In un mondo sempre più globalizzato, Mazda rappresenta la curiosa via di mezzo tra un costruttore generalista e uno specializzato. Pur essendo presente in alcuni dei segmenti più popolari, la Casa di Hiroshima, da poco diventata centenaria, ha un approccio al prodotto molto simile a quello di un costruttore di nicchia, attento in modo particolare a non tradire la sua filosofia.
Questo si riflette anche nella struttura produttiva, che conta relativamente pochi stabilimenti e centri nevralgici distaccati e accentra il grosso dell’attività nella storica cittadina giapponese in cui ha avuto origine (Hiroshima, appunto). Proprio qui sorge quello che fino al 1982 è stato l’unico complesso produttivo e che tuttora è il principale dei due che la Casa ha sul territorio nazionale (l’altro è quello di Hofu) e funge anche da laboratorio di innovazione.
Dal motocarro alla Miata
La fabbrica di Hiroshima ha accompagnato l’attività della Mazda sin dal lancio del primo veicolo, il motocarro MazdaGo del 1931 che ha segnato di fatto la sua nascita come Casa automobilisitica. Lo stabilimento originario è stato nel tempo convertito alla produzione di motori, inclusi i celeberrimi “rotativi” tipo Wankel, e componenti delle trasmissioni, quando l’espansione come costruttore di autovetture ha richiesto strutture più grandi e moderne.
Questo è accaduto all’inizio degli Anni ’60 ed è sfociato nel 1966 nell’inaugurazione del primo stabilimento di nuova costruzione, battezzato Ujina 1, a cui pochi anno dopo, nel 1972, si è aggiunto il secondo, Ujina 2.
Complessivamente, la capacità produttiva è arrivata oggi a sfiorare le 570.000 unità l’anno.
Da qui sono usciti ed escono praticamente tutti i modelli destinati anche all’Europa e agli altri mercati principali, fatta eccezione per quelli espressamente rivolti al mercato americano o alla Cina.
I primi sono stati costruiti fino al 2012 in specifiche fabbriche condivise con Ford nel periodo in cui Mazda era sotto il controllo del colosso americano, mentre i secondi nascono “in loco” grazie alla partnership con Changan.
La lista comprende le storiche Familia, Capella, Luce e Carlo, antenate delle vetture odierne, e le sportive Cosmo Sport, prima a montare il motore Wankel, fino alle RX-7 ed RX-8. Oggi, lo stabilimento Ujina 1 produce la famiglia dei SUV CX-5 e CX-30, oltre al CX-9 per il Nordamerica, e la derivata elettrica MX-30, più il best seller MX-5. Sempre qui, fino a due anni fa nasceva la odierna Fiat/Abarth 124 Spider, realizzata proprio sulla base della MX-5.
Energia pulita per la prima elettrica
L’impegno di Mazda verso la sostenibilità è iniziato con le procedure per la produzione, l’ottimizzazione della logistica interna e delle fasi più a rischio, come la verniciatura, critica come per tutti i costruttori, e prosegue con l’energia pulita che proprio quest’anno ha visto un importante passo in avanti con l’inaugurazione di un impianto fotovoltaico capace di generare la bellezza di 1,1 Megawatt di energia pulita utilizzata non soltanto per i macchinari, ma anche per ricaricare le batterie delle MX-30.
Sempre Hiroshima sarà il principale stabilimento in cui proseguirà il programma di elettrificazione del marchio, che passerà anche attraverso l’introduzione di varianti range extended dello stesso modello, realizzate reintroducendo il mitico motore rotativo, prodotto nuovamente qui, come generatore di bordo.
Inaugurazione | 1931 primo stabilimento, 1966 Ujina 1, 1972 Ujina 2 |
Proprietà | Mazda Motors |
Collocazione | Aki-gun, distretto di Ujina, Prefettura di Hiroshima, Giappone |
Superficie complessiva | 1.685.000 metri quadri |
Dipendenti impiegati | – |
Capacità produttiva | 569.000 unità l’anno |
Altre attività | Sede e quartier generale, Centro Ricerca e Sviluppo |
Modelli attualmente prodotti | CX-30, CX-5, CX-8, CX-9, MX-30, MX-5 |
Modelli storici più importanti prodotti | Coral, Familia, Capella, MX-3, RX-7, RX-8, CX-7, 323, 626, Mazda3, Mazda6, Premacy, Mazda5, MPV, MX-5, Fiat e Abarth 124 Spider |
Modelli di prossima produzione | MX-30 REx (2022) |