Siamo nel 2003, Jack e Meg White, meglio conosciuti come i The White Stripes, pubblicano quello che diventerà negli anni seguenti uno dei brani rock più importanti degli anni 2000, Seven Nation Army, grazie ai Mondiali di calcio 2006 vinti dall’Italia… mentre le classifiche di tutto il mondo sono dominate da Clocks dei Coldplay, oltre ad artisti del calibro di Eminem, 50 Cent o i giovani The Black Eyes Peas.

Sempre nel 2003, Micheal Schumacher vince il suo sesto titolo mondiale a bordo di una Ferrari, la F2003GA, mentre l’Avvocato Gianni Agnelli, che non ha certo bisogno di presentazioni, ci lascia per sempre lasciando però il mondo dell’auto in uno dei suoi momenti più floridi.

I Costruttori di tutto il mondo colgono l’occasione per presentare diversi modelli cardine nel loro ventaglio di offerte, insieme alla varianti più sportive, con motori esagerati o a tiratura limitata. Tutte auto che nel 2023 compiono per l’appunto 20 anni, entrando a tutti gli effetti nell’universo delle youngtimer e quindi diventando iscrivibili ai vari registri storici, per poter usufruire di riduzioni di bollo e assicurazione nelle Regioni italiane dove è possibile farlo.

Così, anche noi di Motor1.com Italia, vogliamo iniziare il nuovo anno evidenziando le ventenni più rilevanti (in ordine alfabetico, con qualche “fuori concorso” – ndr), che magari non necessariamente godranno di una rivalutazione futura, ma che certamente si faranno apprezzare per le loro doti dinamiche e stilistiche

Alfa Romeo

La nostra rassegna delle auto che compiono 20 anni quest’anno inizia subito “col botto”. Si perché il 2023 potrebbe essere uno degli ultimi per mettersi in garage un celebre V6 Busso. Parliamo del 3.2 a 6 cilindri progettato dall’Ingegner Busso negli anni ’70 e da allora riproposto su tante auto del Biscione.

Una delle ultime in ordine temporale è l’Alfa GT, quella dalle linee tondeggianti presentata proprio nel 2003 e basata meccanicamente sulla 156. Una coupé che si può ancora trovare a prezzi tutto sommato contenuti in relazione alla raffinatezza del suo powertrain, in questo caso, in grado di sviluppare 239 CV.

Alfa Romeo GT
Alfa Romeo GT

Audi

Nel 2003 da Ingolstadt arrivano diversi modelli importanti nel ventaglio di offerte della Casa. Prima tra tutte l’Audi A3 8P, cioè la “nuova A3”, quella con la mascherina anteriore single frame e con tante novità tecnologiche rispetto alla generazione precedente.

I primi esemplari con 20 anni sulle spalle e da comprare nel nuovo anno, escludendo i diesel, sono quelli dotati di trazione integrale Quattro, quindi il 1.8 TFSI da 160 CV, della “storica” serie EA888 e il 3.2 V6 aspirato, da ben 250 CV. Occhio, però, a non cercarla Sportback, perché la versione a 5 porte arriva soltanto un anno dopo, nel 2004.

Audi A3 8P

Ma il 2003 di Audi vede il ritorno sul mercato anche di un’altra storica sigla: S4. 20 anni fa dagli stabilimenti di Ingolstadt esce la versione sportiva dell’Audi A4 serie B6, quasi prossima al restyling di metà carriera previsto per l’anno successivo.

Disponibile in versione berlina, Avant e cabriolet, la più potente delle Audi A4 viene presentata dotata del celebre 4.2 V8 aspirato, abbinato alla trazione integrale Quattro e con 344 CV a 7.000 giri/min e 410 Nm a 3.500 giri/min. Un’auto oggi in grado di ripagare perfettamente l’investimento richiesto, di circa 20.000 euro per un esemplare in buone condizioni solo sul mercato tedesco.

