Gorno-Altaysk, 3 Luglio 2021. Prima escono i risultati, poi una notizia del medico responsabile, infine il mortificante, deludente colpo di scena: il Silk Way Rally non andrà in Mongolia. L’anno scorso fu annullato, e si capiva al volo che non era il caso, quest’anno rimbalza alla frontiera con la Mongolia e torna su sé stesso per ripetere al contrario quel poco o nulla che ha fatto vedere e vivere ai suoi concorrenti. Più che un “piano B” pare una… ritirata di Russia!

I motivi generali sono un inasprimento della situazione legata al contagio da CoViD-19 ed ai casi di peste bubbonica. A Ulan Bator era già stato deciso che non si sarebbero svolti i festeggiamenti per la tradizionale celebrazione del Naadam, adesso arriva, lanciata tuttavia come un fulmine a ciel sereno, la notizia dell’interdizione all’entrata nel Paese del Silk Way Rally.

Il dottor Denis Protsenko, incaricato dall’Organizzazione di elaborare le strategie anti-CoViD-19, ha inviato una lettera nella quale chiedeva di modificare urgentemente il percorso del Rally, prendendo in considerazione la possibilità di farlo proseguire in quei territori della Federazione Russa inizialmente approvati. Punto.

Dallo “stato di crisi” è uscito il comunicato che fa fare al Rally marcia indietro con un programma avvilente: ancora poche altre tappe, probabilmente 3, tutte in Russia. La precisione del comunicato arriva a stabilire che la terza tappa tra Gorno-Altaisk et Kosh Agach diventa la prima frazione di una Marathon che si concluderà il giorno seguente… il comunicato ufficiale si chiude con la solita pappardella di altruismo condensata nell’annuncio di solidarietà della carovana che mette a disposizione delle autorità sanitarie mongole i bivacchi e le infrastrutture già allestiti oltre il confine che non verrà attraversato.

Paolo Ceci (Telegrafista e Navigatore di Eugenio Amos). “Sì, oggi una giornata un po’ particolare. Breve preambolo sul risultato, comunque buono. Prova decisamente facile dal punto di vista della navigazione. Molti chilometri di trasferimento, speciale mista… WRC e SuperCross, pezzi velocissimi alternati ad altri molto “bucati” e pieni di whoops. Niente di che, una Speciale da prendere con un buon ritmo ma senza rischiare niente, più facile perdere molto che guadagnare poco! Eugenio maestro, è bravissimo. Siamo ancora secondi tra i T4. Ed eccoci al punto. La cosa più brutta è che ci hanno comunicato che la Gara non può entrare in Mongolia a causa di una pandemia di peste bubbonica. La cosa fa arrabbiare perché fa pensare che loro sapessero già da tempo che non si sarebbe potuto entrare in Mongolia. Beh, ormai siamo qua. La decisione presa dall’Organizzazione è quella di farci fare ancora tre tappe jn Russia. Il problema è che saranno tre tappe ridicole, nel senso che faremo la terza tappa “regolarmente” ma senza passare il confine, il bivacco diventerà di Tappa Marathon. l’indomani torneremo sulla stessa Prova, ma al contrario e con un trasferimento di 500 chilometri per tornare… dove siamo oggi, e l’ultimo giorno faremo la prova che abbiamo fatto… oggi. Quindi più che un Cross-Country Rally diventa una Baja. Il rammarico è quello di non aver potuto fare un Rally che poteva essere come la Dakar e con delle Tappe in Mongolia che si prospettavano bellissime, e invece se va bene finiremo per rifare quelle non troppo belle in Russia. Pazienza…”

Ah, un’ultima cosa. La seconda tappa registra le vittorie di Daniel Sanders, GasGas, Moto, e Vasilyev-Kuzmich, Mini Auto. Kamaz come sempre imprendibili, Sotmikov. In testa Ross Branch, Yamaha  e Vladimir Vasilyev, Mini. Italiani tutti in gara, con calma a parte Eugenio Amos e Paolo Ceci, in corsa per il successo nella T4 con il Ca-Am South Racing #402. Motococlisti compatti, i Winkler padre e figlio, Massimo Camurri, Carlo Cabini.

Speriamo, domani, di essere più soddisfatti del Silk Way Rally.

 

© Immagini Kazakhstan Rally – Red Bull Content Pool – WESTx1000

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