Sarà capitato a tutti di salire in auto, magari la sera, e non riuscire a trovare l’ancoraggio della cintura di sicurezza. Škoda ha pensato di renderlo luminoso. Non solo per far sì che sia più accessibile, ma modificandone i colori affinché l’operazione di allacciamento sia corretta.

Tutto è iniziato dal cielo

Facciamo prima un breve excursus. Quando e perché sono nate le cinture di sicurezza? A dire il vero la loro primissima applicazione non è legata al campo automobilistico bensì all’aviazione. Ideate verso la fine del 1800 da George Cayley, ingegnere britannico, avevano la funzione di “trattenere” i piloti all’interno degli alianti. Erano sostanzialmente delle cinghie di cuoio.

Il primo brevetto è però ad opera dell’americano Edward J. Claghorn. La data riporta il 10 febbraio del 1885. L’applicazione era più simile a quella che conosciamo oggi. Si trattava sostanzialmente di cinghie da passare in vita, che dovevano ancorare ai propri sedili i passeggeri dei turisti a bordo dei taxi.

Dovete pensare che nel diciannovesimo secolo nella Grande Mela circolavano già delle vetture elettriche, molto spesso adibite proprio alla funzione di taxi esattamente come la intendiamo oggi.

Dalle corse alla serie

Le cinture di sicurezza come le interpretiamo attualmente fanno il loro debutto in ambito automobilistico intorno agli anni ’30. Non erano ancora elementi a tre punti, bensì a due. E come spesso accade nell’industria automobilistica, fu il Motorsport a gettare per primo le basi. Basti pensare che nel 1954 lo Sports Car Club of America fece esplicita richiesta a tutti i piloti di indossare cinture addominali durante le competizioni sportive.

Mentre l’anno successivo, la Society of Automotive Engineers (SAE), quelli che in questi anni hanno classificato i diversi livelli di assistenza alla guida, nominò un Comitato per le cinture di sicurezza dei veicoli a motore.

Arrivano gli svedesi

Il merito di aver ideato le cinture di sicurezza a tre punti, ovvero quelle che utilizziamo quotidianamente sulle nostre autovetture, spetta all’ingegnere Nils Bohlin. Svedese, venne poi assunto alla Volvo, e divennero elementi parte del corredo standard delle auto nordiche.

Ci vollero invece ancora un po’ di anni prima che diventassero obbligatorie per l’omologazione, e ancora un po’ di tempo prima che venne decretato che fosse indispensabile indossarle. Basti pensare che solo 1970, a Victoria, in Australia, fu creata la prima legge al mondo sulle cinture di sicurezza, che imponeva ai passeggeri di indossarle sempre. In Italia sono obbligatorie dal 1976.

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Con Škoda ci vedi benissimo

La casa ceca da sempre punta su soluzioni semplici e intuitive. Forse tali da non fare la rivoluzione del settore, ma sufficientemente pratiche per rendere più “lineare” la vita degli occupanti.

Un esempio è proprio il nuovo sistema di aggancio delle cinture di sicurezza, che di fatto rimane quello di sempre, se non fosse che ora è trasparente e al suo interno ha un sistema a LED. L’illuminazione è utile non solo per rendere l’aggancio più visibile anche nelle ore notturne, ma perché consente di avere la garanzia assoluta che l’attacco sia avvenuto in modo corretto.

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Quasi un semaforo

Oltre fatto che sia possibile optare per una sequenza dedicata dell’illuminazione a LED, in modo da creare una sorta di benvenuto a bordo illuminato, sono stati definiti pure dei colori precisi. Ad esempio quando ci si accomoda, un rilevatore di peso riscontra la presenza del passeggero e i LED diventano rossi.

Si passa al colore verde quando si allaccia la cinture e dopo pochi istanti diventa bianco. Una sequenza utile per avere la garanzia di aver allacciato correttamente la cintura. Al momento si tratta solo di un brevetto.

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