Audi S4
Audi S4
Audi S4

BMW

Restiamo in Germania ma ci spostiamo a Monaco di Baviera. Nel 2003 infatti viene presentata per la prima volta la nuova BMW Serie 5 di Chris Bangle, nome in codice E60. Con linee affilate e altissime dotazioni tecnologiche di bordo per l’epoca, stupisce subito il pubblico, complice anche una gamma motori molto articolata.

BMW Serie 5 E60

Abbinabile in ogni caso a un cambio manuale a 6 rapporti, si presenta sul mercato (in perfetta tradizione bavarese) con soli motori motori a 6 o 8 cilindri, benzina aspirati o turbodiesel. I nomi da tenere in considerazione in questo caso, libretto alla mano, sono M54 o M57, nel primo caso si tratta del 6 cilindri in linea a benzina aspirato delle 20i, 25i e 30i, nel secondo caso di tratta del 6 cilindri in linea turbodiesel delle 525d o 530d, motori solidi che negli anni hanno saputo regalare molte emozioni ai fortunati possessori.

Ma abbiamo menzionato anche un V8, si tratta dell’N62B44, lo storico 4.4i di Casa BMW disponibile sulla Serie 5 per i primi anni di commercializzazione sia in abbinamento a un cambio manuale a 6 marce sia a un cambio automatico a convertitore di coppia.

Trovare oggi una E60 in buone condizioni, magari con un motore a benzina, è un’impresa difficile soprattutto in Italia, ma potete provarci. Se ci riuscite sappiate che le quotazioni per questa filante berlina tedesca possono variare dai 6.000 euro agli oltre 15.000 euro, in base all’allestimento, alla cronologia della manutenzione e alla presenza di optional particolari.

Valore aggiunto è sicuramente garantito dalla presenza del cambio manuale a 6 rapporti e, anche in questo caso, guai a cercarla station wagon, perché è arrivata solo nel 2004.

BMW Serie 5 E60

Ma il 2003 per BMW ha rappresentato anche l’ingresso in gamma delle versioni più accessibili della Z4 E85. Arrivata sul mercato nel 2002 con il solo 3.0i (6L), l’anno successivo si arricchisce delle 2.0i (4 cilindri) e 2.5i (6L), sempre dotate dell’M54 abbinato al cambio manuale a 6 rapporti o all’automatico a convertitore di coppia steptronic.

BMW Z4

Citroen

Dalla Germania voliamo in Francia. Nel 2003 scende per le strade di Parigi un’auto del tutto particolare. Si chiama Citroen C3 Pluriel, una cabrio ben diversa da come si può intendere. Basata sull’allora C3 standard, è dotata di un particolare tetto in tela semicircolare, in grado di muoversi elettricamente su guide rivestite in gomma per evitare infiltrazioni.

Ma non è tutto. In giornate particolarmente soleggiate, per la prima volta sul segmento, i due montanti possono essere asportati in favore di una guida del tutto open air. Una soluzione “alla francese” intelligente ma non troppo, mai più riproposta su auto di serie. Il motivo? Un difetto importante; niente spazio in abitacolo per riporre i componenti del tetto, che quindi andavano lasciati a casa.

Oggi una C3 Pluriel si può trovare sul mercato con prezzi compresi tra 1.500 euro e 6.500 euro. Chiaramente le versioni da tenere d’occhio sono quelle con i motori a benzina, 1.4 e 1.6.

Citroen C3 Pluriel

Ma pensando alla Francia, non possono non venire in mente le piccole sportivette a trazione anteriore. Nel 2003 ne arrivano sul mercato ben due (che vedremo nel corso dell’articolo), da parte di Citroen fa il suo ingresso sul mercato la C2 VTR, prima versione sportiva della nuova tre porte cittadina.

Dotata del 1.6 aspirato da 109 CV è in grado di garantire prestazioni di tutto rispetto, con quotazioni attuali piuttosto contenute. Il motivo? La sua immagine, oscurata l’anno seguente dalla ben più celebre VTS, versione ancora più spinta da 122 CV.

