Fra le tante gare che sono passate alla storia per aver rappresentato un punto di svolta, il GP di Montecarlo del 1981 è il momento chiave in cui i motori turbo di F.1 hanno sancito la direzione tecnica della categoria. Era il 31 maggio 1981, esattamente 40 anni fa, e quel giorno Gilles Villeneuve, con la sua Ferrari 126 Ck, diede la svolta con una vittoria leggendaria.

A 4 giri dalla fine la Williams di Alan Jones fu superata in pieno rettilineo fra l’ovazione generale del pubblico presente. La gara fu dominata prima da Piquet e la sua Brabham, che presero il comando davanti a Gilles Villeneuve, poi da Alan Jones con la Williams che prima superò la Ferrari e poi si portò al comando della gara dopo che Piquet andò a sbattere in una fase di doppiaggio. Quel giorno fu raccontato in vari modi, ma oggi vi presentiamo due aspetti inediti di quella corsa.

La prima, quella del cronista che appena 23 enne riuscì a infilarsi a bordo pista alla Rascasse. La seconda fu quella familiare di Gilles Villeneuve. Il vostro cronista, tagliando dei pelouse alla mano (il prato sopra la collina) era riuscito a intrufolarsi a bordo pista sfruttando una falla dei sistemi di controllo dei monegaschi. Infatti, bastò attaccarsi al collo un tagliando “stampa” plastificato, con macchina fotografica professionale e borsone, chiedendo in francese di entrare che dovevo finire il lavoro. Incredibilmente mi lasciarono passare, mi posizionai a bordo pista e cominciai a scattare foto al meglio. L’archivio di 40 anni giace sepolto da qualche parte, nella memoria, invece, restano impressi quei momenti.

L’urlo dello speaker alle difficoltà di Jones, l’arrivo in controsterzo di Gilles Villeneuve, la testa piegata di lato, l’occhio che sembrava quello di uno squalo alla caccia della preda. Poi il sorpasso, annunciato dall’urlo della folla che coprì il rombo dei motori. E gli ultimi 4 giri con Gilles sempre di traverso in ingresso Rascasse. Poi la vittoria, le sirene delle imbarcazioni nel porto a suonare tutte insieme, dando il via alla tradizione monegasca che saluta così il vincitore del GP.

Ne parliamo nel paddock con una persona direttamente interessata: Jacques Villeneuve e il libro dei ricordi si apre con racconti inediti su Gilles, la famiglia e quel giorno: “Avevo 10 anni – racconta Jacques – ai GP non ci andavo spesso e quando capitava ero troppo piccolo per ricordare dove e cosa facevo. Quel giorno però me lo ricordo bene perché su una tribuna alla curva del Tabaccaio ero seduto con mio nonno Seville (il padre di Gilles, ndr). Era venuto dal Canada e stava con noi insieme a mia nonna. Una donna speciale cui voglio molto bene e che mi manca davvero tanto, una splendida persona, la tengo nel mio cuore. Quel giorno mio padre ci aveva dato i biglietti per la tribuna, perché nei box non ci voleva durante una gara. Mi ricordo che vidi la rimonta, mio nonno che si agitava e poi quando vinse mi abbracciò felice. Fui molto contento di veder vincere mio padre, credo sia stata l’unica volta in cui è capitato di essere tutti insieme”.

Ti ricordi le sirene, la festa del pubblico?Sì ma non ci ho mai fatto caso che prima di quella gara non le suonassero. Mi sarebbe piaciuto vincere ma quando con la Williams potevamo farlo, sbagliarono in pieno le previsioni e con le gomme d’asciutto ci mandarono in gara sotto il diluvio. Finì in un disastro, poi non ho più avuto occasione di vincere questa corsa. Oggi dico che sarebbe stato bello, a quel tempo non ci facevo caso, prendevo quello che capitava come arrivava”.

La famiglia Villeneuve a quel tempo viveva a Montecarlo, in rue de Gyroflees, in una villetta su una collina cui si accedeva da una stradina che Jacques percorreva a piedi quando andava e tornava da scuola:

“Mi ricordo bene, sopratutto mi è rimasto impresso quel week end perché c’erano i miei nonni venuti dal Canada e ricordo come se fosse oggi mio nonno seduto vicino a me in quella tribuna. Non avrei mai pensato di correre anche io qui a Montecarlo quel giorno. Eravamo solo contenti che mio padre avesse vinto una corsa che non pensavamo fosse mai possibile”.

Quella vittoria della Ferrari col motore turbo convinse tutti che se un propulsore che pativa il ritardo nella risposta in accelerazione rispetto agli aspirati era in grado di vincere, allora il futuro sarebbe stato quello. E infatti cominciò così l’era turbo. Non fu la Renault, che pure fu la prima a usare un turbo 1500 cc nel 1977 e a vincere nel GP di Francia del 79 (gara che vide il duello Arnoux Villeneuve e che mise in secondo piano il successo di Jabouille), quanto il successo di una Ferrari sulla pista più ostica per questi motori.

Quel 31 maggio 1981, senza saperlo, assistemmo a un evento storico. Uno imbucato alla Rascasse come fotografo, l’altro come un bambino di 10 anni che vedeva il papà trionfare e si chiedeva perché così tanta gente celebrasse quell’evento. Lo abbiamo rivissuto 40 anni dopo insieme, appoggiati a una rete del paddock a ricordare anche la torta di mele della nonna Georgette che mi offrì quel giorno del giugno 1990 a Berthieville, Canada, quando mi presentai alla porta di casa, suonai il campanello e dissi: buon giorno, sono un giornalista italiano di F.1, ma sono da sempre un tifoso di Gilles e ci tenevo a dirlo.

Lei mi fece entrare, mi accomodai nella sala col tavolo da bigliardo al centro, la tromba che Gilles (ma anche il padre Seville) suonava e mi fece accomodare offrendomi la torta di mele che aveva appena sfornato. “Grazie, mi fa piacere che a distanza di 8 anni c’è ancora chi ricorda Gilles” mi disse. A distanza di 40 anni lo ricordiamo ancora. “Grande donna mia nonna e la torta la offriva solo a chi sentiva amico davvero. Grazie del bel ricordo” ha concluso Jacques Villeneuve ricordando l’aspetto umano di un momento storico indimenticabile.

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