La patente è quasi indispensabile per la maggior parte di noi. Però a volte il documento che ci autorizza alla guida rappresenta una piccola odissea, specie ora nella fase post-Coronavirus che ha generato lunghe “liste d’attesa” per gli esami teorici e pratici ormai arrivate a un anno.

Per non parlare dei costi che a conti fatti non sono mai leggeri e difficilmente scendono molto sotto i 1.000 euro. Vediamo quali sono, prendendo in esame la categoria più diffusa, la B, necessaria a guidare automobili e i mezzi entro le 3,5 tonnellate. 

IVA, da quest’anno si paga

Prima di analizzare le varie fasi, bisogna premettere che dal gennaio 2020 i costi della patente hanno subito un consistente aumento in quanto sono diventati soggetti all’IVA, l’imposta sul valore aggiunto che in Italia ammonta al 22% del valore del bene. Questo perché da quella data le “scuole guida”, ovvero le società che organizzano i corsi, non sono più equiparate alle scuole vere e proprie che in quanto fornitrici di servizio primario sono IVA esenti.

Alla base del cambiamento c’è nientemeno che una sentenza della Corte di Giustizia della UE emanata nel marzo 2019. Tuttavia, l’Iva continua a non essere applicata nel caso delle patenti superiori, categoria C e D, necessarie a condurre mezzi di massa superiore alle 3,5 t, e nemmeno ai corsi per conseguimento e rinnovo delle abilitazioni professionali specifiche per meri e passeggeri come ad esempio il CQC.

I costi della patente

Iniziamo con il dire che chi fosse già in possesso di qualche tipo di patente inferiore come la A  (ciclomotori) e le sue sottoclassi A1, A2 ecc.., della B1 per i quadricicli fino a 450 kg e oltre 15 kW di potenza o la AM (cha ha sostituito il “patentino” per i motorini) non dovrà più sostenere l’esame teorico ma soltanto quello pratico.

Immaginando tuttavia di “partire da zero” e voler conseguire la patente per la prima volta, la lista delle spese inizia con la parte burocratica, per la quali bisogna mettere in conto non meno di 150 euro suddivisi tra bollettini (tre da 16,00 euro e uno da 26,40 euro), un certificato medico e uno anamnestico che accertino lo stato di salute e l’idoneità psico-fisica alla guida (complessivamente da circa 50 a 100 euro) rilasciati da un ufficiale sanitario e le immancabili fototessere.

Il corso teorico

Chi vuole conseguire la patente B può scegliere di sostenere la prova teorica da privatista oppure frequentare il corso tramite una scuola guida. Nel secondo caso il costo varia tra i 500 e 600 euro, comprensivi delle lezioni di teoria e della quota di iscrizione IVA inclusa.

Il corso di guida

Per poter sostenere l’esame di guida pratica è invece indispensabile aver seguito un corso, cosa che sono dunque tenuti a fare anche coloro che hanno superato l’esame di teoria da privatisti. 

Per accedere alla prova pratica è infatti necessario per legge aver effettuato almeno sei ore di guide obbligatorie con un istruttore abilitato, a seguito delle quali la scuola guida dovrà rilasciare un attestato di frequenza che comprovi le effettuate.

In questo caso la spesa minima da mettere in conto per la sola iscrizione alla scuola guida va dai 200 ai 250 euro, più altri 120 euro sempre Iva inclusa per l’iscrizione all’esame. A tutto questo vanno aggiunti quelli per le guide, con tariffe che variano molto da città a città e da scuola a scuola, da un minimo di 30 ad anche 50-60 euro all’ora. E questa è la spesa che rischia di lievitare di più perché quasi mai le 6 ore obbligatorie sono sufficienti ad acquisire sufficiente padronanza e se ne rendono necessarie sovente molte altre.

Tirando le somme

Approssimativamente, e considerando che le tariffe delle scuola guida possono variare anche di molto, il costo finale per una patente B si aggira in media sui 1.200 euro, considerando corsi completi e qualche ora di guida in più rispetto a quelle obbligatorie che come abbiamo detto sono molto spesso insufficienti.

La cifra può essere ridotta fino a 900 euro se la prova teorica è affrontata da privatista, ma agli altri oneri non si può sfuggire e dunque siamo comunque nell’ordine del migliaio.

In caso di bocciatura

Se l’esame, di teoria o di pratica, non viene superato, è possibile sostenerlo nuovamente in una sessione successiva senza altre spese, ma attenzione: in caso di secondo fallimento, per un nuovo tentativo occorrerà invece pagare nuovamente le spese di ammissione all’esame.

Chi fallisce due volte l’esame pratico sarebbe tenuto a sostenere di nuovo anche quello di teoria con relativo costo di iscrizione. Tuttavia è possibile considerarlo superato, confermando il buon esito di quello originario, pagando però ugualmente le’importo. 

Solitamente, le scuole guide non chiedono ulteriori contributi a chi fosse stato bocciato alla teoria ammettendolo a seguire liberamente le lezioni. Ovviamente questo non accade per le lezioni di guida pratica, che si pagano sempre singolarmente.

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