Coronavirus: le scuse bizzarre dei multati in auto

IN TANGENZIALE PER UN CAFFÈ – Con il Decreto Legge approvato lo scorso 24 marzo, il Consiglio dei Ministri ha approvato misure più restrittive al fine di disincentivare gli spostamenti ingiustificati delle persone, il tutto con l’obiettivo di limitare la diffusione del coronavirus: le sanzioni amministrative vanno da 400 a 3.000 euro, ma aumentano di un terzo se commesse a bordo di un veicolo. In molti però continuano a violare le restrizioni, anche per futili motivi, come gli automobilisti multati dalla Polizia Stradale in tangenziale a Torino perché, secondo quanto riporta il quotidiano La Repubblica, si recavano in autogrill per bere un caffè senza le necessarie autorizzazioni, non potendolo fare nei bar in città (chiusi per l’emergenza).

UN PASSAGGIO DAGLI AMICI – Il desiderio, ma non di caffè, è costato caro a due focosi amanti sorpresi dalla Polizia nel rione Brancaccio a Palermo, dove si erano dati appuntamento in auto per scambiarsi effusioni: una volta notati, come riferisce l’agenzia Ansa, si sono rivestiti in tutta fretta ma non sono scampati alla multa. C’è la voglia di ritrovarsi in amicizia, invece, dietro l’uscita in auto concordata da tre giovani, fermati e multati in via Canevari a Genova, dove hanno mostrato agli agenti tre moduli con diverse auto-certificazioni. Uno di loro, secondo il sito internet TG Com, sosteneva di essere diretto a lavorare in un ristorante, ma gli agenti non hanno “bevuto” la scusa e lo hanno sanzionato.

REGOLE FERREE – In tanti, durante questo periodo di restrizioni, sono stati sorpresi (e multati) mentre lavavano l’auto presso un autolavaggio. Fra loro c’era anche una 27enne, che martedì 7 aprile ha lasciato il Comune di residenza per raggiungere un autolavaggio a poca distanza, situato tra Isera e Rovereto (in provincia di Trento). Le Forze dell’Ordine, dopo averla notata, sono state inflessibili: multa da 568 euro. Peccato che la giovane, collaboratrice dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, fosse lì per sanificare l’auto, usata anche per le cure domiciliari. Secondo quanto riferito dal quotidiano Il Dolomiti, la giovane farà ricorso.

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