Citroen C2
Citroen C2

Fiat

Che idea! Ma quale idea? La Fiat Idea, che arriva in strada per la prima volta proprio nel 2003. Una monovolume compatta e pratica, dalle forme squadrate e con tanto spazio a bordo. E’ proprio questa l’idea del centro stile torinese, che vuole creare un’auto destinata alle famiglie, sia numerose che non. Oggi esemplari tenuti bene, con motori a benzina, possono essere portati a casa con prezzi a partire da 1.500 euro.

Fiat Idea

Ford

Il 2003 europeo di Ford ha un nome ben preciso SportKa e StreetKa. Le versioni sportive della piccola Ka arrivano in strada esattamente 20 anni fa. Fanaleria posteriore più aggressiva, allargamenti della carrozzeria, cerchi in lega da 16 pollici e assetto irrigidito sono solo parte della ricetta del divertimento dell’Ovale Blu, che viene condita con i nuovi motori Duratec appena presentati.

Disponibili anche con il 1.3 da 65 CV, gli esemplari da cercare e comprare sono quelli con il 1.6 da 95 CV, in grado di garantire prestazioni di tutto rispetto grazie al peso molto contenuto della carrozzeria. Le quotazioni oggi variano da 4.500 euro a 6.500 euro per esemplari in buone condizioni.

Ford StreetKa

Honda

In Casa Honda il 2003 ha un solo nome (sportivamente parlando): Civic Type R EP3 Restyling. L’aggiornamento di metà carriera della più sportiva delle Honda Civic arriva sul mercato introducendo diverse novità. Prima tra tutti i nuovi fari, anteriori lenticolari e posteriori trasparenti, insieme a nuovi paraurti e a una meccanica generalmente rivista per colmare i piccoli problemi di affidabilità della versione originale.

Gli ingegneri si occupano di montare, per esempio, una scatola guida rinforzata e un volano più leggero per garantire più “prontezza” al pedale dell’acceleratore. All’interno debutta, nuovamente su una Type R, l’iconico tessuto rosso per i sedili e per i pannelli porta.

Honda Civic Type R
Motore Honda Civic Type R Seconda generazione 2001

Motore Honda Civic Type R Seconda generazione 2001

Honda Civic Type R

La Civic Type R EP3 è una di quelle auto che nel corso del tempo ha subito una vera e propria rivalutazione sul mercato. Un tempo acquistabile a poco, oggi per portarsi a casa un esemplare in buone condizioni sono necessari almeno 10/12.000 euro.

Infiniti

20 anni fa Infiniti non è ancora sbarcata ufficialmente in Europa. Durante questi anni però molti appassionati del Vecchio Continente iniziano a importare le auto di lusso giapponesi prodotte a Yokohama.

Facendo una breve ricerca sul web, si possono trovare in vendita diverse QX70 di prima generazione, con portatarga posteriore quadrato e numerazioni con la Z. Stessa sorte per la coupé G35, celebre protagonista di tanti videogiochi nati nell’Arcipelago orientale e che oggi può essere portata a casa a prezzo saldo.

Infiniti

Jaguar

Il 2003 inglese è l’anno di una icona rivisitata. Si tratta della Jaguar XJ X350, il restyling sostanzioso della grande berlina inglese degli anni ’80. Disponibile con motori V6 e V8, benzina e diesel, in molti allestimenti e perfino a passo lungo, una “nuova XJ” del 2003 è una di quelle auto lussuose da tenere d’occhio oggi.

Le quotazioni per esemplari in buone condizioni variano da 7.000 euro a 17.000 euro e se siete fortunati potreste trovare anche una delle primissime XJR, con il 4.2 V8 Supercharged, i cerchi da 18 pollici e il kit estetico. Occhio, invece, al diesel da 2.7 litri, negli anni, invecchiando, è divenuto celebre per non essere un campione di affidabilità.

