Batterie per l’auto elettrica: Francia e Germania, le due economie trainanti del Vecchio Continente e “culle” dell’europeismo più convinto, hanno chiesto alla Commissione Europea l’approvazione di un consorzio transnazionale per il loro sviluppo.

Ne farebbero parte Saft (azienda francese di proprietà di Total, specializzata nella produzione di batterie per uso industriale) e PSA, compresa ovviamente la tedesca Opel. A proposito di Germania, anche i gruppi BMW e Volkswagen sarebbero interessate alla questione; queste, almeno, sono le indiscrezioni riportate dai quotidiani tedeschi.

Riduzione della dipendenza dall’Asia

Un miliardo e 700 milioni di euro: questa la cifra stanziata da Francia e Germania per supportare il consorzio, finalizzato alla riduzione della dipendenza dei Costruttori europei dai colossi orientali delle batterie. Per capirci, solo l’1% delle batterie al litio al mondo proviene dall’Europa.

Se approvata, questa alleanza andrebbe anche a tutelare posti di lavoro nel Vecchio Continente (a tal proposito, esiste già un progetto per la conversione di una fabbrica di Opel di Kaserslautern in uno stabilimento per la produzione di batterie), una volta che si verificherà davvero un importante passaggio di quote di mercato dai motori endotermici a quelli elettrici.

Anche Varta e Northvolt sono della partita

Non solo Case automobilistiche, dunque: fra le oltre 30 aziende interessate al consorzio, anche Varta (produttore tedesco di batterie) e Northvolt, startup svedese che punta a costruire, entro il 2023, batterie con materiali meno costosi rispetto a quelli attualmente utilizzati.

Batterie

A proposito di Northvolt, unirà le forze con Volkswagen per la creazione della European Battery Union, un altro consorzio che si occuperà di tutta la catena, dai materiali grezzi al riciclo.

L’unione fa la forza

Tornando invece a Saft, insieme a Siemens, Manz (componenti elettronici), Gruppo Solvay (chimica) e Gruppo Umicore (materiali), è al lavoro per lo sviluppo di batterie di nuova generazione. Insomma, la “selva” di accordi e alleanze è davvero intricata, ma una cosa è chiarissima: da soli, anche i gruppi più grandi e strutturati non vanno da nessuna parte.

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