Cause Rc auto che finiscono fuori dai tribunali (in via stragiudiziale): la Cassazione stanga le compagnie assicuratrici. L’ordinanza 4306/2019, infatti, è a favore degli automobilisti che per le cause lunghe e difficili si avvalgono di un legale: un avvocato, un esperto di infortunistica stradale, un patrocinatore stragiudiziale.

Se non si arriva davanti al giudice, ma la controversia si risolve con l’avvocato della compagnia e quello del danneggiato che trovano un accordo, l’assicurazione deve pagare tutto. Sia i danni all’auto, sia le lesioni fisiche, sia la parcella del legale dell’automobilista.

Lo impone la Costituzione

Contro le compagnie furbette che non vogliono pagare le spese stragiudiziali al danneggiato, la Cassazione fa un richiamo netto e preciso alla Costituzione, articolo 24: “Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi. La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento.

Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti a ogni giurisdizione”. In altri termini, la difesa è un diritto sacrosanto dell’automobilista: se questi si difende, l’assicurazione paga le spese legali.

Quanti soldi in ballo

Il riferimento è ai tamponamenti con danni per centinaia di euro, così come ai sinistri complessi. L’ordinanza prende spunto da un incidente con lesioni tali da comportare indennizzi di oltre mezzo milione di euro, avvenuto una dozzina d’anni fa. L’incidente presentava particolari problemi giuridici, e l’assicurato non aveva ricevuto la dovuta assistenza tecnica e informativa dal proprio assicuratore.

Dopo una controversia legale lunghissima, la compagnia è stata condannata a pagare anche le spese legali stragiudiziali. Ora la Corte d’appello dovrà valutare tutto, seguendo alla lettera l’indirizzo della Cassazione, con richiamo alla Costituzione.

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