Jaguar XJ
Jaguar XJ
Jaguar XJ

Mercedes-Benz

A Stoccarda nel 2003 viene presentata la prima (e fino a oggi unica) AMG diesel della storia, la C 30 CDI AMG, sia in versione berlina, che station wagon che sportcoupé ed equipaggiata con il 5 cilindri turbodiesel OM612 rivisitato da Affalterbach e con cilindrata portata a 3.0 litri. Dotata di fari xenon, cambio automatico a convertitore di coppia e 5 marce NAG5, navigatore cartografico e sedili in vera pelle, può essere portata a casa oggi a partire da circa 13.500 euro, per esemplari ben conservati e con cronologia della manutenzione.

Mercedes C 30 CDI AMG

Mercedes C 30 CDI AMG Sportcoupé

Salendo con cilindrate e potenze, il 2003 per Mercedes-Benz è anche l’anno dei V8. Arrivano sul mercato, infatti, le due versioni di punta della Classe E, entrambe molto ambite oggi. La prima è l’indimenticabile E 55 AMG Kompressor, dotata sia in versione berlina che station wagon, dell’8 cilindri M113 con compressore volumetrico, in grado di sviluppare 476 CV a 6100 giri, scaricati a terra con la sola trazione posteriore.

La seconda è, di nuovo, una turbodiesel. Si tratta della E 400 CDI, dotata dell’OM628 presentato alcuni anni prima sulla prima generazione della ML, la W163. Forte di 260 CV sviluppati a 4000 giri/min, può sembrare poco potente in relazione ai moderni 6 cilindri ma è la coppia il valore da tenere in considerazione in questi casi, ben 560 Nm sviluppati già a 1700 giri. Se siete interessati non cercatela station wagon però, purtroppo non è mai stata prodotta in versione familiare con questo grande motore.

Mercedes E 55 AMG
Mercedes E 400 CDI

Opel

Restando ancora in terra tedesca, prendiamo brevemente l’autobahn e raggiungiamo Russelsheim. In terra Opel, il 2003 ha un nome ben preciso; Signum. Se non la ricordate (si può non ricordarla?) si tratta di una grande berlina senza coda, dal passo piuttosto lungo e basata sul pianale della allora Vectra C.

Con questo progetto il Blitz vuole portare su strada un’auto comoda, a tratti vagamente lussuosa per il segmento, con soluzioni interne pratiche anche per una famiglia e con sedili posteriori simili a poltrone da salotto. La gamma della Signum è varia, i motori più interessanti da acquistare a 20 anni di distanza sono sicuramente i V6, se poi riuscite a trovare un esemplare con i fari bixenon adattivi e, magari, con i cerchi da 18 pollici, potrebbe essere un buon affare.

Opel Signum

Peugeot

Nella Casa del Leone il 2003 significa 206, con una versione molto particolare la RC, Rally Championship. Realizzata, appunto, per celebrare le vittorie del Brand nei rally, porta su strada un’evoluzione del celebre 2.0 litri 16v EW10J4S, in grado di produrre 177 CV grazie alla fasatura variabile e ai collettori di aspirazione e di scarico modificati.

Tra le dotazioni estetiche e tecniche ci sono i cerchi in lega da 17 pollici, i sedili anteriori avvolgenti, uno short shifter già di serie e i rapporti del cambio modificati (1a e 2a marcia). Le prestazioni? 0-100 in 7,4 secondi.

Peugeot 206 RC
Peugeot 206 RC

Porsche

Nel 2002 a Zaffenhausen debutta il restyling della piccola 986, la Boxster, che arriva in Italia nel corso dei primi mesi del 2003. Fari ammodernati, interni leggermente rivisti in alcuni piccoli dettagli e classica linea invariata. Insieme anche un nuovo lunotto per la capote, in vetro più piccolo ma riscaldato.

