Con l’arrivo dei primi caldi, puntualmente torna all’attenzione il tema della manutenzione estiva, soprattutto per quanto riguarda il sistema di condizionamento dell’aria di cui ormai tutte le auto sono dotate quasi d’ufficio. Anche il climatizzatore, infatti, avrebbe bisogno di un controllo ogni tanto, anche se si tende un po’ a trascurarlo e ricordarsene soltanto quando ci si accorge che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe.

In realtà, il climatizzatore non ci serve soltanto d’estate, anzi, anche nella stagione fredda lo usiamo sovente per eliminare l’umidità dall’abitacolo, ma soltanto quando la temperatura inizia a salire diventa più facile notare, ad esempio, che l’aria non è raffreddata a dovere. Nella maggior parte dei casi significa che il circuito va ricaricato di nuovo gas refrigerante, cosa di solito poco impegnativa in termini sia di tempo sia di spesa.

Come avviene la ricarica

Il raffreddamento dell’aria si ottiene tramite un gas condensato da un compressore che ne abbassa così la temperatura in modo che possa raffreddare l’aria prelevata dall’abitacolo. Per quanto si tratti di un circuito chiuso, questo gas con il tempo è soggetto a piccole dispersioni e se il suo livello è troppo basso, l’aria non si raffredda. 

Per ripristinarlo ci sono appositi kit in dotazione alle officine di marca, oppure macchinari universali, come quelli utilizzati da molti elettrauto che offrono il servizio, i quali provvedono a ricaricarlo secondo le specifiche dell’impianto di ciascun modello. 

L’impianto viene svuotato del gas residuo o vecchio, sanificato e riempito nuovamente con la corretta quantità di gas nuovo. Insieme alla ricarica, di solti osi effettua un controllo della tenuta dell’impianto, per essere certi che non ci siano perdite rilevanti o, peggio ancora, problemi al compressore.

Quando si ricarica il climatizzatore

Il controllo dell’impianto non fa parte della manutenzione ordinaria del veicolo, quindi occorre ricordarsi di chiederlo espressamente in officina, o recarsi appositamente. di norma si consiglia di farlo controllare e ricaricare ogni 2 anni o comunque ogni 60.000 km, ma in realtà molti sistemi funzionano perfettamente per parecchio tempo ed è questo a far sì che si tenda a trascurarne la manutenzione regolare.

Quanto costa

Una ricarica può costare mediamente tra i 50 e i 100 euro a seconda del modello e del sistema di bordo e del fatto che si tratti di ricarica semplice oppure che ci sia da correggere qualche perdita da raccordi o manicotti. A questo di aggiungono altri 30-40 euro se c’è da cambiare il filtro deumidificatore.

In caso di danni

Se l’intervento è ordinario e non ci sono problemi, in pochi minuti l’impianto torna alla sua massima efficienza nel giro di una ventina di minuti. Se invece ci sono state perdite, può essere necessario sostituire qualche raccordo, oltre a verificare che il refrigerante non si sia depositato su parti delicate dell’auto, quindi i tempi si allungano un po’.

Lo scenario peggiore è il guasto al compressore, che oltre a richiedere un bel po’ di lavoro per essere sostituito, è anche costoso. Su una vettura compatta come un Volkswagen Golf o una Ford Focus, il solo ricambio originale arriva a costare 500 euro, anche se sovente le case stesse offrono componenti ricondizionati (cioè usati ma rimessi a nuovo) che fanno risparmiare qualcosina.

In sintesi

Come si ricarica: tramite kit o macchinari appositi

Ogni quanto va fatto: consigliato ogni 2 anni oppure ogni 60.000 km

Quanto tempo occorre: 20-25′ per un intervento ordinario

Quanto costa: dai 50 ai 100 euro, più eventuali altri 30-40 euro per cambio filtro umidità

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