Quante mezze verità e piene falsità che girano, soprattutto sugli schermi con attivo uno streaming social di selezionate amicizie. “La nuova regola Euro7 sui motori porrà fine ai motori termici classici, a scoppio di benzina e gasolio”. “Addio alle tradizioni dei grandi V12 italiani o esteri, tenetevele strette le vecchie sportive”. “Ma quale Euro7, non esiste neanche perchè le macchine ‘col motore’ non le fanno più, tutto elettrico un domani..”

Se non ci sono ancora i riferimenti certi della questione, come facciamo a dirlo esattamente, noi? Magari gli uffici tecnici delle Case produttrici di motori e auto lo sanno bene, dove andranno a parare per farci strare il V10 sulla supercar Euro7. Fare uscire dalle linee auto che si vendono tra cinque anni, vuole dire avere più o meno tutto programmato a breve. Se si tratta di rivoluzione… Ma rivoluzione sotto i cofani lo è già, con la marea di auto elettriche piombate nei listini prezzi di vendita 2021. Quelle sono a posto, ovviamente e pesano insieme alla faccenda dei valori medi, dei bonus o delle sanzioni per chi sfora nelle emissioni. Non è detto che le giuste citycar elettriche siano nemiche di grandi berline e sportive con motori “veri” ma anzi. Popoleranno, in proporzione diversa e a costi distanti, i listini delle auto nuove in tempo di Euro7.

Dibattito influente

Pensando alla chiacchierata normativa Euro 7 serve solo capire quanto sarà restrittiva, per le emissioni allo scarico. Come le misurerà, queste emissioni di gas nocivi o climalteranti. Il dibattito tra chi fissa questi valori e chi mette in produzione i motori coerenti al target è in corso. Peccato sia iniziato più o meno insieme allo scoppio di pandemia, per cui le priorità sono mutate per la politica e viene sconvolto anche il target delle aziende, preoccupate dell’immediato oltre che del futuro. Un certo peso nella definizione finale delle regole Euro7 potranno averlo i colossi dell’auto, che fanno i conti sul loro mercato dal 2025 in poi. Un peso diverso è quello delle piccole Case, che sfornano grossi motori difficili da adattare anche elettrificandoli. Infine la politica, gli enti sovranazionali e i singoli, elettori dotati di patente e passione motoristica o meno. Già, perché in Italia non cambieranno i parlamentari nel breve, forse, ma in Germania sì. Qualcuno teme la forte ascesa dei verdi, dati per certo sul podio delle elezioni politiche 2021. Allora ci si porta avanti, tra amici del motore termico. Circolano notizie più o meno preoccupanti e veritiere.

Allarme

Spesso si divulgano studi che mostrano come le Euro6 Full sono già auto con motore termico amiche dell’ambiente più di quanto imposto loro dalle norme. Si ricorda come anche le elettriche “facciano” polveri sottili e i biocarburanti: sarebbero una manna senza porci il problema e i costi interni all’auto. Adesso si va oltre, con un vero allarme se si “sbaglia a fare l’Euro7”.

Recenti studi, partendo dal profetizzato limite di emissioni CO2 verso lo zero passando prima da un 50 g/Km ed NOx subito a 30 mg/km o meno (sarebbe circa in terzo dell’attuale) spiegano: rispettare tutto in più condizioni di test che estendono temperature, percorrenze e carichi (elementi non da poco, anzi) si traduce nella morte commerciale di moltissimi motori termici. Specie se si parla di “on-board monitoring” più o meno costante sulle auto in circolazione negli anni.

Come attuare tutto senza costi eccessivi per aziende e utenti? Meglio disfarsi dei motori termici facendo spazio alle batterie… Non solo fine di lavoro per una grande filiera, questo sarebbe un dramma anche per l’utenza: vendere solo auto troppo elettrificate o pure elettriche in un mondo che non ha le infrastrutture per sfruttarle a pieno (vedi punti di ricarica). Allora si capisce che per adesso è ancora alto mare, almeno da fuori. Avanti con il dibattito, a suon di studi per dire che NOx e particolato non sono sempre colpa delle auto, quando si decide per regole vincolanti su un continente, un’industria e tutti gli automobilisti in strada. Vedremo quali cifre uscirano come limite di CO, CO2, NOx e quanto tocchi la produzione di motori.

Euro7 meno potenti

Intanto l’appeal del prodotto auto muta, con minor peso per i motori vista la poca personalità di quelli elettrici e il crescere di valore aggiunto nello stile, nell’Infotainment ed altro. Alla fine, logica vuole che non potrà morire il motore a scoppio su tutte le auto di tutti i segmenti e nei mezzi commerciali. Almeno non negli anni Venti, tranquilli. Semmai i costruttori porteranno evidenze di grandi risultati in abbattimento emissioni con nuovi elementi da aggiungere, o sostituire, sotto i cofani. Elementi che realizzano con sistemisti interessati e pronti a produrli in pochi anni. Si salverà parte della filiera, parte dell’appeal di grandi auto costose da purista, ma che possono ancora fare il loro mestiere dando le loro emozioni con pace dell’ambiente.

Per esempio, vedremo dei bei motori a benzina con un motore elettrico per fare il Plugin ma non solo. Anche il turbo sarà elettrico, anche il riscaldamento dei catalizzatori e del GPF (d’obbligo) sarà elettrico. Nuovi filtri dedicati agli NOx a condire un po’ la complessità ma senza uccidere del tutto i motori a combustione. Infine, cosa bella per qualcuno, dovendo far funzionare questi sistemi “forzati” nell’architettura ultimamente ridotta in cubatura (sempre per le emissioni)… Arriva il paradosso: se dobbiamo mantenere certe potenze da auto sportiva, le Euro7 Porsche o Ferrari e Lambo, non diminuiranno cilindri e cilindrata, anzi. Meno potenza specifica, da citare come record al lancio della supercar 2025 e ritorno nei comunicati del marketing alla tradizione dei sei ed otto cilindri anche per Case che li avevamo abbandonati negli ultimi anni.

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