La seconda tappa dello sviluppo della tecnologia E-TECH di Renault, con focus su EOLAB la concept car che ha mantenuto le promesse sperata e adottato il primo tipo di alimentazione ibrida plug-in

Abbiamo visto qual è stato il primo passo di Renault nella realizzazione della tecnologia ibrida E-Tech, nel nostro primo speciale, adesso vediamo come si sono evolute le vicende del Gruppo francese a seguito del progetto realizzato da Nicolas Fremau e approvato dai vertici del Marchio. Il passo successivo è stato quello di presentare al Salone dell’Auto di Parigi del 2014, in anteprima mondiale la quinta generazione di Espace, ma soprattutto la visione dell’auto del futuro dai consumi estremamente ridotti con EOLAB. 

La rivoluzione di EOLAB

EOLAB è una showcar, che vanta consumi straordinari di  1l/100 km, grazie a una motorizzazione ibrida plug-in, caratterizzata da un motore benzina 3 cilindri, un motore elettrico e una trasmissione 3 rapporti priva di frizione, di cui due sono collegati al motore elettrico e il terzo al motore termico. Questi tre rapporti consentono fino a nove abbinamenti tra le trazioni termica ed elettrica di EOLAB. Finalmente il progetto su base LEGO, immaginato quattro anni prima da Fremau, aveva finalmente preso forma.

Per arrivare al progetto concreto di EOLAB, bisogna menzionare anche il lavoro fatto da Laurent Taupin che doveva sviluppare un prototipo di veicolo con consumi ridottissimi. Sono tre gli elementi su cui punta per vincere la sfida di passare sotto la soglia dei 2 litri/100 km, obiettivo fissato dal governo per i costruttori: alleggerimento della piattaforma e della scocca del veicolo, aerodinamicità molto elevata e gruppo motopropulsore il più possibile parco nei consumi.

L’obiettivo era ben quantificato: far perdere 400 chili a una citycar di dimensioni simili a Clio, ossia lunga 4 metri. Ma il tutto era subordinato all’obbligo di riuscirci senza costi aggiuntivi e senza diminuire le prestazioni offerte ai clienti dal veicolo. Con il cielo ribassato e il tetto molto spiovente, EOLAB ci ha costretti a rivedere la posizione dei passeggeri: più bassa, più avanzata. Abbiamo dovuto anche ribassare il fondo del parabrezza per mantenere una buona visibilità. In realtà, c’è stata una vera e propria ‘crisi degli alloggi’ sotto il cofano, a causa del volume ridotto del vano motore”, racconta Laurent Taupin , Capo progetto Eolab.

La sfida

I longheroni più stretti della piattaforma di EOLAB limitavano la larghezza disponibile per il gruppo motopropulsore. All’epoca, non c’era nessun motore ibrido dotato di frizione che potesse entrarci in modo corretto. Tutti tranne il motore “Z.E. on demand” che rientrava completamente in tutti i requisiti richiesti: utilizzava il motore termico di Twingo (H4BT o TCe 90) inclinato all’indietro di 49° e, pertanto, più facilmente inseribile nell’incastellatura di EOLAB, nonché la famosa trasmissione con innesto a denti 3 rapporti senza frizione che ne migliorava la compattezza. Non solo aveva dimensioni che rispondevano alle esigenze, ma aggiungeva anche qualcosa in più: con la sua semplicità, assicurava l’affidabilità del prototipo EOLAB; con la sua leggerezza, non lo avrebbe sovraccaricato inutilmente; dando la priorità all’elettrico, riduceva al minimo il consumo di carburante fossile durante l’uso. Ultima cosa, il fatto che la batteria fosse situata nella parte posteriore della piattaforma permetteva di centrare e ribassare il centro di gravità del prototipo EOLAB, a vantaggio della sicurezza e delle sensazioni di guida.

Laurent Taupin, parla della difficile sfida: “La principale difficoltà era il cambio marce che doveva avvenire senza strappi né ‘coppie piatte’, nonostante l’assenza della frizione. Su questo non c’eravamo proprio, in particolare il vuoto molto fastidioso che si avvertiva nel passaggio dalla seconda alla terza, se si manteneva il piede sull’acceleratore. A questo si aggiunga l’orribile rumore ad ogni cambio marcia, in quanto gli innesti a denti non avevano la lavorazione giusta. Le sensazioni di guida non erano quanto ci aspettassimo e, in molte occasioni, il prototipo finiva per farsi rimorchiare dal carro attrezzi. Oggi possiamo dirlo, ma poche ore prima di far provare il nostro prototipo EOLAB ai giornalisti a Mortefontaine, alla vigilia del Salone dell’Auto di Parigi, non sapevamo ancora se tutto sarebbe andato bene”.

Un successo

Alla fine dopo i test, EOLAB si è dimostrata eccezionale. I giornalisti sono stati letteralmente conquistati da un prototipo che potevano provare veramente e che aveva mantenuto le promesse: 1 litro/100 km senza trascurare la dinamicità (9,2 secondi da 0 a 100 km/h) e la tenuta di strada. La motorizzazione E-TECH, quindi, non solo poteva contare su basi importanti, ma aveva anche dimostrato su strada quanto valeva.

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