere pochino rispetto al potenziale dell’auto. Nel dubbio 6,5, ma a campionato quasi finito il suo ritorno in F1 rimane una mezza delusione. Chiude la zona punti Leclerc, più che altro grazie al motore arrosto di Perez, ma fa davvero differenza arrivare 10° o 11° quando guidi una Ferrari? Il monegasco ha venduto cara la pelle, ma al primo rettilineo gli avversarsi scomparivano all’orizzonte. E resta il dubbio che Vettel non avesse tutti i torti a lamentarsi dell’entrata di Leclerc alla prima curva dopo la seconda partenza, perché tra una manovra ben riuscita (come in questo caso) e un disastro a volte è differenza di millimetri. Nel dubbio voto 6,5: impotente.

Fuori dai punti, voto 5 al già citato Vettel, che pure in qualifica era riuscito a fare meglio di Leclerc (di un soffio), ma in gara il tedesco è naufragato, tra l’ennesimo testacoda in mezzo al deserto (stavolta letteralmente) e lamenti continui via radio. Dai che manca poco e poi potrà finalmente voltare pagina. Voto 5 anche a Kvyat, che aveva la velocità per fare bene ma ha pagato carissimo un tentativo di infilata assassino su Stroll: ok, il canadese l’ha pagata anche più cara, ma il russo ha sciupato una bella occasione di andare a punti. Chi invece non ha sbagliato niente è Perez, autore dell’ennesima prova maiuscola: il messicano si è dovuto ritirare quando il podio sembrava sicuro, ma ancora una volta ha dimostrato al mondo di essere uno dei migliori piloti di F1 in circolazione. Pensare che con ogni probabilità tra 7 giorni non sarà più un pilota di F1 è davvero triste, nel frattempo voto 9.

Voto 4 invece alla Ferrari, che nelle ultime gare un po’ aveva illuso, ma in Bahrain è tornata a essere un disastro ingegneristico: lenta in rettilineo, in difficoltà nella parte più guidata. E il fatto che Latifi sia finito davanti alle Alfa Romeo e alla Haas superstite è un’ulteriore conferma sulla (non) competitività del motore Ferrari. Vecchia storia ormai, si dirà, ma lo sconcerto rimane.

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