Ma le vere novità arrivano sotto al cofano. Il boxer 6 cilindri, nome in codice M96, viene profondamente rivisto in entrambe le cilindrate (2.7litri e 3.2 litri) per provare a ovviare al difetto del cuscinetto IMS riscontrato da alcuni possessori anche sulla serie 996 della 911.

Porsche Boxster
Porsche Boxster

Di questo problema trovate tutte le spiegazioni tecniche sul web, ma per effettuare un acquisto sicuro (anche di esemplari nati prima del 2003) accertatevi che l’auto sia stata sottoposta al richiamo ufficiale effettuato dalla Casa e che, nel corso degli anni, abbia avuto una manutenzione attenta e scrupolosa da esperti Porsche.

Renault

V6 Phase 2. E potremmo finire qui, ma si sa che scendere nei dettagli quando si parla di una delle pochissime hothatch con motore centrale e trazione posteriore mai prodotte ufficialmente è molto importante (guarda caso sono tutte francesi e provengono dalla stessa Casa).

Ovviamente parliamo della Renault Clio V6 Phase 2, l’aggiornamento di metà carriera della più pazza delle Clio, che arriva sul mercato proprio nel 2003 con l’ultima evoluzione dell’immancabile ES9J4 da ben 255 CV e 300 Nm di coppia, 0-100 in 5,9 secondi e velocità massima di 246 km/h. Trovarne una oggi è un’operazione molto complicata, ma se ci state pensando è sicuramente questo il momento per – almeno – provarci.

Renault Clio V6 Phase 2

Subaru

Torniamo in Giappone. Il terzo anno del nuovo millennio è quello che vede uscire dalla fabbrica di Ebisu la Subaru Impreza WRX STI restyling e nella specialissima versione Solberg Edition dedicata alle vittorie del campione nel WRC. Si tratta di un’auto pressoché introvabile in Italia, ma anche in questo caso, è il momento giusto per provarci, oppure volare all’estero e tentare un’importazione.

Subaru Impreza WRX STI
Subaru Impreza WRX STI

Ma tornando con i piedi per terra per un momento, la stessa Subaru nel 2003 porta in strada la nuova generazione di Outback, la terza. Disponibile con motori 2.5 litri boxer 4 cilindri e 3.0 boxer 6 cilindri H6, potrebbe essere oggi una di quelle auto da acquistare e tenere per sempre… ma occhio ad alcuni piccoli problemi di affidabilità del motore più piccolo e agli esemplari spesso convertiti a GPL.

Subaru Outback

Toyota

Per il mondo dell’auto il 2003 è importante non solo per le sportive dai grandi motori aspirati, ma anche per le ibride come le conosciamo oggi, quelle che hanno dato origine al nome stesso, le full hybrid. 20 anni fa, infatti, esce dalla fabbrica di Aichi la seconda generazione di Toyota Prius, quella più celebre nonché la prima esportata in tutto il mondo.

In Italia non ne sono arrivate moltissime, ma comunque abbastanza per poterla menzionare in questo articolo. Per chi non ricerca necessariamente sportività nella propria auto ma ha voglia di mettersi in garage una delle prime ibride in assoluto, quest’anno è quello giusto per fare il passo, prima che le quotazioni raggiungano – potenzialmente – quote più alte.

La seconda Toyota Prius, nome in codice XW20, è equipaggiata con il classico 1.5 aspirato a ciclo Atkinson abbinato a un piccolo pacco batterie, garantito per 8 anni o 160.000 km, all’epoca quasi una prima assoluta per il settore.

Toyota Prius

Volkswagen

Il 2003 è un anno importante anche per Wolfsburg. In Casa Volkswagen fanno il loro debutto modelli importanti come la piccola Fox, l’utilitaria a tre e quattro cilindri compattissima e antesignana della moderna UP!, ma anche un’auto chiave che negli anni successivi conferma la posizione dominante del Brand nel fiorente settore delle compatte; la Golf 5.

