Anche le attività online possono essere dannose per l’ambiente, oppure possono aiutare a salvaguardarlo: chi è pratico di criptovalute, ad esempio, sa che la loro “estrazione” richiede parecchia energia, energia che spesso arriva da fonti non rinnovabili.

Allo stesso modo, un sistema di analisi digitale può dare indicazioni utili su come compensare efficacemente le emissioni di CO2 derivanti anche dal traffico cittadino. Come quello creato da Google, una delle più grandi società di servizi online, oggi al lavoro su soluzioni per la sostenibilità.

Il focus sulle città

Nata come motore di ricerca e poi allargatasi ad altri ambiti, come la mappatura e la navigazione, Google ha lanciato nel 2018 uno strumento chiamato EIE, Environmental Insight Explorer. L’EIE è focalizzato sulle città che, secondo il report 2020 della società stessa, concentrano il 70% delle emissioni totali di CO2 e che spesso non riescono a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità per carenza di risorse e soprattutto di dati.

Oggi, con l’obiettivo globale di dimezzare le emissioni entro il 2030 e arrivare alla completa neutralità per il 2050, proprio le città sono il punto da cui partire. Environmental Insights Explorer offre un metodo per stimare le “performance” di ogni agglomerato urbano e il loro potenziale fornendo i preziosi dati su cui elaborare le strategie di decarbonizzazione.

Google Environmental Insight Explorer

Per farlo si basa sui collaudati strumenti di mappatura di Google, unito a modelli di simulazione sviluppati da team informatici ed esperti in materia di CO2 per misurare le fonti delle emissioni, dagli edifici al traffico veicolare.

Con lo stesso criterio, calcola anche le possibili contromisure, stimando ad esempio la superficie che potrebbe essere utilizzata per pannelli solari e aree verdi il livello raggiungibile di compensazione della CO2.

Grafico emissioni e compensazioni

Il monitoraggio constante di questi parametri permette di misurare i progressi o i peggioramenti, fornendo indicazioni utili sui tempi e sulle azioni necessarie. Alla fine del 2021, EIE era in grado di fornire dati su circa 20.000 città e poteva già vantare una collaborazione attiva con 600 città (dalla capitale irlandese Dublino fino a un’ottantina di cittadine della Florida) che avevano scelto di adottare il sistema per acquisire i dati e intraprendere le prime contromisure.

Tra queste, la riorganizzazione dei trasporti, dei piani regolatori per l’edilizia, delle scorte e della distribuzione di gas e altre risorse energetiche, il recupero e la riqualificazione delle aree urbane e l’ottimizzazione delle reti di trasporto pubblico. Ma anche la creazione di parchi solari e la ricerca di forniture di energia rinnovabile e a km zero, in collaborazione con aziende e realtà del territorio.

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Azione concreta

Oltre a fornire questa utile tecnologia, Google è impegnata anche in modo più diretto nel partecipare al contenimento delle emissioni: nel 2019 Google.org ha istituito insieme a con ICLEI, una ONG che riunisce i governi locali impegnati nell’obiettivo della sostenibilità, un fondo di 4 milioni di dollari a sostegno delle organizzazioni non profit e istituzioni accademiche in Europa e America Latina.

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