Renault Symbioz

Una “Grand Captur” solo ibrida

La Renault Symbioz è una crossover derivata dalla Captur appena aggiornata, si distingue per la lunghezza cresciuta di 17 cm (arrivando fino a 441 cm), tutti a vantaggio del bagagliaio. Fino alle porte anteriori l’auto è identica alla “cugina”, mentre la parte posteriore è ben diversa: più lunga e slanciata, con fanali a triangolo invece che a “C”. Una parte delle luci posteriori, posta nei paraurti, è però poco protetta dalle “toccatine” in parcheggio.

Per il momento c’è solo la full hybrid da 143 CV, con il 1.6 a benzina da 94 CV (una potenza che permette a questa vettura di essere guidata anche dai neopatentati) abbinato a un’unità elettrica e a un cambio robotizzato. Più avanti arriveranno due varianti mild hybrid a benzina, presumibilmente la 1.3 turbo da 140 CV con trasmissione manuale o quella da 158 CV (automatica).

Tutto un altro bagagliaio

L’abitacolo della Renault Symbioz è identico a quello della Captur: curato, ospita bene quattro persone e anche il quinto posto è abbastanza accogliente (ma la larghezza del divano non è eccezionale e mancano le maniglie al soffitto). Interessante, tra gli optional, il tetto in vetro opacizzante, che si oscura tramite un pulsante o un comando vocale: costa 1.500 euro. Due gli schermi: il cruscotto digitale di 10,3”, ben leggibile e con molte possibilità di personalizzazione, e lo schermo “touch” verticale di 10,4”, che consente di gestire un valido e reattivo sistema di infotainment basato su Android Automotive e che include i servizi di Google.

Il bagagliaio è cresciuto parecchio: a seconda della posizione del divano scorrevole di 16 cm la capacità in configurazione a cinque posti varia da 492 a 624 litri (nella Captur full hybrid è di 326/440 litri). La soglia di carico alta 78 cm non agevola il carico e lo scarico di oggetti pesanti, ma il portellone motorizzato apribile anche passando un piede sotto il paraurti (di serie nella lussuosa Iconic del test) è comodo.

Agile e comoda

I 17 centimetri di lunghezza in più e i 50 kg aggiuntivi rispetto alla Captur quasi non si sentono: la Renault Symbioz tiene bene la strada, ha uno sterzo preciso e si inclina poco in curva. Nonostante i grandi cerchi in lega di 19” e le sospensioni non troppo morbide, inoltre, filtra abbastanza bene le sconnessioni. Il motore elettrico garantisce una buona prontezza, anche se le prestazioni non paiono un granché; in generale, andando tranquilli si apprezzano la fluidità e la silenziosità, mentre quando si deve accelerare con decisione si nota qualche ritardo e incertezza della trasmissione, con il 1.6 che sale molto di giri.

Volendo, la Renault Symbioz se la cava discretamente anche nell’off-road leggero: ha un’altezza dal suolo di 17 cm e con 400 euro si può avere con i pneumatici all season e il sistema Extended Grip, che ottimizza la trazione sulle superfici a scarsa aderenza. Anche i consumi sembrano validi: la casa promette 21,3 km/l e anche guidando con brio il computer di bordo ha sempre segnato valori superiori a quota 15.

Prezzo giusto, dotazione generosa

La Renault Symbioz Iconic protagonista del nostro primo contatto non costa poco (36.500 euro), ma va considerato che si tratta di un’ibrida full riccamente equipaggiata: in aggiunta agli accessori citati in precedenza segnaliamo i sedili anteriori riscaldabili e i sensori di parcheggio anteriori, posteriori e laterali, con telecamere a 360°.

Numerosi anche gli aiuti elettronici: ha la guida semiautonoma di livello 2, la frenata automatica attiva anche in retromarcia e il monitoraggio dell’angolo cieco. A sinistra del volante si trova l’utile pulsante My Safety Switch: consente di attivare e disattivare le impostazioni preferite di almeno cinque aiuti alla guida contemporaneamente.

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