Volkswagen Fox

Ricordata da tutti per i motori TDI a iniettore pompa, debutta nel 2003 prima di tutto con i motori a benzina. In Italia arriva con il 1.6 FSI aspirato da 105 CV abbinato al cambio manuale a 6 marce.

Non si tratta di una versione rilevante ai fini collezionistici, ma sicuramente un bel esemplare dotato di optional particolari come i sedili interamente in pelle, il clima bizona, i fari xenon e i cerchi da 17, magari con pochi km, merita di essere acquistato, almeno per le sue doti di comodità e affidabilità.

Se state pensando già alla GTI, alla GTD o alla più semplice GT Sport, oppure a una versione a tiratura limitata, dovete aspettare almeno un altro anno.

Volkswagen Golf 5
Volkswagen Golf 5

Spese pazze?

Pensavate fosse finita qui questa rassegna? E invece no, perché nel 2003, dopo tutte le auto già menzionate, due sportive di lusso molto diverse tra loro hanno fatto la prima apparizione in pubblico, entrando ufficialmente nel mercato delle auto “per pochi”.

In ordine alfabetico, la prima è la Bentley Continental GT, quella con il 6.0 W12 biturbo da ben 560 CV e 650 Nm di coppia. Una grande coupé lussuosissima che oggi può essere acquistata a buon prezzo – relativamente al segmento – con doti di comfort senza precedenti.

Ma perché si tratta di un investimento complesso? Perché, seppur anziana, è una di quelle auto che mantengono i propri costi di gestione al pari di quando erano nuove. Insomma, portarla a casa è solo la prima delle spese da dover affrontare. Se potete farlo però, perché no?

Bentley Continental GT
Bentley Continental GT

La seconda è la Lamborghini Gallardo, la prima “piccola” di Sant’Agata Bolognese che negli anni ha subito una discreta svalutazione del suo valore e che, al pari della Bentley, può essere portata a casa (probabilmente ancora per poco) a un prezzo tutto sommato contenuto – sempre relativamente al segmento.

Il ragionamento da seguire è il medesimo di prima, ma se potete farlo perché non mettersi in garage un maestoso 5.0 V10 aspirato da ben 500 CV e 510 Nm di coppia, abbinato al cambio Graziano?

Lamborghini Gallardo
Lamborghini Gallardo

Gasolio mon amour

Dulcis in fundo, nel 2003 fanno la loro prima apparizione anche molti propulsoridiesel fuori scala, proprio quei motori a gasolio dalle dimensioni, dalle cubature e dal numero di cilindri esagerati per il segmento in cui si trovavano, che tanto hanno fatto sognare i veloci macinatori di km autostradali dell’epoca.

Come non ricordare, per esempio, il 2.4 JTD a 5 cilindri proposto dal Gruppo Fiat per la prima volta proprio nel 2003 sulla allora Lancia Thesis, e gradualmente esportato su altre auto di famiglia (come l’Alfa Romeo 156), oppure il 5.0 V10 TDI del Gruppo Volkswagen presente su Touareg e Phaeton e rigorosamente abbinato alla trazione integrale 4motion. O ancora, il 4.2 TDI V8 di Audi, per la prima volta nel 2003 su una A8, oppure i V8 Mercedes-Benz menzionati più in alto.

Potremmo parlarne anche in questo caso per ore, ma quel che è certo è che questi motori potrebbero rappresentare da ora in poi uno di quei pochissimi casi in cui valga la pena mettersi in box e mantenere nel tempo un motore a gasolio.

Ai posteri, l’ardua sentenza…

Volkswagen V10 TDI
Volkswagen Phaeton V10 TDI

Volkswagen Phaeton V10 TDI

Volkswagen Phaeton V10 TDI

Volkswagen Phaeton V10 TDI

Tutti i Perché Comprarla Classic dell’anno

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