Avete mai sentito parlare di Keicar (scritto anche Kei car)? La definizione di Wikipedia parla di “piccoli veicoli pensati per il mercato giapponese: in questa nazione infatti tali vetture godono di tariffe assicurative più basse e le ridotte dimensioni richiedono un minore spazio per il parcheggio“. 
Anche se oggi i più modesti sgravi fiscali hanno smorzato l’interesse di alcune Case nella produzione di Keicar, l’idea di sfruttare al meglio lo spazio è rimasta vincente e, sebbene in Europa non siano mai arrivate ufficialmente, ci sono stati modelli dichiaratamente ispirati a questo nipponico segmento.  
Ed ecco perché Andrea si è voluto concentrare su due auto di qualche anno fa che “somigliano” alle Keicar ma soddisfano dimensioni e requisiti europei, vetture che oggi sono ancora più interessanti di ieri vista l’invariata praticità e prezzi di acquisto molto appetibili, spesso inferiori ai 5.000 euro

 

VETRO ASIMMETRICO 

Il primo modello a cui ci stiamo riferendo è la Nissan Cube di seconda generazione, il restyling per la precisione, sempre con la sigla di progetto “Z11”.  Si tratta di una multispazio compatta e dalle forme originali che è rimasta a listino in Italia circa 1 anno a cavallo tra il 2010 e il 2011, poi giudicata troppo onerosa dal punto di vista produttivo. 
Uno dei principali “responsabili” degli elevati costi industriali è la sua vetratura asimmetrica, particolare stilisticamente coraggioso che comporta due allestimenti diversificati tra mercati con guida a destra o a sinistra. Anche se riprende le forme squadrate delle keicar giapponesi, le misure sono da multispazio europeo: 3,98 metri la lunghezza complessiva, 1,69 metri la larghezza, per un passo abbondante di 2,53 metri. La capacità del bagagliaio varia invece da 283 a 403 litri (1.563 litri coi sedili abbattuti). I motori sono quelli della galassia Renault, il diesel 1.5 dci diesel da 110 CV, stessa potenza per il 1.6 a benzina, ora consigliabile viste le limitazioni alle emissioni. 

 

VOLUME DI CARICO VARIABILE 

Allo stand Daihatsu del Salone di Parigi 2006 il Costruttore orientale lancia in Europa un nuovo modello chiamato Materia, peraltro già noto in Giappone col nome di Toyota bB e in USA come Scion xB.  
La seconda protagonista del video di Andrea è proprio la Materia, che sfoggia una linea molto che si sviluppa verticalmente, linee personali e quote ideali per la città.  Il diametro di sterzata è infatti molto ridotto (circa 9,8 m) e le sue dimensioni compatte (3,80 x 1,69 x 1,64 metri) rendono la Materia agile e molto adatta all’ambiente urbano.  
La notevole altezza rende possibile un’abilità da classe superiore valorizzata anche da soluzioni interne atte ad ottimizzare lo sfruttamento dello spazio: i sedili posteriori sono scorrevoli e abbattibili e numerosi sono i vani portaoggetti presenti nell’abitacolo. 
I 105 cv del propulsore che la equipaggia, un 1,5 litri quattro cilindri benzina, unitamente ai 132 Nm di coppia massima disponibili, non hanno nessuna difficoltà a spostare i 1.032 kg di massa della vettura. Daihatsu Materia offre infatti prestazioni discrete compatibilmente a consumi adeguati e misurabili nell’ordine dei 13,9 km/litro mentre le emissioni di CO2 si mantengono contenute a 169 g/km. 

Una sfida (se così vogliamo definirla) 100% giapponese e combattuta a colpi stile e praticità, per due auto razionali e ben fatte che oggi si trovano nel mercato dell’usato a prezzi assai vantaggiosi, con un’affidabilità che non demorde nemmeno se si considerano esemplari molto chilometrati. 

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